Bassetti: "A metà luglio una bella fetta d'Italia rischia un nuovo lockdown"
Secondo l'infettivologo 2-3 milioni di persone potrebbero ritrovarsi in isolamento domiciliare a causa dell'aumento dei contagi. La soluzione? Cambiare le regole: "Meglio stare a casa solo quando si hanno i sintomi"
"Non sarà un lockdown proclamato, ma a metà luglio, quando la fiammata estiva di Omicron dovrebbe aver raggiunto il suo acme, una bella fetta d'Italia rischia di essere di nuovo in lockdown". Lo scrive su facebook Matteo Bassetti che commenta così la risalita dei contagi degli ultimi giorni, con la curva delle diagnosi spinta verso l'alto dalla sottovariante Omicron 5 che sta soppiantando il ceppo Ba.2. Stando ai dati del bollettino diffuso dal ministero della Salute, oggi in Italia sono stati registrati 94.165 nuovi casi e 60 decessi, mentre gli attualmente positivi al virus sono più di 835mila (+61.763).
Se da un lato Bassetti invita gli italiani a non farsi prendere dal panico perché "il bicchiere è mezzo pieno" e "abbiamo di fronte un'influenza contagiosa come il morbillo" dall'altro la preoccupazione è che una nuova ondata di positivi possa paralizzare il Paese, come peraltro è già in parte accaduto lo scorso inverno. "In isolamento domiciliare si potrebbero ritrovare 2-3 milioni di italiani se non di più" scrive l'infettivologo del San Martino di Genova. "Che sommati a quelli in ferie rischiano di mandare in tilt servizi essenziali, come quelli finalizzati alla sicurezza, i trasporti, la protezione civile già sotto stress , la stessa sanità, dove in media tra luglio e agosto metà del personale se ne va in vacanza, mettendo fuori uso un letto su tre".
"Cambiare le regole sull'isolamento"
"Perché tutto questo?" si chiede Bassetti. "Perché se sei positivo devi stare isolato a casa per legge dai 7 ai 10 giorni. Una regola che va cambiata. Come? Dicendo che è meglio stare a casa quando si hanno i sintomi influenzali e alla scomparsa si esce mettendo la mascherina per evitare di contagiare gli altri". Secondo l'infettivologo dunque "questa è l'unica soluzione", ovvero "offrire al cittadino una possibilità. Coinvolgerlo e non obbligarlo. Diversamente continueremo ad avere positivi di serie A e di serie B. Mi faccio il tampone fai da te e, per non finire in isolamento, non te lo dico. Sono moltissimi purtroppo. Di fronte a un virus evoluto e così diverso, ci vogliono regole nuove e maggiore velocità di reazione da parte delle istituzioni".