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Venerdì, 19 Aprile 2024
Senza pace / Ravenna

Dopo l'alluvione l'epidemia per l'acqua stagnante: febbre e infezioni, primi ricoveri

In Romagna primi casi di problemi intestinali in ospedale: nelle acque putride e maleodoranti galleggia di tutto compresa immondizia e carcasse di animali in putrefazione, oli e liquami delle fogne

Primi casi di problemi intestinali nelle zone alluvionate dell'Emilia Romagna. Come confermato dall'Ausl Romagna una 69enne sfollata residente a Massa Lombarda si è recata al pronto soccorso dell'ospedale 'Umberto I' di Lugo dopo aver sviluppato un'infiammazione localizzata a livello dell'avambraccio. La donna, febbricitante, è stata poi ricoverata e le è stata diagnosticata una gastroenterite batterica. Si sta indagando per identificare il batterio responsabile dell'infezione. La donna, nei giorni dell'alluvione, aveva effettuato lavori di pulizia da acqua e fango intorno a casa.

Come spiega Ravennatoday è alto l'allarme per epidemia tra le persone costrette a convivere con le acque putride e maleodoranti che ristagnano in vaste zone della regione. D'altronde nell'acqua galleggia di tutto: non solo mobili e oggetti personali, ma anche cibo marcio, immondizia e carcasse di animali in putrefazione, oli e liquami delle fogne.

CONSELICE-2

La situazione più grave è quella che riguarda Conselice, dove la sindaca Paola Pula ha spiegato che quell'acqua - ormai stagnante e pericolosa per la salute - continuerà a invadere case, campi, negozi, aziende e strade per almeno un'altra settimana, tanto che la prima cittadina e il Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa hanno invitato tutti i cittadini a lasciare le loro abitazioni.

La donna di Lugo non è l'unico caso: un 46enne residente a Bagnacavallo, febbricitante e con mal di stomaco, si è presentato al pronto soccorso di Lugo e lunedì sera è stato ricoverato in Medicina d'urgenza per un'irritazione a livello intestinale. Il paziente non risulta tra gli sfollati, ma ha partecipato ai lavori di pulizia post alluvione a Bagnacavallo. L'Ausl spiega che questa irritazione intestinale potrebbe essere stata provocata dall'ingestione di microorganismi presenti nell'acqua stagnante.

Le raccomandazioni dell'Ausl

Quando l’alluvione impatta sul sistema fognario e sui reflui c’è un maggiore rischio di contrarre infezioni a carico del sistema gastrointestinale, che si manifestano con vomito e/o diarrea. Per cercare di prevenire l'infezione l'Ausl, senza creare allarmismo, raccomanda di non toccare occhi, naso e bocca con le mani sporche di fango e, ogni volta che è possibile, lavarsi con acqua e sapone.

L'Azienda sanitaria ha diffuso un vademecum che contiene indicazioni e norme di comportamento sanitarie per i cittadini e i volontari coinvolti dall’alluvione, proprio perché le acque alluvionali possono essere contaminate da reflui provenienti da sistemi fognari o da sostanze chimiche e da rifiuti agricoli o industriali con possibili impatti sulla salute.

Tra i rischi principali le infezioni gastrointestinali e il tetano. È necessario essere in possesso di vaccinazione antitetanica in corso di validità (ultima dose di richiamo entro gli ultimi 10 anni). "Non parliamo di allarme, perché ovviamente le parole in sanità hanno un senso, parliamo di un'attenzione molto forte alla prevenzione", ha specificato Raffaele Donini, assessore alla Sanità dell'Emilia-Romagna, che stamane a 24 Mattino su Radio 24 è tornato sul rischio sanitario dovuto al ristagno delle acque. D'altra parte, ha detto Donini, le acque alluvionali "possono essere composte anche da reflui provenienti dai sistemi fognari o dalla presenza di sostanze chimiche, quindi la prevenzione per noi è essenziale. È opportuno applicare il vademecum dell'Ausl e fare il richiamo dell'antitetanica. Ma ripeto, ad oggi, noi non abbiamo una situazione di allarme - conclude l'assessore -, abbiamo una situazione di attenzione molto forte ovviamente, per la quale sono in atto tutte le procedure di prevenzione".

Il rischio legionella

Alle avvertenze dell'asl si aggiungono quelle dell'istituto superiore di sanità: 

  • bere solo acqua potabile e sicura;
  • gettare i cibi o le bevande potenzialmente contaminate;
  • proteggersi con stivali e calzature robuste;
  • usare repellenti contro insetti e non lasciare esposte parti del corpo alla puntura di zanzare;
  • tenere lontani i bimbi dalle acque stagnanti.

I possibili rischi riguardano soprattutto le infezioni gastrointestinali, la legionellosi e le arbovirosi come l'infezione da West Nile virus. Nelle zone in cui i sistemi fognari sono danneggiati, come ricorda anche un risk assessment dell'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), pubblicato in occasione delle alluvioni del 2021 nel centro Europa, "aumenta il rischio di trasmissione indiretta o diretta di diversi patogeni gastrointestinali, dall'E. coli all'epatite A". Resta sempre l'indicazione di lavarsi le mani con acqua e sapone ed evitare di toccarsi gli occhi e la bocca con le mani sporche di fango.

Alcuni studi hanno evidenziato che precipitazioni più abbondanti possono essere associate a un maggior rischio di legionellosi come sottolinea il gruppo di esperti dell'Istituto superiore di sanità: "Con le inondazioni aumenta la probabilità che la Legionella si trasferisca dall'ambiente naturale (fiumi e laghi) alle tubature domestiche. È quindi importante, nei casi di polmonite, effettuare anche test diagnostici specifici per Legionella".

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