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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Secondo Crisanti

"Gli anticorpi monoclonali sono uno spreco di soldi senza precedenti"

Ne è convinto il virologo Andrea Crisanti, dopo che il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato il decreto che autorizza la loro distribuzione in via straordinaria

"Gli anticorpi monoclonali vanno bene per chi non ne ha bisogno. Perché fondamentalmente hanno un effetto per i casi moderati e non gravi" di Covid-19. "Penso sia uno spreco di soldi senza precedenti. In presenza di un vaccino, spendere 2-4mila euro per un anticorpo monoclonale senza nessun dato che dimostri che questi farmaci sono in grado di prevenire l'infezione grave, quando poi c'è il trial dell'Eli Lilly che dimostra che nei pazienti gravi sono controproducenti, penso che sia sbagliato". Lo ha detto il virologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova e docente di microbiologia dell'ateneo cittadino, ospite di Oggi è un altro giorno su Rai1.

Il via libera di Speranza

Dopo l'ok dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato il decreto che autorizza la distribuzione, in via straordinaria, dei due anticorpi monoclonali prodotti da Regeneron e Eli Lilly. "Così abbiamo, insieme ai vaccini, una possibilità in più per contrastare il Covid 19",  ha annunciato Speranza sabato su Facebook. Il ministro ha firmato il decreto che dà il via alla distribuzione in Italia degli anticorpi monoclonali dopo che mercoledì la Commissione tecnico scientifica dell'Aifa aveva detto sì a due monoclonali. L'agenzia europea dei medicinali (Ema) non si è ancora espressa su questi medicinali, e l'Italia sfrutta l’opportunità concessa dalla legge 648 del 1996, che permette di far entrare nel nostro sistema sanitario medicinali ancora in corso di sperimentazione nel caso dell'assenza di una terapia alternativa.

Nelle sue indicazioni, l'Aifa aveva sottolineato che "pur considerando l'immaturità dei dati e la conseguente incertezza rispetto all'entità del beneficio offerto si ritiene che in via straordinaria, possa essere opportuno offrire comunque un'opzione terapeutica ai soggetti non ospedalizzati che, pur con malattia lieve/moderata risultano ad alto rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19".

La popolazione candidabile al trattamento con gli anticorpi monoclonali dovrà essere rappresentata "unicamente da soggetti di età maggiore di 12 anni, non ospedalizzati per Covid, non in ossigenoterapia, con sintomi di grado lieve-moderato di recente insorgenza (e comunque da non oltre 10 giorni) e presenza di almeno uno dei fattori di rischio (o almeno 2 se uno di essi è l'età maggiore di 65 anni)" come malattia renale cronica, diabete non controllato, immunodeficienze. La scelta in merito alle "modalità di prescrizione degli anticorpi monoclonali, come pure la definizione degli specifici aspetti organizzativi, potrà essere lasciata alle singole regioni", ha affermato l'Aifa nel parere in merito a tali terapie.

Gli anticorpi monoclonali sono una cura miracolosa contro il coronavirus?

Curare i pazienti affetti da Covid-19 con farmaci ad hoc in grado di attivare il sistema immunitario contro il coronavirus e di prevenire le forme più gravi dell'infezione sarebbe il sogno dei medici di tutto il mondo, ma gli anticorpi monoclonali non sono (ancora) una cura miracolosa. Ci sono segnali incoraggianti ma "ad oggi non esiste nessuno studio scientifico pubblicato che consenta di dire che siano un trattamento salvavita - ha spiegato a Today il professor Gabriele Costantino, direttore del Dipartimento di Food and Drugs presso l'Università di Parma e docente ordinario di chimica farmaceutica presso lo stesso ateneo - . Anzi, uno studio pubblicato dimostra che l’impiego in una finestra temporale sbagliata (ad esempio nel paziente grave, ospedalizzato) può addirittura peggiorare l’esito. I trattamenti autorizzati (non approvati) in uso emergenziale in USA e Canada danno risposte molto marginali, negli studi scientifici pubblicati, sul tasso di ospedalizzazione, e non diminuiscono la carica virale rispetto ai pazienti che non sono trattati. Risultati un po’ migliori sembra si ottengano con combinazioni di diversi anticorpi, e a dosaggio (e costo!) molto maggiore.  Ma ancora siamo ben lontani dal poter dire che si tratta di una terapia validata clinicamente. C’è ancora molto da sperimentare, e probabilmente occorrerà attendere nuove combinazioni, e nuovi anticorpi".
 

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