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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il caso

Caccia all'amoxicillina: l'ultimo tra i farmaci introvabili

Farmacie e pediatri lamentano la mancanza di antibiotici importanti per curare molte patologie infettive: li abbiamo cercati da Nord a Sud e provato di capire perché ci troviamo solo di fronte alla punta dell'iceberg

Da Nord a Sud, dalla provincia alla città. Mentre l'Italia è attraversata da un'epidemia di streptococco ,che colpisce soprattutto i bambini, la maggiore arma per combatterla è sempre più difficile da trovare. Parliamo dell'amoxicillina, principio attivo appartenente alla classe delle peniciline. Viene usata per curare varie patologie tra cui le infezioni da streptococco e scarlattina, aumentate del 50% in Italia, in particolare tra i più piccoli.  La sua irreperibilità induce sempre di più alla prescrizione di alternative terapeutiche inappropriate, con l’aumentato rischio della comparsa di effetti e reazioni avverse: è l’appello urgente che la società dei medici pediatri italiani ha indirizzato all’Agenzia Italiana del Farmaco pochi giorni fa. Abbiamo provato a cercarla anche noi, in varie parti d'Italia, ecco com'è andata.

Amoxicillina: la situazione da Nord a Sud e perché manca

La prima telefonata è a una farmacia milanese. L'addetta, in maniera molto gentile, mi informa che non hanno al momento farmaci basati su questo principio attivo e mi suggerisce di ripassare domani, confrontandomi con il mio medico per ottenere la ricetta corretta e non slittare in coda. A Roma è rimasta un'ultima confenzione di Clavulin: non è semplice da trovare, mi consigliano di provare in mattinata con ricetta medica. A Palermo mi rispondono sconsolati: i farmaci a base di amoxicilina sono introvabili da giorni e non sanno dirmi quando saranno di nuovo disponibili. Va meglio a Napoli: la farmacia che contatto ha un generico dell'Augmentin che contiene, mi spiegano, il principio attivo richiesto. 

Non va meglio in provincia: a Catanzaro mi dicono che hanno hanno farmaci a base di Amoxicillina, ma non con la combinazione di amoxicillina e acido clavulonico, a Spoleto è rimasto solo uno sciroppo. A Novara hanno una sola confezione di Amoxina disponibile, il resto va riordinato, ma non sanno quando sarà disponibille.

Se non possiamo parlare di emergenza quindi, possiamo parlare sicuramente di forte carenza. Il motivo lo spiega Andrea Mandelli, il presidente dell'Ordine dei farmacisti italiani: ''Nel caso dell’Amoxicilina, le aziende che producono farmaci pediatrici non sono molte. Quest’anno abbiamo avuto, soprattutto negli ultimi mesi, un’epidemia di streptococco che ha portato a un vero e proprio boom di prescrizioni del principio attivo. A ciò si aggiunga che l’azienda che produceva un farmaco che copriva il 60% del bisogno di amoxicillina ha deciso di non commercializzarlo più e ci troviamo di fronte alla tempesta perfetta''. Parliamo della Pfizer che, secondo quanto comunicato dall’Aifa ha sospeso la commercializzazione dello Zimox nel novembre dello scorso anno. La buona notizia è data invece dalla buona volontà di Sifap (Società italiana farmacisti preparatori) e Sifo (Società italiana di farmacia ospedaliera) che si sono rese disponibili a produrre l’Amoxicillina direttamente in farmacia se riescono a reperire il principio attivo.

Ma qualche altra indicazione, sulle cause dell'irreperibilità del farmaco viene, ancora una volta, dalla nota dell'associazione pediatri italiani all'AIFA: "Si ribadisce di considerare la possibilità di sopperire alla cessata produzione di un antibiotico troppo poco costoso per essere interessante produrlo dal punto di vista dell'industria, perché a differenza di altre illustri perdite del passato (penicillina orale e eritromicina), il suo abbandono può rappresentare un grave rischio per la salute pubblica data l'ampia numerosità della popolazione che può averne bisogno. In mancanza di aziende disposte a continuare a produrla, dovremmo considerare le possibili alternative che può fornire un sistema sanitario universalistico, che dovrebbe occuparsi della salute di tutte le persone e non abbandonare un farmaco efficace e poco costoso". Il tema è quello degli interessi del business che non coincidono sempre con quelli della salute pubblica. E il problema della mancanza dell'Amoxicillina, pur senza allarmismi, sembra solo la punta dell'Iceberg. 

