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Martedì, 23 Aprile 2024
Pasqua in zona rossa

I camici bianchi in trincea: "Dobbiamo salvare vite anche giovani, in giro c'è una leggerezza disarmante"

L'appello di Pietro Dattolo, presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Firenze. "Negli ospedali abbiamo gli stessi pazienti della seconda ondata e l'età media si sta abbassando. Entrare in una terapia intensiva non è come fare una visita di controllo in ambulatorio"

"Non possiamo ignorare quello che accade a pochi metri da noi: migliaia di persone chiuse nelle proprie camere a lottare con la malattia del Covid, i reparti d'ospedale al limite. I medici non sono considerati più eroi, ma stremati. Troppi hanno già perso la vita per questo virus. Ora continueranno ad aiutare, a fare il loro lavoro, ma senza la collaborazione di tutti è impossibile vincere questa battaglia". A parlare è Pietro Dattolo, presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Firenze, che a due giorni dalla Pasqua lancia l'allarme sulla situazione sanitaria. Che era e resta critica, in Toscana come nel resto del Paese. 

"Stiamo camminando su una passerella sempre più instabile e sottile" dice Dattolo. "Abbiamo alle spalle oltre 5 mila decessi solo in Toscana, scene drammatiche mostrate ogni giorno dai notiziari. Eppure, assistiamo ancora a una leggerezza disarmante in troppe, troppe persone. Serve ritrovare quella responsabilità che ci premiò la scorsa primavera. Negli ospedali abbiamo gli stessi pazienti della seconda ondata a novembre, c'è un dolore dilagante che una società civile non può accettare". 

"Oggi dobbiamo salvare vite anche giovani, troppe persone hanno smesso di seguire le regole"

"Comprendiamo la stanchezza delle persone, costrette a sacrifici economici e distanze sociali da più d un anno. Mai ce lo saremmo aspettati ed è chiaro che abituarsi a una condizione del genere è pressoché impossibile" prosegue il camice bianco. Che poi sottolinea come il Covid sia una patologia pesante anche per chi è in là con gli anni. "L'età media si sta abbassando dobbiamo salvare anche vite giovani. Entrare in una terapia intensiva non è come fare una visita di controllo in ambulatorio, significa aver perso il più delle volte la capacità di respirare in autonomia. Vuol dire, in caso di salvezza, riabilitazione e cure postume. Ascoltate le testimonianze di chi ha il coraggio di parlare, che siano malati, medici o infermieri. Non sono esagerazioni, ma la verità di chi ha visto il Covid con i propri occhi. Non è possibile mettere sulla bilancia gli asintomatici e i malati poco gravi per giustificare certe leggerezze nei comportamenti. Se il Covid continua a colpire con tanta ferocia, vuol dire che troppe persone hanno smesso di seguire le regole. I vaccini ancora sono pochi e l'immunità è lontana. Questo non è il momento di trovare scappatoie, ma coscienza''.

Lopalco: le visite ad amici e parenti a Pasqua "il preludio di una tragedia"

Ieri a lanciare un accorato appello in vista delle festività Pasquali era stato Pierluigi Lopalco, epidemiologo ed assessore alla Sanità della Regione Puglia. La possibilità concessa dal governo di fare visita una volta al giorno ad amici e parenti "apre autostrade al virus, che vive di contatti" aveva spiegato Lopalco. "Le prossime festività pasquali saranno un altro tornante della pandemia. Si dovrà evitare di muoversi da casa, per non peggiorare la situazione". "Evitiamo di affollare i luoghi pubblici, facciamo la spesa in orari non di punta, proteggiamo le persone non ancora immunizzate e evitiamo di farci gli auguri di Pasqua di persona", è l'appello dell'epidemiologo che conclude: "Una visita di cortesia per scambiarsi gli auguri può essere il preludio di una tragedia. Il virus cammina su chi si incontra, si saluta o si abbraccia e si propaga ad altissima velocità".

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