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Venerdì, 29 Marzo 2024
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L'autocertificazione Covid-19 dei genitori per far entrare i figli a scuola

La Regione Piemonte ha introdotto per le scuole l'obbligo di misurare la temperatura all'ingresso. Se l'istituto è impossibilitato, le famiglie devono presentare un modulo specifico

Chi misura la temperatura agli studenti all'ingresso della scuola? Il governo ha affidato questa responsabilità alle singole famiglie ("La febbre si misura a casa e non a scuola, ogni mattina. La soglia massina limite è 37,5 gradi"), ma la Regione Piemonte - con un'ordinanza del governatore Alberto Cirio in vigore dal 14 settembre - ha introdotto l'obbligo per le scuole della regione di verificare la temperatura degli alunni all'ingresso dell'istituto. Se la scuola non può farlo, va presentata dalle famiglie una specifica autocertificazione che attesta che la temperatura è stata misurata a casa.

L'autocertificazione Covid-19 a scuola e le polemiche sull'ordinanza in Piemonte

L'ordinanza della Regione Piemonte, dando alle famiglie il compito di misurare la febbre agli studenti ogni mattina e alle scuole quello di raccogliere le dichiarazioni dei genitori, ha sollevato la rivolta di presidi e docenti, a causa della carenza di personale. Anche il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina nei giorni scorsi ha chiesto al governatore di fare un passo indietro, definendo l'ordinanza "intempestiva e inopportuna". E oggi il ministero dell'Istruzione ha impugnato il provvedimento al centro delle polemiche che obbliga le scuole a verificare la temperatura degli studenti e le famiglie a certificarla.

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Il modulo di autocertificazione predisposto dalla Regione Piemonte per le famiglie

Cirio tira dritto: "Non arretro di un millimetro. La ministra Azzolina mi ha invitato a ripensarci: sostiene che con questa ordinanza creo problemi alle famiglie, obbligandole tutte le mattine a scrivere sul diario. Le ho risposto che un'autocertificazione non è un problema per nessuno: io scrivo e firmo tutti i giorni sul diario di mia figlia, attestandone la partecipazione o meno alla mensa. Né è esagerato chiedere alla scuola di controllare quanto certificato dalle famiglie. E nel caso manchi la certificazione, provvedere alla misurazione prima dell'inizio dell'attività didattica".

E se il governo dovesse impugnare l'ordinanza (come poi è avvenuto)? "Ci difenderemo con ogni mezzo - dice Cirio -. Nessuno mi convincerà mai che sto sbagliando: da molte scuole mi invitano ad andare avanti, i medici e i pediatri approvano la nostra linea". 

Nel dettaglio, l’ordinanza del Piemonte sulle "Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell'infanzia" raccomanda a tutti gli istituti di misurare la temperatura agli alunni prima dell’ingresso a scuola. Qualora però l’istituto, per ragioni oggettive e comprovate, non fosse nelle condizioni di farlo, dovrà prevedere un meccanismo di verifica quotidiana per controllare che la temperatura sia stata effettivamente misurata dalla famiglia. E questo attraverso una specifica autocertificazione che potrà essere fornita sul registro elettronico, sul diario, su un apposito modulo, su una chat di classe o in qualunque altro modo semplice scelto dalla scuola.

Nel caso in cui uno studente dovesse presentarsi senza questa autocertificazione, la scuola avrà l’obbligo di misurare la febbre prima dell’inizio dell’attività didattica. In quest'operazione gli istituti potranno avvalersi dei volontari delle associazioni, come Protezione civile e carabinieri. La Regione Piemonte ha stanziato 500mila euro per sostenere le scuole nell’acquisto di termometri e termoscanner.

Nelle altre regioni italiane non sono invece previste autocertificazioni, a parte in alcune - come il Veneto e lo stesso Piemonte - in cui è prevista un'autodichiarazione per la riammissione a scuola dopo un'assenza per motivi di salute non sospetti per Covid-19.

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