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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità Brindisi

Assume farmaci per l'aborto in casa: denunciata per violazione della 194

I fatti nel Brindisino dove una 32enne, colta da emorragia, è stata costretta a chiamare il 118

Non voleva il bambino e così, anziché andare in ospedale, si è imbottita di medicinali.  I fatti a San Vito dei Normanni, nel Brindisino, dove una cittadina nigeriana di 32 anni ha interrotto volontariamente la gravidanza senza rivolgersi a strutture socio-sanitarie, assumendo autonomamente farmaci non meglio precisati.

Colta da emorragia, la donna ha chiesto l’intervento del 118.  un anno di nascita differente da quello reale, nel tentativo di coprire la sua identità. I soccorritori, insospettiti dalle reticenze della donna hanno richiesto l’intervento dei carabinieri. I medici dell’ospedale di Francavilla Fontana hanno poi accertato che la 32enne era incinta da 12 settimane e che si era provocata autonomamente l’interruzione della gravidanza attraverso l’assunzione di farmaci abortivi, acquistati probabilmente sul mercato nero. Inevitabile la denuncia per il reato di interruzione volontaria di gravidanza. 

Aborto, cosa dice la legge 194

La normativa sull’aborto, come noto, è regolamentata dalla Legge 22 maggio 1978 che, all’articolo 18, prevede che "chiunque cagiona l’interruzione della gravidanza senza il consenso della donna è punito con la reclusione da quattro a otto anni. Si considera come non prestato il consenso estorto con violenza o minaccia ovvero carpito con l’inganno. La stessa pena si applica a chiunque provochi l’interruzione della gravidanza con azioni dirette a provocare lesioni alla donna". 

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