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Sabato, 20 Aprile 2024
La decisione

Alfredo Cospito resta al 41 bis: "Sono pronto a morire"

Lo ha stabilito la Cassazione, dopo quasi 9 ore di camera di consiglio. Il leader anarchico, in sciopero della fame da quasi quattro mesi, è adesso detenuto nel reparto penitenziario dell'ospedale San Paolo di Milano

Alfredo Cospito resta al 41 bis. Lo ha stabilito la Cassazione che ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa dell'anarchico contro il regime del carcere duro. La decisione è arrivata al termine della camera di consiglio, iniziata alle 10 di venerdì 24 febbraio. Cospito ha annunciato che non prenderà più gli integratori e che si prepara a morire. "Spero che qualcuno dopo di me continuerà la lotta" contro il carcere duro.

"Assassini", la voce che si alzata all'esterno della Cassazione da parte dei manifestanti pro Cospito appena appresa la notizia.

Che la decisione arrivasse in tempi brevi era previsto. I supremi giudici hanno anticipato per due volte la data della camera di consiglio, alla luce delle condizioni di salute di Cospito, in sciopero della fame da 4 mesi e dimagrito di oltre 45 chili. L'anarchico era detenuto nel carcere di Sassari, poi è stato disposto il trasferimento nel penitenziario di Opera (Milano) perché dotato di un padiglione Sai (servizio di assistenza sanitaria intensiva, ndr), e infine è stato portato all'ospedale San Paolo, che ha un reparto per i detenuti in carcere. Solo in vista della decisione della Suprema Corte, Cospito ha ripreso da alcuni giorni ad assumere integratori ma le sue condizioni di salute restano serie.

Sit in degli anarchici: "Se Alfredo muore sarà l'inferno"

Il caso Cospito è certamente uno di quelli più spinosi e con più attenzione mediatica. L'accesso alla Corte, in concomitanza con la camera di consiglio, è stato presidiato dalla forza pubblica e la seduta non è stata partecipata, significa che nè gli avvocati nè rappresentanti della procura erano presenti. Avevano prima depositato requisitorie scritte. 

cospito sit in cassazione foto Ansa

All'esterno della Cassazione è stato inscenato un sit in da parte degli anarchici in solidarietà a Alfredo Cospito. Hanno appeso diversi striscioni. Su uno si legge "Lo Stato democratico tortura con il 41 bis", un altro recita "Il carcere uccide". 

"È finito il tempo delle manifestazioni e dei cortei. Da oggi inizia il momento della lotta. Non lasceremo morire Alfredo senza tentare il tutto per tutto. Lui mette in gioco la sua vita e noi mettiamo in gioco la nostra. Se Alfredo muore sarà l'inferno per i ricchi in questo paese, sarà lotta", le parole dell'anarchico Lello Valitutti al megafono davanti alla Corte di Cassazione. Nel corso del comizio sono stati ricordati "i compagni delle Brigate Rosse che sono al 41 bis".

Solo poche ore prima, giovedì 23 febbraio, c'era stato un blitz degli attivisti all'Altare della Patria di Roma. Erano stati accesi dei fumogeni ed era stato appeso uno striscione con la scritta "L'Italia tortura, con Alfredo no al 41bis".  Ultima di una lunga serie di manifestazioni pro Cospito, anche violente in Italia e all'estero.

Che fine ha fatto Alfredo Cospito

La decisione della Cassazione su Cospito

La Cassazione aveva tre strade possibili:

  • accogliere il ricorso, togliendo a Cospito il regime 'speciale'; 
  • annullare con rinvio, cioè rimandare gli atti alla Sorveglianza per una nuova valutazione;
  • respingere la richiesta. 

Il procuratore generale Pietro Gaeta aveva chiesto di annullare il provvedimento della Sorveglianza con rinvio, rimandando gli atti per una nuova valutazione. "Emerge nella motivazione dell'ordinanza impugnata - scrive Gaeta - una carenza di fattualità in ordine ai momenti di collegamento con l'associazione, che lascia sopravvivere la stigmatizzazione difensiva secondo cui la condizione interclusiva speciale fosse giustificata solo dalla necessità di contenimento dell'estremismo ideologico".

