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Venerdì, 29 Marzo 2024
La conseguenza della consapevolezza

Gli agnelli salvati dal Covid: crollano le vendite non solo per la Pasqua in rosso

Già nello scorso anno si era verificata una riduzione dei consumi rispetto al 2019. Sicuramente per il lockdown la crisi dei consumi causata dalla pandemia di Coronavirus, ma anche per una scelta consapevole. Intanto arrivano fondo per il comparto allevamento

Ogni anno che arriva il periodo pasquale è una festa per le famiglie intente ad organizzare il pranzo, un sollievo per l’economia dell’allevamento animale e un dramma per gli animalisti, che però, quest’anno guardano ai numeri con soddisfazione. Il motivo è che le vendite degli agnelli destinati a finire sui piatti degli italiani sono crollate. Lo dice il Consorzio per la tutela dell’agnello Igp di Sardegna, che stima per quest’anno un calo del 35% nel consumo di agnello durante le celebrazioni pasquali. Già nello scorso anno si era verificata una riduzione dei consumi rispetto al 2019. Sicuramente complice il lockdown e la generale crisi dei consumi causata dalla pandemia di Coronavirus. Ma non solo. Per l’Oipa (Organizzazione internazionale per la protezione degli animali) c’è anche una maggiore consapevolezza di chi ha capito come funziona la mattanza di agnellini.

Crollo vendite a Pasqua, come vengono uccisi gli agnelli

Strappati alle loro madri intorno ai 30-40 giorni di vita, vengono pesati e issati sulle zampe, ammassati e caricati nei camion, a bordo del quale faranno il loro ultimo viaggio. All’arrivo, vengono scaricati come oggetti, vengono storditi, non sempre secondo regolamento. Poi vengono uccisi, talvolta ancora coscienti.

«La maggiore consapevolezza di come vengono allevati, trasportati e uccisi i cuccioli ha determinato il crollo delle vendite negli ultimi anni», è l’analisi del presidente dell’Oipa Massimo Comparotto. «Le numerose foto e video diffusi dalle associazioni a tutela degli animali hanno fatto la differenza e sempre più persone scelgono di non acquistare carne d’agnello. Noi invitiamo a riflettere anche su quel che accade a tutti gli altri animali d’allevamento che soffrono allo stesso modo, ma questo è intanto un bel primo passo verso un’alimentazione etica».

Sicuramente, nel processo di maggiore sensibilizzazione a favore dei diritti degli animali, ha avuto un pesp anche la campagna dell’Oipa, il cui slogan per la Pasqua 2021 è: “Tutti dovrebbero crescere felici insieme alla propria mamma. Anche lui. A Pasqua non mangiarlo”. Proprio in riferimento al diritto dell’agnello di poter crescere e diventare adulto vicino alla propria madre, senza essere oggetto di uccisione in favore della tradizione religiosa.

Crollo vendite agnelli, ma a Pasqua arrivano i fondi al settore

Intanto però arrivano quasi due milioni di euro per i pastori sardi grazie al Fondo per la competitività delle filiere. Il denaro arriva da un fondo biennale (2020 - 2021) di 7,5 milioni, istituito con il decreto ministeriale del 3 aprile 2020, per sopperire alle perdite del settore causate proprio dall'emergenza Covid. Per ogni agnello marchiato Igp si riceveranno 8,18 euro, per ogni non Igp nato, allevato e macellato in Italia si riceverà 5,45 euro a capo. In tutta Italia sono state presentate 12.935 domande per un totale di 612.937 capi, dei quali 241.235 marchiati Igp (39%) e 371.702 non Igp (61%) per un totale di 4 milioni di euro. Di questi, solo in Sardegna 1.838.827 euro, cioè il 46% del totale destinato a tutti gli allevatori italiani.

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