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Giovedì, 28 Marzo 2024
La norma anti paralisi

Le tre condizioni per l'autosorveglianza dei contatti stretti di un positivo al covid

L'ultimo decreto del governo e una circolare del ministero della Salute hanno introdotto la possibilità di una gestione più autonoma rispetto alla quarantena precauzionale, ma non per tutti

L'autosorveglianza è una misura che consente ad alcune tipologie di persone di dover rispettare un protocollo diverso rispetto al periodo di quarantena se entrano in contatto con un positivo. È stata introdotta con l'ultimo decreto covid del governo e ribadita in una circolare del ministero della Salute, per evitare che alcuni settori fondamentali per l'economia del Paese si paralizzino, dato che l'Italia si avvia ad avere nei prossimi giorni oltre un milione di persone in isolamento e il numero è destinato ad aumentare con la costante crescita dei contagi.

Come funziona? L'autosorveglianza sostituisce la quarantena precauzionale ed è ammessa solo per coloro che, pur avendo avuto contatti stretti con positivi al coronavirus, sono asintomatici e in una di queste tre condizioni: soggetti vaccinati con dose booster, persone che hanno completato il ciclo vaccinale primario o sono guarite da non più di 4 mesi. Questi soggetti dovranno indossare obbligatoriamente la mascherina Ffp2, per dieci giorni dall'ultima esposizione al positivo al Covid-19.

Altra regola è fare un test antigenico rapido o molecolare al quinto giorno dopo l'ultimo contatto con il contagiato. I sintomatici, però, dovranno sottoporsi al test antigenico rapido o molecolare per la rilevazione dell'antigene Sars-CoV-2 al quinto giorno dalla prima comparsa dei sintomi. Il periodo di autosorveglianza dura cinque giorni. Per le persone non vaccinate o vaccinate da oltre quattro mesi i giorni di quarantena, in caso di contatto con un contagiato, continuano invece a essere dieci per i primi e cinque per i secondi.

La definizione di contatto stretto

Il "contatto stretto" (esposizione ad alto rischio) di un caso covid probabile o confermato è definito come:

  • una persona che vive nella stessa casa di un caso Covid-19;
  • una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso Covid-19 (per esempio una stretta di mano);
  • una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso covid (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati);
  • una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso covid, a distanza minore di due metri e di almeno 15 minuti.

È considerato contatto stretto anche una persona che ha viaggiato su un qualsiasi mezzo di trasporto entro due posti, in qualsiasi direzione, rispetto al caso positivo al Covid-19. Sono contatti stretti i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dove il caso era seduto.

Tra i contatti stretti, poi, si intende una persona che si è trovata in un qualsiasi ambiente chiuso con un soggetto risultato positivo al covid in assenza di dispositivi di protezione individuale idonei, un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso Covid-19, oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso covid senza l'impiego dei dispositivi di protezione individuale raccomandati o mediante l'utilizzo di dispositivi di protezione individuale non idonei.
 

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