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Sabato, 20 Aprile 2024
Il caso

"Alfredo Cospito potrebbe ancora indicare obiettivi da colpire"

Le motivazioni della sentenza con cui la Cassazione ha confermato il 41bis per l'anarchico in sciopero della fame dallo scorso ottobre

"Evidente pericolosità". Sta in questa espressione la ragione per cui i giudici della prima sezione penale della Cassazione il 24 febbraio scorso hanno rigettato il ricorso della difesa di Alfredo Cospito confermando il 41bis per l'anarchico in sciopero della fame dallo scorso ottobre. Oggi, 30 marzo, sono state depositate le motivazioni della sentenza.

"Cospito continua a sostenere la lotta armata"

I giudici sottolineano che Alfredo Cospito "non ha in alcun modo manifestato segni di dissociazione e anzi ha continuato con i suoi scritti fino a epoca recente a propugnare il metodo di lotta armata, sottolineando anche la nascita della Fai-Fri e valorizzando la dimensione internazionale raggiunta da parte della stessa".

Per i supremi giudici, Cospito avrebbe esaltato "l'anarchismo diverso da quello 'classico' e connotato da azioni che mettono in pericolo la vita degli uomini e donne del potere, soprattutto se rivendicate con sigle costanti nel tempo; o ancora inneggiando ad attentati come quello ai danni della Stazione dei carabinieri di Roma-San Giovanni o dell'amministratore delegato dell'Ansaldo Nucleare, l'ingegner Adinolfi, e ribadendo l'affermazione di non essersi pentito dell'azione, personalmente commessa, che aveva portato al ferimento di quest'ultimo. Tali forti espressioni - si legge nelle motivazioni - reiterate e rinforzate attraverso modalità diffusive di conoscenza, sono state sottolineate nell'ordinanza impugnata, in linea con il decreto ministeriale, come espressive di evidente pericolosità del loro autore, che, con gli stessi mezzi - si è puntualizzato - potrebbe continuare a essere, in termini autorevoli, per gli accoliti in libertà, se sottoposto a regime ordinario, punto di riferimento e fonte di indicazione delle linee programmatiche criminose e degli obiettivi da colpire".

Nei giorni scorsi la difesa di Cospito aveva chiesto il differimento della pena nella forma della detenzione domiciliare. Il tribunale di sorveglianza di Milano ha rigettato l'istanza e quindi Cospito è rimasto al ricoverato al 41 bis nel reparto protetto dell'ospedale San Paolo di Milano. Nel provvedimento si afferma che "la strumentalità della condotta che ha dato corso alle patologie oggi presenti è assolutamente certa (la scelta di digiunare, ndr)". Per i magistrati, riguardo la condizione sanitaria di Cospito "non si palesa neppure astrattamente confliggente con il senso di umanità della pena, avuto riguardo alle condizioni oggettive del detenuto". Una richiesta di differimento della pena era stata presentata anche al tribunale di Sassari. Anche in questo caso la risposta è stata negativa: "Nessun differimento, sotto alcuna forma, può essere disposto, fermo restando il suo diritto a ricevere le cure di cui necessita presso le strutture sanitarie, carcerarie o meno, cure che lo stesso, se bene si è inteso, non intende peraltro rifiutare".

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