Eventi definiti "estremi" come l'alluvione in Emilia-Romagna lo saranno sempre meno, nel senso che la loro frequenza aumenterà negli anni. Ma sta già accadendo: in un giorno e mezzo, le province di Forlì-Cesena, Ravenna e Bologna hanno visto la pioggia che di solito cade in più di un mese e due settimane prima c'era stato un altro evento "insolito" che aveva causato danni rilevanti. Il cambiamento climatico sta stravolgendo la statistica: quello che prima veniva percepito come insolito, raro o estremo lo è sempre meno. Ci sono dati a disposizione, di una qualità tale da poter prevedere con crescente precisione dove colpirà un'alluvione, persino. I territori devono prepararsi a una nuova normalità, ma si continua a costruire dove non si dovrebbe. Sfruttare la tecnologia a disposizione sarà fondamentale per comprendere meglio i rischi e adeguarsi di conseguenza. L'Emilia-Romagna ne è un esempio: Today.it ha ottenuto delle simulazioni sull'ultima alluvione di maggio 2023 e il livello di precisione disponibile dice molto sull'uso che si può fare dei dati per salvare i territori dai cambiamenti climatici. È il caso di SaferPlaces, la startup emiliana che prevede i disastri ambientali.
Eventi estremi, una volta
In poco meno di 20 giorni in Emilia-Romagna è caduta la pioggia che di solito si vede in un anno. Due alluvioni considerate straordinarie per intensità e distribuzione si sono verificate a distanza di due settimane. È infatti noto che il cambiamento climatico sta aumentando la frequenza di fenomeni meteorologici avversi, ma a questo si deve aggiungere la particolare predisposizione di alcuni territori. E l'uomo continua a peggiorare il resto.
Non solo cambiamento climatico: cosa c'è dietro l'alluvione in Emilia-Romagna
"I due eventi di pioggia estrema dell'1-3 maggio e del 16-17 maggio 2023 sintetizzati in due mappe. Sta di fatto che in soli due eventi ravvicinati nella fascia già di bassa collina (150-300 m circa) si sono avute cumulate tra 450 e 500 mm ma localmente anche oltre (ci sono state altre piogge consistenti, ad esempio il 10 maggio)", scrive sul proprio profilo Facebook il meteorologo Pierluigi Randi.
"La piovosità media annua su base trentennale, su quelle aree, oscilla tra 900 e 1000 mm. Dunque, in due eventi, è caduta circa la metà della pioggia che dovrebbe cadere in un anno. Valori altissimi anche sulle zone di pianura del ravennate (200-300 mm con picchi locali fino a 350 mm), che stazzano tra quasi un terzo e la metà della precipitazione media annua. L'evento estremo è quello intenso ma soprattutto raro in base alla statistica che descrive la probabilità che possa accadere in una determinata area, e questo (anzi, questi) lo è a pieno titolo, già ora in base ai primi dati. E la cosa più grave è stata la vicinanza temporale tra due eventi così severi", fa notare Randi.
Alle due alluvioni ravvicinate si deve aggiungere la siccità che interessa il Nord Italia e l'Emilia-Romagna da due anni, un altro evento considerato "estremo" che però ormai è parte strutturale. Tra l'altro, come si vede dalla mappa sul deficit di pioggia elaborata dal Cnr, le province più colpite dall'alluvione (Forlì-Cesena, Ravenna e Bologna), sono anche quelle con il maggiore deficit di precipitazioni negli ultimi due anni. Bisogna quindi considerare che la grande quantità di piogge di maggio 2023 ha trovato un suolo arido e poco permeabile e quindi più soggetto agli allagamenti. Siccità e alluvioni sono fenomeni "opposti", ma che fanno parte dello stesso aspetto: i cambiamenti climatici.
L'indice di rarità degli eventi pluviometrici elaborato dal Cnr-Irpi sulla base dei dati di pioggia degli ultimi 20 anni, classifica l'ultima alluvione in Emilia Romagna tra gli "eventi estremi". Ma il cambiamento climatico sta cambiando le statistiche e quello che veniva considerato come "raro" una volta ora non lo è più. "I dati statistici basati sulle serie storiche e che si usano per stabilire la portata di un ponte, ad esempio, non vanno più bene - ha detto a Today.it Mauro Rossi, del Cnr-Irpi -. Il territorio si deve adattare a fenomeni più estremi: bisogna pianificare gli interventi sul territorio tenendo conto che il clima è cambiato. Le opere si devono tarare diversamente, gli strumenti ci sono".
