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Martedì, 23 Aprile 2024
la foto simbolo / Forlì-Cesena

In carrozzina va a spalare il fango in Emilia-Romagna: "Ho semplicemente fatto ciò che potevo"

La storia della foto simbolo di Simone Baldini, atleta paralimpico a Forlì per aiutare a pulire le strade dopo l'alluvione: "Tornerò, c'è tanto da fare"

Simone Baldini è andato in Emilia-Romagna a spalare il fango dell'alluvione a bordo della sua carrozzina. L'atleta paralimpico di 42 anni, originario di Roma ma residente a San Marino, è andato a Forlì per dare una mano ai cittadini vittime dell'alluvione, aiutandoli a liberare le strade dai detriti. La foto che lo ritrae all'opera scattata da qualcuno dei presenti è rapidamente diventata l'immagine simbolo della solidarietà per il disastro nella regione.

"C'è ancora molto da fare, tornerò"

Simone Baldini è un atleta paralimpico che in passato ha anche partecipato a delle gare di handbike con Alex Zanardi, vincendo un triathlon con titolo europeo e canottaggio. Dal 1997 è in carrozzina per un virus che ha colpito il suo midollo spinale. Baldini è andato a Forlì in anonimato con un gruppo di Pesaro, ma si è trovato al centro della scena.

"Non sono un eroe, ho semplicemente fatto quello che potevo e ho reso quello che ho sempre ricevuto nella mia malattia", ha detto in un'intervista a TgCom24, a cui racconta quella giornata a spalare fango. "E se il mio gesto può essere d'esempio, ben venga", sottolinea. "Se tornerò? Certamente, lì c'è da fare ancora per settimane. A Forlì, Cesena, Ravenna, non so. Di sicuro, dopo tutto questa ribalta non posso tirarmi indietro e farmi dire dietro che ero lì solo per pubblicità".

Baldini ha spiegato così la genesi della foto: "Io ero lì ad aiutare, come gli altri. Seguivamo il flusso dei volontari chiedendo in giro 'C'è bisogno? C'è bisogno? Ed entravamo nelle case di chi ha perso tutto sotto 4 metri d'acqua. Poi qualcuno mi ha scattato quella foto, mentre ero di spalle, nel fango. Non me ne ero accorto, ma quell'immagine ha iniziato a circolare in maniera incontrollata. Alla sera, a casa, dopo circa sei ore di lavoro a Forlì, ho iniziato a ricevere numerosi messaggi e telefonate da chi mi aveva riconosciuto. Pensi che neanche i miei genitori sapevano che ero lì quel giorno: sono andato in anonimato e mi sono ritrovato al centro del clamore mediatico".

Simone Baldini però non ha ancora finito: "Tornerò presto lì. C'è ancora tanto da fare. E poi proprio ora non posso tirarmi indietro, altrimenti mi verrà detto che ero a Forlì per farmi pubblicità. Niente di più lontano dalla mia volontà. Sono cresciuto in una famiglia molto sensibile alla solidarietà. Mio padre è un vigile del fuoco in pensione e ha operato in tantissimi teatri di emergenza, a partire dal terremoto in Irpinia. E raccontava a casa le sue esperienze, la gente che ha aiutato. Sono stato educato così e anche la malattia che nel 1997 mi ha fatto perdere l'uso delle gambe non mi ha fermato. Mi sono interessato a corsi di soccorso della Croce Rossa, volevo entrare in Protezione Civile. Insomma, voglio sempre restituire tutto quello che mi è stato dato e le mie condizioni non mi fermano, anche se può immaginare come sia stato complesso muoversi per quelle strade alluvionate".

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