Quanti sono i farmaci che mancano all’appello in Italia

Secondo l’Agenzia Italiana del farmaco ad oggi, in Italia, mancano all’appello circa 3394 farmaci. Parliamo di antinfiammatori, antipiretici, antidolorifici, antibiotici, ma in molti casi anche di antipertensivi, antidepressivi e diuretici.  Nella maggior parte dei casi la carenza è attribuita alla cessazione definitiva della produzione, in molti altri casi ci si trova davanti a problemi produttivi o a richieste eccessive.

La buona notizia è che per la maggior parte dei farmaci esiste un equivalente e quando non esiste la ragione è spesso attribuibile alla cessata commercializzazione e produzione. In alcuni casi però, come per la carenza di Amoxicilina per lo steptococco, le cose si complicano

L’evidenza però è che il problema non sia solo italiano, ma che riguarda, nel complesso, l’intero Continente, come riporta una bella inchiesta realizzata da EDJ Network. Una crisi evidenziata dalla pandemia, quando intere nazioni si sono trovate alle prese con la mancanza di dispositivi medici come mascherine FFP2, ma anche farmaci come anestetici e rilassanti muscolari, così come antibiotici e antiretrovirali. È come se la pandemia ci avesse aperto gli occhi su una dinamica che non possiamo più ignorare. Prova ne è stato l’inverno che ci ha appena lasciato.

Negli ultimi 20 anni in Europa la carenza di farmaci è aumentata di 20 volte

Tra il 2001 e il 2018 la carenza di farmaci nella Ue è aumentata di ben venti volte. Secondo una nota della Commissione europea la disponibilità di prodotti farmaceutici continua a diminuire. E in molti casi si parla di farmaci essenziali, oltre il 50% di quelli in esaurimento sarebbero medicinali per il trattamento di cancro, infezioni e disturbi del sistema nervoso (epilessia, Parkinson).

E il 15 dicembre di quest’anno, in piena stagione invernale, l’Agenzia Europea del farmaco ha annunciato che quasi ogni paese europeo stava affrontando delle carenze sul rifornimento di medicinali, specialmente per quanto riguardava la fornitura di antibiotici. Ed è proprio un antibiotico, secondo il MIR, che detiene il record di carenza in un paese europeo. Stiamo parlando dell’Amoxicilina che abbiamo cercato per scarlattina e streptococco, che in Spagna è stata carente per tre anni e mezzo, dal 2015 al 2019: questo principio attivo è tutt’ora uno di quelli che mancano maggiormente nel mercato europeo. Ma, in generale, è significativo che nel 2022, si sia registrata la carenza di farmaci maggiore.

Così abbiamo pagato due volte i vaccini Covid

''La carenza di farmaci è un’allerta mondiale e la cause sono molteplici, non solo nella produzione dei principi attivi, banalmente un ruolo importante è rivestito anche dal vetro, dall’alluminio e dalla carta che costituiscono il packaging e i contenitori dei farmaci'' sottolinea Mandelli.

Ma se la guerra in Ucraina gioca sicuramente un ruolo nell’innalzamento del prezzo delle materie prime e nell’energia necessarie per la produzione dei farmaci, le cause sembrano molto più variegate.

''Il Covid ha sicuramente influenzato e peggiorato il quadro, in quanto molti dei nostri farmaci vengono prodotti in Cina e nei paesi orientali ed è normale che, nel caso di un epidemia, le esportazioni siano meno generose. È uno dei prezzi della delocalizzazione della produzione. Oggi facciamo fatica a produrre i principi attivi dei farmaci perché abbiamo spostato all’estero la produzione. Ma i fattori che influiscono sulla carenza dei farmaci sono molti. Tornando al presente non possiamo non menzionare ad esempio la crisi energetica che ha impattato fortemente su logistica e produzione''' osserva Mandelli. 

Ma, in molti casi, anche a causa dell'impennata dei costi di produzione, a molte multinazionali del farmaco non conviene semplicemente più produrre ed esportare determinati classi di farmaci in nazioni dove il prezzo di acquisto (e quindi i margini di profitto) sono bassi. E purtroppo tornare indietro non è oggi semplice, come sottolinea Mandelli: '''Bisognerebbe incentivare le aziende a produrre in Italia e in Europa. La nostra chimica non ha nulla da invidiare a nessuno nel mondo, il nostro problema è che spesso non abbiamo i principi attivi per produrre i farmaci'''. Una lezione che, dopo più di due anni di pandemia, dovremmo avere già imparato. 

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