Lo scorso 9 febbraio invece il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva respinto l'istanza della difesa, confermando il 41 bis per Cospito. Una decisione quella di Nordio arrivata dopo i pareri della Procura Generale di Torino, contraria alla revoca del carcere duro, e quello della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo che invece aveva "aperto" alla possibilità del carcere ad Alta Sicurezza.

Questa - precisamente - la decisione della Corte di Cassazione: "Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali". 

Chi è Alfredo Cospito e perché è in carcere

Nato a Pescara nel 1967, Alfredo Cospito è ritenuto uno degli elementi di spicco del mondo anarchico torinese. Viene ritenuto uno dei leader della Fai, la Federazione anarchica informale, movimento composto da vari gruppi dediti all’intimidazione armata rivoluzionaria e ritenuto dagli inquirenti un'associazione per delinquere con finalità di terrorismo.

Cospito è in carcere già da 10 anni per la gambizzazione, nel 2012, dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Un attentato rivendicato dal Nucleo Olga della Fai con una lettera inviata al Corriere della Sera. Cospito venne arrestato quasi subito con il suo complice e amico, Nicola Gai, che è tornato libero nel 2020 dopo uno sconto della pena in appello.

Mentre era in carcere, Cospito è stato accusato anche dell’attentato del 2006 contro la Scuola carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, la cui esplosione non ha causato vittime. Nonostante questo, la Cassazione ha riformulato l'accusa ai danni del detenuto in strage contro la sicurezza dello Stato, un reato che prevede anche l'ergastolo ostativo. Dopo sei anni passati regime in Alta Sicurezza, c'è stato il passaggio al regime del 41 bis. Decisione presa anche per i suoi scambi epistolari avvenuti negli ultimi 10 anni con anarchici e riviste del settore. Cospito è stato il primo anarchico a finire al 41 bis.

Cosa succede a Cospito dopo il "no" della Cassazione

Cospito quindi resta al 41 bis. Nei giorni scorsi al suo legale Flavio Albertini Rossi e ai sostituti processuali del suo difensore che sono andati a trovarlo all'ospedale San Paolo in diverse occasioni, aveva detto che, in caso di pronuncia negativa per lui della Cassazione, avrebbe smesso con gli integratori che aveva ricominciato ad assumere dopo il parere favorevole del pg della Suprema Corte, Pietro Gaeta, alla revoca del 41 bis. Grazie agli integratori alcuni suoi valori, arrivati a soglie minime pericolose per la sua salute, erano migliorati.

"Per Cospito una condanna a morte"

La sentenza con cui la Cassazione ha confermato il 41 bis ad Alfredo Cospito "è una condanna a morte", la prima reazione, secondo quanto appreso dall'Agi, dell'avvocato Flavio Rossi Albertini. "Volevano il martire e lo avranno. Avevo maturato qualche speranza - dice - dopo che per ben due volte la Cassazione aveva anticipato l'udienza e soprattutto dopo il parere del pg della Cassazione. Hanno deciso così perché si sentono forti dal momento che hanno l'opinione pubblica a favore".

Il caso Cospito e il caos politico

Il caso Cospito ha avuto anche ripercussioni politiche. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro è indagato dai pm di Roma nell'ambito dell'inchiesta per "rivelazione e utilizzazione del segreto d'ufficio". L'inchiesta dei pm ha preso il via dopo l'esposto presentato dal deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, dopo l'intervento del parlamentare Giovanni Donzelli di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati il 31 gennaio scorso sul caso Cospito. Intervento nel corso del quale sono state rese note conversazioni in carcere tra l'anarchico, un esponente della 'ndrangheta e uno della camorra avvenute nei mesi scorsi. Quei colloqui, resi pubblici da Donzelli, erano contenuti in una relazione di servizio della polizia penitenziaria trasmessa dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria proprio al sottosegretario Delmastro. 

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