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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Agitu Ideo Gudeta, una panchina rossa al posto del suo banco al mercato

L’omaggio della comunità trentina alla pastora etiope uccisa qualche settimana fa: commercianti e clienti hanno lasciato mazzi di fiori davanti alla sua foto

Una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, al posto del banco al mercato che Agitu Ideo Gudeta occupava per vendere i suoi prodotti. Sulla panchina, collocata dal personale dell’ufficio Parchi e giardini del Comune di Trento, una foto della pastora uccisa da un suo collaboratore in valle dei Mocheni e mazzi di fiori lasciati da clienti e commercianti in suo ricordo.

Il Comune di Trento ha scritto un messaggio: “Per Agitu, per tutte le donne vittime di violenza. Trento non dimentica!”. Un gesto pensato proprio nel giorno del mercato in piazza Santa Maria Maggiore.

Raccolta fondi per Agitu

“L’attenzione per la storia di questa persona, per la sua ‘eredità’ umana è alta”, ricorda TrentoToday, che cita anche l’esempio della raccolta fondi per riportare la salma di Agitu Gudeta nella sua terra e per aiutare il suo sogno ad andare avanti, che in pochi giorni ha già quasi raggiunto l’obiettivo iniziale di 100mila euro, insieme alle richieste di adozione del suo gregge.

“Il suo gregge di capre non deve essere smantellato, le terre che lei aveva affittato non devono tornare ad essere abbandonate. La sua sapienza nell'arte casearia deve trovare nuovi eredi. A giorni nasceranno i capretti che Agitu allevava con tanta passione. Queste nuove vite chiedono cure e attenzioni, quelle che Agitu non può più dare”, spiegano i promotori della campagna su GoFundMe

Beatrice Zott, la ragazza che si prende cura delle capre "orfane" di Agitu Ideo Gudeta

Intanto ad occuparsi temporaneamente delle capre di Agitu Ideo Gudeta è la giovane Beatrice Zott, 19enne della valle dei Mocheni, che pochi giorni fa ha accettato la richiesta di occuparsi degli animali rimasti “orfani”: 82 capre mochene, 70 delle quali in stato di gravidanza che si trovano nell’azienda agricola di Frassilongo, in attesa di capire cosa sarà di loro.

Ex studentessa di storia dell’arte, Beatrice Zott ha abbandonato gli studi per lavorare in montagna con gli animali: una passione ereditata dal padre. Ha gestito a malga Pletzn in grande gregge che durante l’estate alpeggia lassù e ha fatto una stagione di lavoro in Valle D’Aosta, come ricostruisce L’Adige. “Sono due anni che ho deciso di fare questo lavoro - ha raccontato Beatrice al quotidiano locale - cioè gestire gli animali in alpeggio e in stalla. Mi hanno chiamato e mi hanno chiesto se fossi stata disposta ad occuparmi delle capre di Agitu: ho accettato subito perché questa vita è il mio sogno e spero diventi la mia strada”.

Il video di TrentoToday dall'azienda agricola di Agitu Gudeta a Frassilongo

Beatrice Zott conosceva Agitu Gudeta fin dall’arrivo della pastora etiope nella valle. “Agitu l’avevo conosciuta quando era arrivata in valle - ha spiegato Beatrice - ed era venuta a malga Pletzn, dove lavoravo. Ha sempre fatto un ottimo lavoro gestendo il gregge da sola, anche senza l’aiuto di un cane, e gli animali si vede che sono sempre stati curati al meglio. Ammiro le persone che fanno questo tipo di lavoro”. 

Chi era Agitu Ideo Gudeta

Nata ad Addis Abeba il 1 gennaio 1978, Agitu Ideo Gudeta era arrivata a Trento nel 2010 in fuga dal suo paese e aveva avviato un’azienda agricola biologica per allevare capre mochene - una razza trentina che sta scomparendo - per la produzione di formaggio. Una storia di integrazione e successo imprenditoriale, che era finita su tutti i giornali. Pochi anni fa aveva aperto un negozio a Trento ed era una presenza costante al Mercato dell’Economia Solidale Trentina che si tiene tutti i giovedì in piazza Santa Maria Maggiore. Per la sua attività aveva ricevuto numerosi riconoscimenti. Agitu Ideo Gudeta era una figura conosciuta e apprezzata, anche se in passato aveva dovuto denunciare di essere stata vittima di insulti razzisti e minacce di morte da parte di un vicino.

Il 29 dicembre Agitu Ideo Gudeta è stata trovata morta all’interno della sua abitazione a Maso Villalta nel comune di Frassilongo. Per il suo omicidio è stato arrestato Adams Suleimani, 32enne originario del Ghana, dipendente dell’azienda agricola fondata dalla donna. L’uomo ha confessato di aver ucciso la pastora.

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