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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Alessandro Rovellini

Direttore responsabile

Smettiamo di trattare l'astrologia come una roba seria

“Un anno di crescita, addirittura vantaggioso per i viaggi e gli spostamenti”. Questa era la previsione sul 2020 di Paolo Fox, uno dei più noti e quotati astrologi italiani. Sappiamo bene come è finito, in realtà, il 2020. Lockdown, qualche milione di morti, una pandemia che affliggerà le nostre esistenze probabilmente per un altro decennio. Basterebbe questo per relegare l’astrologia a commedia. E invece.

E invece accade che, nei giorni scorsi, i due principali quotidiani italiani dedicano due interviste a due astrologi. Lo nota Valigia Blu. In un pezzo del Corriere viene data parola a Marco Celada, “fisico cibernetico” e “astrological coach” milanese. Nel colloquio, parla di “energie negative”, “biorisonanza”, dice di aver previsto la pandemia e si svincola dal sopracitato Fox, che è solo “un oroscopista”. Celada, infatti, non si affida all’interpretazione, ma al “calcolo matematico”. Qualche giorno prima Repubblica non è da meno. Uno dei vicedirettori intervista lo scrittore Marco Pesatori. Il titolo è già col botto: “L'astrologia aiuterà la scienza del futuro”. Questo perchè “la sua essenza è la relazione tempo-vita, uno dei campi in cui sta lavorando la scienza di frontiera”. Il problema non è l'argomento in sè che trova spazio in due testate serie. E' piuttosto il comune denominatore pericoloso e inquietante nei due articoli. Il ritratto che emerge di entrambi gli astrologi dà loro, in qualche modo, un’aura di autorevolezza scientifica. Non sono incasellati in quello che semplicemente sono e sarebbero: bravi e capaci intrattenitori. Qualche parola roboante, qualche presunto risultato previsionale, e il gioco è fatto. Nella mente di qualsiasi lettore è facile insinuare che si parli di cose vere, reali, misurabili, affidabili. Non è così.

L’astrologia è una pseudoscienza come l'esoterismo. Non è verificabile, non influisce sulle nostre vite e sulle nostre azioni; perfino il valore empirico è facilmente smontabile. Come ricorda il Cicap, non c’è alcuna prova che ci sia un rapporto tra le vicende umane e le posizioni dei corpi celesti. In secoli mai nessuno è riuscito a stabilirlo in base al metodo scientifico. Giustificare le proprie scelte sui racconti dei cartomanti è come fidarsi a salire su un aereo progettato da uno stregone. La divinazione è una forma d’intrattenimento, semplice costume.

Guardiamoci in casa: anche Today riprende ogni giorno l’oroscopo di Fox, con il disclaimer “non credete ma verificate”. Così molti altri giornali: uno dei più noti è quello di Internazionale, rivista tra le più autorevoli in Italia. Sono rubriche solitamente molto seguite. Alcune indagini stimano che 8 italiani su 10 leggano l’oroscopo. Molti meno, però, grazie al cielo, ci credono. Viene mediamente presentato per quello che è: un gioco, un piccolo conforto quotidiano, una leggerezza, una sciocchezza. Come una striscia graffiante. Si piazzano frasi vaghe e ovvie, principalmente motivazionali. “Attenti a cogliere le opportunità"; “potreste conoscere la persona giusta”; “il lavoro vi arride”; “sarà una giornata interessante”; “concentratevi e avrete delle soddisfazioni”. Chiunque potrebbe scrivere cose del genere; il segreto del successo sta nella personalità dell'astrologo. Niente si avvicina lontanamente a una previsione precisa e circostanziata. Essere del segno del toro non dà un carattere diverso da un gemelli, così il capricorno, il sagittario e così via.

“Le dichiarazioni dei due astrologi di Corriere e Repubblica, se piuttosto balzane e inoffensive in tempi di pace sociale, risultano urticanti in un'epoca in cui è necessario distinguere fra ciò che è riscontrabile da ciò che invece è pura narrazione e in quanto tale, declinazione di immaginari”, scrive Claudia Boscolo. Stiamo faticosamente galleggiando in pandemia grazie ai vaccini. Mai come in questi due anni la crudezza del reale ha disvelato in tutta la loro sgangherata fragilità cialtroni e imbonitori. No, l’astrologia non aiuterà la scienza del futuro. Possiamo concederle l’effetto placebo di un buon libro, di un film, di una storia avvincente. Tutto qui. L’umanità non evolverà grazie a farneticanti allineamenti planetari. Diamo un’occhiata alle percentuali di pil dedicate alla ricerca, la prossima pandemia o il prossimo cataclisma. La risposta per uscirne è lì. E all’oroscopista, pardon, astrologo che se ne uscirà con un “10 anni fa avevo previsto tutto”, sorridiamo di circostanza, come si fa ai bimbi.

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