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Venerdì, 29 Marzo 2024
Come stanno le cose / Ucraina

Arruolarsi per andare a combattere in Ucraina è legale?

Circolano appelli, guide, consigli logistici. Ma gli avvocati avvertono: arruolarsi così non è legale. In democrazia soltanto i poteri regolarmente costituiti hanno la facoltà di decidere sull'eventuale uso della forza. Nei giorni scorsi il presidente Zelensky ha annunciato il progetto di una legione internazionale

Circolano appelli, guide, consigli logistici. Ma gli avvocati avvertono: arruolarsi per combattere in Ucraina non è legale. In democrazia soltanto i poteri regolarmente costituiti hanno la facoltà di decidere sull'eventuale uso della forza.

Guerra Russia Ucraina: ultime notizie in diretta

Nei giorni scorsi il presidente ucraino Zelensky ha annunciato il progetto di una legione internazionale per difendere Kiev dall’aggressione russa. "Sono in arrivo più di mille volontari da 16 paesi per combattere accanto al popolo ucraino contro l’aggressione. E le domande continuano ad arrivare" diceva il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

La legione internazionale in Ucraina

Ma è davvero possibile arruolarsi a norma di legge nella legione internazionale? Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani nei giorni scorsi, il primo step per gli italiani è telefonare all’ufficiale militare dell’ambasciata ucraina a Roma. A quel punto il candidato riceve un vademecum con le informazioni sui documenti richiesti. Per rivolgersi all’ambasciata dell’Ucraina si possono seguire tre strade: andare in ambasciata; chiamare; scrivere una mail. Il secondo step riguarda l’esperienza sul campo, ovvero documenti che attestino lo svolgimento del servizio militare o attività in agenzie di sicurezza e la partecipazione in operazioni militari. Occorre, inoltre, essere incensurati.

Lo step tre prevederebbe il colloquio in ambasciata con il responsabile della Difesa e l’avvio delle procedure per ottenere il visto con il console. È possibile scrivere una domanda di ammissione alla Difesa territoriale delle forze armate dell’Ucraina per il servizio militare con contratto su base volontaria. Il candidato viene informato che non dovrà sostenere spese né per il vitto né per l’alloggio una volta al fronte. Viene anche consigliato al volontario - se è nelle sue possibilità - di portare con sé abbigliamento tecnico militare come elmetto e giubbotto antiproiettile. Gli ultimi step sono i più delicati e riguardano l’ingresso in Ucraina. I rappresentanti delle ambasciate, dei consolati (all’estero) e della difesa territoriale in Ucraina forniranno assistenza nel processo di spostamento verso il Paese in guerra.

"E' illegale arruolarsi per combattere in un esercito straniero"

Ma attenzione: "E' illegale sia reclutare soldati in Italia senza l'autorizzazione del governo che arruolarsi per combattere in un esercito straniero": lo dice al quotidiano Il Dolomiti Nicola Canestrini, avvocato penalista, referente nazionale degli esperti di Fair trials international. In pratica chiunque decida di aderire all'appello lanciato da Zelensky per unirsi alla 'Legione internazionale di difesa territoriale dell'Ucraina' (comparso anche sulla pagina Facebook del consolato ucraino in Italia e poi subito rimosso), "commette reato, anzi ne commette più di uno”.

A compiere un crimine non è solo chi decide di partire per combattere in Ucraina, ma anche chi lavora per l'arruolamento di italiani senza l'autorizzazione del governo. L'articolo 288 del Codice penale infatti recita: “Chiunque nel territorio dello Stato e senza approvazione del Governo arruola o arma cittadini, perché militino al servizio o a favore dello straniero, è punito con la reclusione da quattro a quindici anni. La pena è aumentata se fra gli arruolati sono militari in servizio, o persone tuttora soggette agli obblighi del servizio militare”. 

L'arruolamento è illegale e per autorizzarlo il governo italiano dovrebbe dare un via libera, che ovviamente oggi non c'è. 

Chi parte per andare a combattere in Ucraina senza formale autorizzazione governativa si ritroverebbe a compiere dei crimini. "Il Codice penale – spiega infatti l'avvocato al quotidiano trentino – prevede la punizione per chi porta avanti arruolamenti o compie atti ostili verso uno Stato estero con pene da 6 a 18 anni, ma fino all'ergastolo se poi per ritorsione l'Italia dovesse ritrovarsi attaccata". Nel caso ci fosse un eventuale compenso di qualsiasi tipo per chi decidesse d'unirsi alle brigate straniere, inoltre, la legge 210 del 1995, che riprende una convenzione dell'Onu, punisce tanto il mercenario quanto chi lo recluta per combattere in un Paese controllato da uno Stato estero, senza essere né cittadino né residente, senza far parte delle forze armate, con pene di svariati anni. 

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