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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Andrea Crisanti: "Con la variante inglese si può arrivare a 50-60mila casi in 2-3 settimane"

Il microbiologo dell'Università di Padova: "L'estate era il momento di svolta decisivo, abbiamo perso l'opportunità per mettere la parola fine" al virus

 "Adesso siamo in una situazione difficile. Probabilmente la crisi di governo non ha aiutato in un momento d'incertezza. Ma il vero problema è stato non fare il lockdown a Natale. Se lo avessimo avuto non staremmo qui a parlare di minaccia varianti di Sars-CoV-2. Non le avremmo le varianti in casa. Adesso è complicato. I casi di Portogallo, Israele, Inghilterra ci hanno dimostrato che la variante inglese, se lasciata libera, è in grado di portarti in alto i numeri. Si può arrivare a 50-60mila casi in 2-3 settimane". A fare il punto sulla situazione epidemiologica è Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, che raggiunto dall’AdnKronos torna a parlar del pericolo delle varianti: "Nel mio laboratorio - spiega lo studioso - la variante non l'ho vista se non in un caso sporadico fino a fine dicembre. All'inizio erano persone che venivano dall'Inghilterra, poi i numeri sono cresciuti e sono in linea con la percentuale rilevata in Italia, che è al 17-18%".

"È passato quasi un anno" da quando l'Italia ha scoperto il suo 'paziente 1' di Covid-19 a Codogno, "e siamo qui ancora a misurarci col virus” argomenta Crisanti. "Visto quello che stava succedendo durante l'estate, a giugno-luglio ho pensato: qui non ne usciamo. E infatti ne sono convinto, stiamo pagando gli sbagli fatti" nella bella stagione. "Era lì il momento di svolta decisivo, abbiamo perso l'opportunità per mettere la parola fine, per diventare come la Nuova Zelanda o la Corea del Sud. Invece di 'tutti in vacanza', bisognava blindare l'Italia e fare un investimento senza precedenti per potenziare il tracciamento e la capacità di fare test". 

Crisanti: "Con le varianti servono lockdown chirurgici" 

Il direttore del Laboratorio di Microbiologia dell'Azienda ospedaliera di Padova ha parlato del pericolo varianti anche a ‘Un giorno da pecora’, su Rai Radio 1  "Se non si adottano misure di contenimento, se rimaniamo tutte zone gialle, con zone bianche, possiamo arrivare a 30-40mila casi al giorno verso metà marzo. Bisogna anticipare, altrimenti poi c'è un prezzo da pagare". Quanto alle chisure, Crisanti ha precisato che "le zone rosse funzionano, però è chiaro che se abbiamo focolai con variante brasiliana o sudafricana non basta: bisogna proprio chiudere, essendo severissimi, altrimenti neutralizziamo l'arma che abbiamo, perché il vaccino è molto meno efficace contro queste varianti. Ci sono un paio di focolai di brasiliana, in Umbria e Abruzzo, dove ci sono delle zone rosse - ha concluso il microbiologo - ma bisognerebbe proprio chiudere, con un lockdown chirurgico".

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