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Venerdì, 29 Marzo 2024
Battaglia legale

L'ultimatum ad AstraZeneca: "Consegnate le dosi, state violando il contratto"

L'Ue alza la voce. Il termine per rimediare, contenuto nella lettera inviata il 19 marzo da Bruxelles all'azienda anglo svedese, è scaduto l'8 aprile. Nel testo della missiva si ricostruiscono le violazioni

L'Europa alza la voce sui ritardi delle consegne delle dosi di vaccino AstraZeneca. E l'avvertimento lascia pensare a una possibile richiesta di danni al gruppo anglo svedese. La lettera di sollecito dell'Europa ad AstraZeneca, annunciata il 18 marzo scorso, conteneva un ultimatum che ora è scaduto. La missiva inviata all'azienda il 19 marzo chiedeva formalmente e dava "preavviso di porre rimedio alle sostanziali violazioni contrattuali entro venti giorni da questa lettera", chiedendo di "recuperare senza ulteriori ritardi sull'arretrato nella produzione e consegna delle dosi e di mitigare qualunque danno causato".

La lettera dell'Ue

Il testo della lettera scritta dall'italiana Sandra Gallina, scelta da Ursula von der Leyen per negoziare i contratti sui vaccini per conto della Commissione europea, finora era rimasto secretato. Si tratta di una lettera molto dura che includeva un avvertimento sulle possibili conseguenze legali in caso di ritardi nelle consegne. Il testo della missiva è stato in parte pubblicato per la prima volta sul principale quotidiano economico francese, Les Echos: nella lettera, lunga e articolata, Bruxelles sottolinea che "a seguito di un'analisi dettagliata di tutte le informazioni siamo giunti alla conclusione che AstraZeneca ha violato e continua a violare le sue obbligazioni contrattuali sulla produzione e la fornitura delle 300 milioni di dosi iniziali per l’Europa" e "che la sostanziale violazione dell'accordo di acquisto da parte della vostra azienda può portare a conseguenze drammatiche per la vita, la salute e la libertà di milioni di cittadini europei nella crisi Covid-19".

La lettera rileva anche come le violazioni siano diverse, a partire dal fatto che l'azienda abbia incassato in estate un anticipo (227 milioni di euro) sulla base di impegni poi non rispettati, tanto che in autunno l'Ue si è rifiutata di versare la seconda tranche (112 milioni), e proseguendo con il fatto che AstraZeneca (pur garantendo il contrario nel contratto con l'Europa) avrebbe promesso la stessa fornitura a più committenti e avrebbe ritardato per motivi non chiari la richiesta di autorizzazione all'Ema, l'Agenzia europea per i medicinali. Secondo l'Europa, poi, l'azienda anglo svedese non avrebbe nemmeno compiuto quel "massimo sforzo" previsto contrattualmente per rispettare le consegne.

Le mancate consegne di AstraZeneca

Le dosi da fornire dovevano essere fra 30 e 40 milioni entro la fine del 2020, fra 80 e 100 milioni nel primo trimestre 2021 e il resto, fino ad arrivare a 300 milioni di dosi totali, entro la fine di giugno. A fine marzo, invece, erano state fornire solo poco più di 30 milioni di dosi, cioè un quarto dell'impegno assunto. Una circostanza che per Bruxelles non si può addebitare solo al fatto che alcuni lotti di produzione siano risultati inutilizzabili. Il sospetto dell'Europa, riscostruisce oggi il Corriere della Sera, è invece che parti delle dosi destinate all'Europa siano invece state "dirottate" verso la Gran Bretagna.

L'azienda stessa ha del resto fatto sapere che le dosi prodotte sul suolo inglese sono state date a Londra, anche se contrattualmente dovevano essere fornite all'Ue. E questa, secondo Bruxelles, è "una confessione che AstraZeneca ha violato i suoi obblighi" perché ha "assunto impegni in conflitto fra loro che materialmente impediscono l'attuazione del contratto". L'ultimatum contenuto nella lettera è scaduto tre giorni fa, giovedì 8 aprile. All'orizzonte c'è una battaglia legale tra istituzioni europee e AstraZeneca.

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