I dati a disposizione ci sono e possono aiutarci non solo a prevedere dove si verificherà un evento - come l'alluvione -, ma anche a progettare diversamente le opere sul territorio. Anche perché l'Emilia-Romagna è una delle regioni con le percentuali di consumo di suolo più elevate e al di sopra della media nazionale. Le punte più alte si toccano proprio in provincia di Forlì-Cesena, mentre Ravenna è il secondo comune in Italia per incremento di suolo consumato nell'ultimo anno.
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E continua a non andare bene: nell'ultimo rapporto dell'Ispra sul consumo di suolo l'Emilia-Romagna è la regione d'Italia che ha costruito di più in aree considerate a rischio alluvione, oltre 78,6 ettari nelle aree a elevata pericolosità idraulica e 501,9 in quelle a media pericolosità, più della metà dell'intero dato nazionale.
Sono quindi aumentate le opere esposte alle alluvioni e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, anche di chi si trova a gestire l'emergenza: come raccontato da BolognaToday, uno dei sindaci dei comuni più colpiti ha ammesso che "Si è costruito male: abbiamo trascurato dei segnali che andavano invece presi in considerazione".
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L'alluvione in Emilia-Romagna si poteva prevedere: le simulazioni
Sapevamo dove avrebbe colpito di più l'alluvione in Emilia-Romagna, con un livello di precisione e dettaglio corrispondente alla via di una città. Conoscere in anticipo eventi di questo tipo è cruciale per comprendere i rischi di un territorio e adattarlo di conseguenza. SaferPlaces è una startup che ha sede proprio in Emilia-Romagna e ha sviluppato una tecnologia per affrontare i rischi alluvionali con algoritmi di intelligenza artificiale che usano in tempo reale dati presi dal satellite.
"L'innovazione di SaferPlaces consiste nella capacità di fornire l'intelligenza sul rischio di allagamento in breve tempo, per qualsiasi città del mondo, a bassi costi, con risultati attendibili e ad alta risoluzione spaziale - si legge sul sito dell'azienda - SaferPlaces permette infatti di mappare rapidamente sia le aree potenzialmente allagabili che i danni economici edificio per edificio, che gli eventi estremi possono determinare".
Per questo motivo SaferPlaces collabora con la Protezione civile nella gestione dell'emergenza per l'ultima alluvione in Emilia-Romagna e ha fornito assistenza per redarre il Piano urbanistico generale di oltre 20 comuni tra bassa romagna, romagna faentina e riviera romagnola. Le simulazioni elaborate dagli algoritmi dell'azienda si sono avverate in entrambe le alluvioni di maggio 2023.
Nell'immagine si riporta un confronto tra le aree a elevata probabilità di allagamento simulate da SaferPlaces e le aree che poi si sono effettivamente allagate a Faenza nell'area Borgo Durbecco, durante la prima alluvione di maggio. Secondo SaferPlaces "queste informazioni devono essere facilmente disponibili e utilizzate per l'allerta e le azioni di informazione e prevenzione per i cittadini che si trovano nelle aree a rischio".
Fenomeni di questo tipo vengono considerati dalle mappe di rischio della Regione Emilia-Romagna con tempi di ritorni di quasi 100 anni, ma abbiamo visto che si sono verificati in meno di due settimane. Anche nelle elaborazioni ottenute da Today.it sull'ultima alluvione in Emilia-Romagna la precisione delle previsioni è decisamente alta. Nelle immagini fornite da SaferPlaces si nota la previsione di allagamento del quartiere Oltresavio, a Cesena: nei riquadri di destra si vede che i quartieri sommersi dall'alluvione del 16 e 17 maggio 2023 sono quelli che erano stati considerati più a rischio dalla simulazione.
Le mappe sono state generate post evento, ma la piattaforma è utilizzabile in tempo reale e per questo è stata utilizzata per aiutare la Protezione civile nelle evacuazioni. Eventi straordinari di questo tipo sono sempre meno rari, i territori devono prepararsi e adeguarsi, progettando di conseguenza. I dati ci sono: la nuova normalità è questa.
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