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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Gigolò per 'professione' ora vorrei pagare le tasse: è un lavoro come gli altri"

Costretto a dichiarasi al fisco come "organizzatore di eventi" la storia di un 30enne romano racconta il lato nascosto che per molti resta un tabù

Marco è nato e cresciuto a Roma da una buona famiglia, davanti a se aveva una carriera da pasticciere, finché una donna non gli fece per la prima volta una proposta indecente: “Mi sono sentito onorato - racconta -, quando ti ricapita che una bella donna ti offre dei soldi per passare la notte con lei. Ho accettato, ed ho capito che quella sarebbe stata la mia vita”.

Da quel giorno infatti Marco diventa Aaron, ma non chiamatelo prostituto, "è riduttivo - dice - perché la donna quando mi chiama vuole vivere un’esperienza, e non sempre questa ha come unico scopo il sesso".

Così dopo gli inizi da accompagnatore amatoriale, Marco/Aaron ha creato una vera e propria professione: "Ho un sito, offro diversi tipi di servizi, una video rubrica destinata agli uomini che parla di corteggiamento" Aaron viene chiamato da donne e uomini di ogni età per i più svariati tipi di servizio, dalla pura compagnia al personal shopper, dal sexy chef a domicilio al finto fidanzato, dalle prove di fedeltà alle tattiche di ingelosimento.

"Vorrei che questo mestiere fosse riconosciuto, anche per il fisco, al quale sono costretto a dichiararmi come ‘organizzatore di eventi’ per pagare le tasse"

L’intervista a Marco di Veronica Altimari per Romatoday

La storia di Aaron racconta il lato nascosto di una quotidianità che per molti resta un tabù. Lo conferma anche l'ultimo rapporto sul sesso dell'istituto di ricerca Eurispes. Se è vero che oggi 6 ragazzi su 10 ritengono in qualche misura accettabile che un uomo paghi per prestazioni sessuali, l'orientamento cambia se si ipotizza la situazione inversa ovvero se a pagare per prestazioni sessuali è una donna: poco meno della metà del campione (49,3%) lo considera "per niente accetabile".

I dati sono particolarmente interessanti, se si analizzano scomponendoli per genere: le donne restano coerenti nel considerare il pagamento in cambio di favori sessuali “inaccettabile” nella maggior parte dei casi (56%), a prescindere dal fatto che a farlo sia un uomo o una donna; al contrario, per gli uomini si osserva una variazione di ben 16 punti percentuali in sfavore di questa condotta da parte di una donna (40,6% contro il 24,5%); a conferma di questo atteggiamento, i maschi che affermano di trovare “molto accettabile” questa condotta per una donna, sono meno della metà di quanti la considerano “molto accettabile” per un uomo (2,3% contro il 6,8%).

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