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Giovedì, 28 Marzo 2024
la decisione

Archiviata la posizione di Conte e Speranza nell'inchiesta Covid: "Bavaglio sulla morte di migliaia di persone"

L'ex presidente del Consiglio e l'ex ministro della Salute sotto accusa per non aver dichiarato la zona rossa in provincia di Bergamo e per la mancata applicazione del Piano pandemico

Il Tribunale dei Ministri ha archiviato la posizione di Giuseppe Conte e Roberto Speranza per l'inchiesta Covid sulla gestione della prima fase della pandemia di Coronavirus nella Val Seriana, in provincia di Bergamo. Dopo una camera di consiglio, è stata dunque accolta la richiesta di archiviazione della Procura di Brescia. L'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l'ex ministro della Salute Roberto Speranza erano stati accusati di omicidio colposo ed epidemia colposa.

Perché Conte e Speranza erano indagati nell'inchiesta Covid 

La cosiddetta "Inchiesta Covid" riguarda la mancata istituzione della "zona rossa" ad Alzano e Nembro, paesi della provincia di Bergamo colpiti da un numero molto alto di contagi nelle prime fasi della pandemia. È stata contestata anche la mancata applicazione del piano pandemico che, seppur datato 2006, per la magistratura poteva limitare i danni e salvare parecchie vite. Conte e Speranza erano ritenuti responsabili di non aver preso tempestivamente misure emergenziali per i due comuni bergamaschi a marzo 2020, così come era successo per le aree del lodigiano e di Vo' Eugeneo, causando così indirettamente la morte di migliaia di cittadini, circa 4mila secondo l'accusa.

L'inchiesta covid, Conte e Speranza indagati: "Si potevano evitare oltre 4mila morti"

Il 10 maggio 2023 Conte e Speranza erano stati sentiti dalla Procura di Brescia e durante l'interrogatorio avevano presentato una memoria difensiva. Dopo la richiesta di archiviazione dei pm bresciani, il tribunale dei ministri ha chiuso il caso, confermando la decisione. All'ex premier veniva contestata dalla Procura di Bergamo la mancata istituzione della zona Rossa nella Bergamasca ad Alzano e Nembro. Ma visto che "non risulta che il Presidente del Consiglio Conte, prima del 2 marzo 2020, fosse stato informato della situazione dei comuni di Nembro e Alzano Lombardo, stando all'imputazione" lui "avrebbe dovuto decidere, circa l'istituzione della zona rossa" il giorno stesso. E secondo il tribunale dei Ministri "si tratta, evidentemente, di ipotesi irragionevole".

La reazione dei familiari delle vittime

 Delusi e amareggiati i familiari delle vittime del Covid19 dell'Associazione #Sereniesempreuniti che da oltre 3 anni si battono per la verità. "Ancora una volta ci è stato negato di poter conoscere la verità sulla morte dei nostri cari e di migliaia di persone che, come emerso dalle risultanze della coraggiosa indagine della Procura di Bergamo, si sarebbero potute salvare. Questa archiviazione è uno schiaffo in faccia a tutti noi e all'Italia intera che si merita un sistema politico e di giustizia più trasparente. Siamo intransigenti con quanto fatto dalla Procura di Brescia e dal Tribunale dei Ministri: l'archiviazione è un vilipendio alla memoria dei nostri familiari, un bavaglio, l'ennesimo in un'Italia corrosa dall'omertà contro cui ci siamo sempre battuti e continueremo a farlo nelle sedi che ci restano, come quella civile".

“Siamo amareggiati per la decisione che va in senso opposto alle risultanze cui era pervenuta la Procura di Bergamo dopo tre anni di indagini - aggiunge Consuelo Locati, del team legale dei familiari -. Attendiamo di conoscere le motivazioni addotte a fondamento della richiesta".

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