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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'idea del ministro Colao

App Immuni: che fine ha fatto e perché può tornare molto utile in estate

Ad oggi sono poco più di 10 milioni e 407mila i download: un flop. Ma lo strumento di contact tracing potrebbe avere una nuova vita con il passaporto vaccinale. Vediamo come

C'è forse una nuova vita all'orizzonte per Immuni, l'app gestita dal ministero della Salute che potenzialmente dovrebbe salvare vite umane ma che non è mai decollata nel nostro Paese. Ieri il ministro per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao, nel corso di un'audizione alla Commissione Trasporti della Camera, ha detto che "Immuni non ha avuto un grande successo di pubblico, ma potrebbe avere un'utilità futura in ottica di passaporto vaccinale".

L'app Immuni e il passaporto vaccinale

In che modo? L'app potrebbe essere usata per digitalizzare il documento che potrebbe permettere a chi è vaccinato, ha un test negativo o è guarito dal covid di accedere a luoghi e servizi liberamente e spostarsi da un Paese all'altro. In sostanza, il documento che certifica la nostra immunità o negatività potrebbe essere salvato nell'app Immuni: basterà aprire l'app e mostrare l'attestato per avere il via libera.

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha sottolineato più volte che sul passaporto vaccinale l'Italia seguirà l'Ue e che il "green pass" europeo connesso alle vaccinazioni è la strada giusta per ricominciare a viaggiare in sicurezza. Che cosa prevede allora il pass europeo? Il commissario europeo all'Industria Thierry Breton ha spiegato che il certificato a livello europeo sarà sia in formato cartaceo che digitale, e indicherà il tipo di vaccino ricevuto, se sei stato portatore della malattia e se si hanno gli anticorpi. Inoltre sarà dotato di codice Qr.

Il certificato, che non sarà obbligatorio, potrebbe essere richiesto per prendere un aereo, partecipare a un evento o entrare in un luogo pubblico. Chi lo riceverà potrà dunque viaggiare con maggiore facilità e partecipare ad eventi che sono preclusi a chi non ha fatto il vaccino. Così almeno suggeriscono le parole di Breton. Ma ovviamente l'Ue non potrà decidere al posto dei singoli Stati quali restrizioni imporre a chi non è stato vaccinato e se prevedere o meno un doppio binario. Il provvedimento sarà votato il prossimo 26 aprile. Il green pass, ha spiegato David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, farà sì che "potranno riaprire alcune attività e consentirà agli anziani, che sono i primi vaccinati, di riprendere anche una vita normale". Il contributo di Immuni, con l'idea del ministro Colao, potrebbe essere decisivo.

Il tracciamento fai da te

C'è un'altra novità. Come abbiamo spiegato nei giorni scorsi, a quasi un anno dal lancio arriva sull'app italiana di tracciamento del Covid-19 la possibilità per gli utenti di caricare in autonomia, senza l'intervento di un operatore sanitario, il proprio codice di positività che fa scattare un avviso a tutti i contatti stretti. Una nuova funzione che si spera possa far tornare utile questo strumento di contact tracing. Ad oggi sono poco più di 10 milioni e 407mila i download, mentre gli utenti positivi registrati neanche 16mila. Eppure, studi effettuati in diversi Paesi che hanno adottato un'app simile a Immuni dimostrano che possono effettivamente aiutare a prevenire le infezioni. Un team di ricerca dell'Università di Oxford ha stimato che ogni aumento dell'1% degli utenti dell'app di contact tracing inglese (a febbraio adottata da 16,5 milioni di utenti) riduce il numero di infezioni dello 0,8-2,3%. In Europa sono tredici le nazioni con cui l'app Immuni è interoperabile, e potrebbero essere una base per lo sviluppo del passaporto vaccinale, prossimo step digitale per spostamenti e riaperture.

L'app Immuni - promossa dal governo e realizzata dalla società Bending Spoons - è stata resa disponibile dall'1 giugno 2020, con una sperimentazione iniziata in quattro regioni (Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia) e poi estesa al resto d'Italia dal 15 giugno. Si basa sulla piattaforma di tracciamento realizzata da Google e Apple e funziona con il bluetooth attraverso il quale gli smartphone su cui è installata comunicano in maniera anonima.

Il sistema di funzionamento è stato sviluppato di concerto con il Garante per la protezione dei dati personali, che proprio un mese fa ha dato l'ok all'attivazione della nuova funzione di tracciamento "fai da te". Grazie ad un aggiornamento dell'app disponibile sia per i dispositivi con sistema operativo iOS sia per quelli Android, diventa attiva la sezione in cui è possibile per l'utente caricare in autonomia il codice univoco nazionale (Cun) associato al risultato di un tampone molecolare (non sono validi i test antigenici o rapidi). Oltre a questo, vanno inserite le ultime otto cifre della tessera sanitaria e la data di inizio dei sintomi.

La procedura adottata inizialmente per segnalare la positività prevedeva l'intervento obbligatorio di un operatore sanitario, rivelatosi però difficoltoso per la scarsa connessione con il sistema sanitario. Per gli utenti che ne avessero bisogno è possibile comunque chiedere assistenza tramite call center al numero 800.91.24.91, in funzione dal 21 dicembre 2020.

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