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Venerdì, 29 Marzo 2024
Contromisure da adottare

Alluvione Emilia-Romagna: cosa si può fare per evitare nuovi disastri del genere

Il violento nubifragio che sta flagellando le province di Forlì, Cesena, Rimini, Ravenna e Bologna è soltanto l’ultimo evento estremo che ci troviamo a fronteggiare. L’intervista a Francesco Vincenzi, presidente Anbi: "Sono gli effetti del cambiamento climatico, per prevenire queste tragedie servono investimenti e cura del territorio"

Il maltempo, ancora una volta, ha colpito con violenza l’Emilia Romagna, causando l’esondazione di 14 fiumi, allagamenti e scene di terrore. L’allerta meteo che aveva annunciato l’arrivo di un intenso nubifragio non è bastata per evitare nuove vittime, dispersi e migliaia di persone evacuate. Immagini drammatiche arrivano da tutte le province, un “remake” di quanto successo all’inizio di maggio, quando il medesimo territorio era stato flagellato da un’altra ondata di maltempo.

L'alluvione in Emilia Romagna

Eventi estremi sempre più frequenti, che scaricano in aree circoscritte e in poche ore enormi quantitativi d’acqua. Ma cosa si può fare per evitare che disastri del genere continuino a ripetersi? Quali condizioni aumentano le probabilità che avvengano? Si tratta di fenomeni "straordinari", come li ha definiti Francesco Vincenzi, presidente Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) sia nazionale che per l’Emilia Romagna, intervistato da Today: "Si tratta di una situazione fuori dal comune. Dal 2 maggio a oggi è caduta quasi la stessa quantità di pioggia che si registra in un anno intero: nel 2022 in Emilia Romagna sono caduti 470 mm d’acqua, nelle ultime settimane, in alcune zone abbiamo già toccato quota 370-400 mm".

Alluvione in Emilia Romagna: tutte le notizie e gli aggiornamenti in diretta

Eventi di una violenza inaudita che si manifestano dopo lunghi periodi di siccità, incontrando sulla propria strada tutte le debolezze del nostro territorio: "In questo caso specifico parliamo di una zona collinare, molto fragile. Una situazione aggravata dai fenomeni di siccità: dopo 18 mesi senza acqua il terreno è diventato praticamente impermeabile. Lo scenario è drammatico, la pioggia ha provocato frane e smottamenti, l’acqua è scesa rapidamente dalle colline devastando interi terreni. I torrenti non sono in grado di contenere la quantità d’acqua che è caduta".

Gli effetti del cambiamento climatico

In viaggio verso le zone alluvionate, il 43enne imprenditore agricolo modenese ha spiegato a Today quali sono le contromisure da adottare nell’immediato per limitare i danni: "Stiamo cercando di gestire l’acqua che esce dai torrenti, ma la nostra rete di consorzi non è fatta per controllare tutti i fiumi. La situazione è tragica, anche a causa delle condizioni sulla costa, con le mareggiate che entrano nella terra ferma e impediscono lo scolo naturale delle acque. In questo momento è fondamentale salvaguardare le vite umane e continuare ad allontanare entrata nelle città e nelle campagne".

"Siamo davanti a un altro terremoto, infrastrutture demolite" 

"Sono gli effetti del cambiamento climatico - ha sottolineato Vincenzi - Non è vero che la pioggia diminuirà, ci saranno sicuramente anni con meno precipitazioni, ma in realtà a cambiare è la distribuzione della pioggia nel tempo. Avremo sempre una piovosità importante, ma se in un giorno cade l’acqua di un anno, dovremo fare i conti con altri disastri del genere".

Le contromisure da adottare

Ma cosa si può fare per prevenire queste tragedie? Un problema non semplice, che deve essere affrontato da più versanti: "Bisogna avere maggiore cura del territorio e cambiare i nostri comportamenti - ha spiegato il presidente di Anbi - Non possiamo più permetterci il lusso di costruire ovunque, è necessario smettere di urbanizzare soprattutto sui terreni che invece dovrebbero servire per assorbire l’acqua. L’Italia ha in territorio molto particolare, con l’Appennino che attraversa gran parte dello Stivale, dall’Emilia alla Calabria, zone in cui la distanza dalla montagna al mare è molto ridotta, aumentando la velocità di discesa dell’acqua in caso di alluvione".

"Aiutateci, siamo qui": grida disperate e fiumi esondati, tutti i video drammatici dell'alluvione

“Una delle soluzioni che consigliamo da tempo - ha aggiunto Vincenzi - è quella delle vasche di laminazione, enormi recipienti per lo stoccaggio temporaneo dell’acqua, che ci permettono di trattenere l’acqua dei fiumi in caso di piena, che poi può anche essere utilizzata per irrigare i campi in caso di siccità. Dobbiamo ripristinare la rete per affrontare l’autunno che verrà, altrimenti ci troveremo con altri disastri. È necessario far rimanere le imprese agricole che aiutano a garantire la tenuta del territorio. Dobbiamo avere cura del territorio, ma servono investimenti per la pulizia degli alberi e degli argini, per regimentare i corsi d’acqua”.

"Al netto di tutte queste contromisure - ha concluso Vincenzi - quando ci sono eventi eccezionali, esiste sempre un rischio residuo. Con una piovosità così abbondante non esistono infrastrutture adeguate a ricevere tutta quell’acqua. Quello che possiamo fare è rallentarla prima che arrivi in modo repentino e violento sui territori di pianura, limitando così i danni". La natura è in grado di scatenare una furia per noi spesso impossibile da fronteggiare, ma con le giuste politiche di prevenzione e la dovuta cura per il nostro amato territorio, forse alcune tragedie potrebbero essere evitate.

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