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Giovedì, 28 Marzo 2024
La situazione aggiornata

Le 9 regioni italiane con le terapie intensive oltre la soglia critica

Una in più della settimana scorsa. Umbria, Molise e la provincia autonoma di Trento più in difficoltà, secondo i dati dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali

La soglia critica del 30% dei posti letto in terapia intensiva occupati dai pazienti covid e quella del 40% per le aree non critiche è stata individuata dal decreto del ministro della Salute del 30 aprile 2020. E sono nove le regioni che al momento sono su questa soglia o l'hanno superata, secondo i dati dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) aggiornati al primo marzo. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.

Quali sono le 9 regioni italiane con le terapie intensive oltre la soglia critica

La situazione più difficile per quanto riguarda la pressione sugli ospedali a causa dell'aumento dei casi di coronavirus si registra in Umbria (dove il 56% dei posti letto in terapia intensiva sono occupati dai malati covid), in Molise (49%) e nella provincia autonoma di Trento (47%). Seguono poi Abruzzo (40%), Friuli-Venezia Giulia (35%), Marche (32%), Emilia-Romagna (31%), Lombardia (31%), provincia autonoma di Bolzano (31%) e Toscana (30%).

A livello nazionale la media è del 25%, come scrive l'Agenas nel monitoraggio pubblicato sul suo sito. Non sono invece lontane dalla soglia critica Piemonte (28%) e Puglia (29%), anche se quest'ultima è scesa dell'1% rispetto al precedente monitoraggio. Le situazioni migliori si hanno in Sardegna e Basilicata (9%), Valle d'Aosta (10%) e Veneto (11%).

Per quanto riguarda invece i reparti di area non critica - cioè malattie infettive, pneumologia e medicina generale - i letti occupati dai malati di covid a livello nazionale sono il 30%, dunque sotto la soglia critica del 40%. Le regioni in cui questo valore è stato superato sono Abruzzo (43%), Marche (49%), Molise (44%), provincia autonoma di Bolzano (40%) e Umbria (52%), una in più rispetto al precedente monitoraggio. Vicino alla soglia di allerta Emilia-Romagna e Lombardia, entrambe al 39%.

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