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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Coronavirus, l'autocertificazione per la fase 2 ha meno senso ogni giorno che passa

Se i casi "permessi" per uscire di casa dal 4 maggio aumentano in maniera così rilevante (visite ai congiunti - qualsiasi cosa voglia dire -  attività sportiva o motoria) che senso ha chiedere l’autocertificazione? Togliere l'autocertificazione, farlo da subito almeno per quel che riguarda gli spostamenti in città, sarebbe un segnale di fiducia nei confronti degli italiani

L'autocertificazione potrebbe ragionevolmente essere messa da parte in un dato momento della fase 2. Non ci sono certezze in tal senso, ma c'è anche chi ipotizza la data: 18 maggio, secondo il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri: "Non so se è stato un errore. Io forse non l'avrei messa, ma capisco la logica. C'è sempre qualche furbo. Ma se guardiamo questi due mesi, il 95% degli italiani ha rispettato le regole. Non serve mettere un cartello sui ponti del Tevere: non buttatevi di sotto altrimenti morite. Lo sappiamo. Almeno dal 18 maggio io abolirei l'autocertificazione" dice in un'intervista al 'Corriere della Sera'.  "L'Italia è come un paziente convalescente da una malattia grave. Lo stiamo dimettendo, ma con prescrizioni da osservare. Però - sottolinea - ci dobbiamo affidare anche alla responsabilità e al buon senso". Conte ha comunicato male? Sileri non la pensa così: "No, Conte ha spiegato benissimo. Forse dagli scienziati - dice - è arrivata un po' di confusione. Avrei fatto parlare solo l'Istituto superiore di sanità".

Circola a profusione in queste ore su Whatsapp un falso, ma molto credibile, nuovo modulo per l'autocertificazione con la specifica sui congiunti: non c’è nulla di pubblicato sul sito del ministero dell’Interno e quindi non ha alcuna validità. Il falso modulo tra l'altro reca all’inizio del foglio l’intestazione del ministero dell’Interno e del dipartimento della pubblica sicurezza che non è presente nei moduli autentici. Nel testo è stata aggiunta l’opzione "incontro con i congiunti". E' sempre buona norma non credere a notizie che circolano su WhatsApp senza che vi sia una fonte credibile esplicitata.

Sul modulo di autocertificazione da usare dal 4 maggio in avanti si attendono novità a breve. Ma c'è davvero ancora bisogno dell’autocertificazione scritta? Se i casi "permessi" per uscire di casa dal 4 maggio aumentano in maniera così rilevante (visite ai congiunti - qualsiasi cosa voglia dire -  attività sportiva o motoria) che senso ha chiedere l’autocertificazione? Bisogna certificare di stare facendo attività motoria? Non c'è spazio per inutili formalità in tempi di emergenza e le le forze dell'ordine potrebbero concentrare gli sforzi in altre direzioni.

Secondo Repubblica il modulo di autocertificazione potrebbe cambiare ma non è questione di ore: "La circolare del Viminale di indirizzo ai prefetti arriverà solo dopo la pubblicazione delle Faq sul sito del governo. Il modulo di autocertificazione degli spostamenti dovrà essere modificato o adattato tenendo conto degli allargati orizzonte. Dove c’era il riferimento al Comune per gli spostamenti per necessità, si dovrà scrivere Regione, mentre i motivi di lavoro, di salute e di urgenza giustificheranno i movimenti fuori dai confini regionali. Così com’è però il modulo non tiene conto di un’altra causa di spostamento consentito: il ritorno alla propria residenza". Il Corriere della Sera in settimana aveva ipotizzato invece che il modulo di autocertificazione dal 4 maggio non cambierà ma bisognerà compilarlo in modo diverso per dichiarare le visite ai "congiunti", senza che vi sia bisogno di specificare se si tratta di parenti o amici.  L’orientamento del Viminale sarebbe quindi quello di mantenere l’ultima versione del modulo ed emanare una circolare per precisare che per rispetto della privacy non devono essere indicate le generalità di chi si va a fare visita.

La regola numero uno nella fase due è il distanziamento sociale. E' bene ribadirlo, ed è quello che con ogni probabilità - nessuna certezza ovviamente - sarà sottolineato anche nella prossima circolare della ministra Luciana Lamorgese con le indicazioni operative per le pattuglie su strada. L'attenzione non sarà mai focalizzata sulla questione "congiunti".  Se ne è parlato già fin troppo, l'argomento "non tiene". Prudenza, distanza, mascherine. Il resto lo deve fare il buonsenso.

Togliere l'autocertificazione, farlo da subito almeno per quel che riguarda gli spostamenti nei paesi e nelle città, sarebbe anche un segnale di fiducia nei confronti degli italiani. Perché da ora in avanti per frenare il contagio serviranno sì più tamponi, più test sierologici, un'app per il tracciamento, più sanità sul territorio e ospedali Covid, ma molto starà al senso di responsabilità di ciascun cittadino. L'autocertificazione come strumento per scoraggiare le uscite all'interno del territorio comunale non ha più senso. Da ora in avanti è - anche - questione di maturità. 

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