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Giovedì, 28 Marzo 2024
le ipotesi

Dove colpirebbe un bombardamento atomico in Italia

L'ipotesi è remota ma alcuni siti sensibili potrebbero essere potenziali obiettivi di un attacco nucleare russo, a partire dalle basi Nato

Dall'inizio della guerra in Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin ha spesso minacciato l'uso di armi nucleari. L'Italia è interessata, in quanto membro della Nato e perché ospita diverse basi strategiche dell'Alleanza atlantica sul proprio territorio nazionale con armi atomiche. Anche se l'eventualità sembra remota, già la sola minaccia di utilizzo della bomba atomica non ha precedenti nella storia recente e segna l'infrazione di un tabù: erano decenni che uno Stato non paventava l'uso di armi nucleari. In uno scenario simile, quali sono i siti sensibili in Italia? 

Le basi Nato in Italia

In Italia ci sono circa 120 basi Nato, più o meno importanti, che a volte coincidono con altre basi americane presenti sul territorio nazionale. Tra queste troviamo centri logistici, di addestramento, aeroporti militari, ma anche depositi, impianti di comunicazione e poligoni. Le più importanti si trovano a:

  • Aviano, in provincia di Pordenone in Friuli Venezia-Giulia: è la sede di un'importante base aerea della Nato e statunitense. Secondo alcuni rapporti qui dovrebbero esserci alcune decine di testate nucleari statunitensi;
  • Camp Ederle, Vicenza in Veneto: una delle basi militari più importanti dell'esercito statunitense in Italia;
  • Gaeta, in provincia di Latina nel Lazio: ospita una base navale della marina statunitense e della Nato;
  • Ghedi, in provincia di Brescia in Lombardia: un aeroporto militare a totale gestione italiana che però ospita testate nucleari statunitensi;
  • Napoli, dove ha sede uno dei due Comandi operativi della Nato in Europa, l'Allied Joint Force Command. A Napoli c'è anche il Quartier generale del Comando delle forze navali degli Stati Uniti in Europa e Africa;
  • Poggio Renatico, provincia di Ferrara in Emilia Romagna: qui ha sede uno dei comandi aerei della Nato, il Deployable Air Command and Control Centre;
  • Sigonella, vicino Catania in Sicilia: è una delle basi aeree della Nato più importanti per la sua posizione e gli equipaggiamenti custoditi. Da Sigonella partono le missioni di ricognizione aerea dei cinque droni Global Hawk, usati anche per la guerra in Ucraina. A Sigonella ha sede l'Alliance ground surveillance (la Sorveglianza al suolo dell'alleanza) della Nato che permette di monitorare in tempo reale con determinati strumenti (tra cui i droni Global Hawk) la situazione in terra, mare e cielo. Sempre in Sicilia, all'aeroporto di Trapani-Birgi si trova una base operativa avanzata Nato;Droni base nato Sigonella
  • Solbiate Olona, in provincia di Varese in Lombardia: qui ha sede il Nato Rapid deployable corps (il Corpo di armata di reazione rapida), un contingente multinazionale pronto ad entrare rapidamente in azione dove ce ne fosse bisogno. L’Italia fornisce il 75 per cento del personale, mentre il rimanente 25 per cento è costituito da militari provenienti da altre nazioni.

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Le armi nucleari in Italia

L'Italia ospita delle testate nucleari sul proprio territorio nazionale. Tuttavia, le armi non sono italiane, ma di fabbricazione e proprietà degli Stati Uniti. Il loro eventuale utilizzo è a "metà": gil Stati Uniti mettono a disposizione le armi, mentre l'Italia i vettori, ossia gli aerei idonei a trasportarle. Le due basi di Aviano e Ghedi possiedono delle armi nucleari e degli aerei in grado di trasportarle ed eventualmente sganciarle.

A Ghedi si realizza l'uso "a metà" di un eventuale attacco militare Nato: l'Italia mette a disposizione gli aerei e gli Stati Uniti le bombe. Aviano invece è una base statunitense, anche se sul suolo italiano. Alcuni rapporti e fonti stampa indicano un numero di ordigni nucleari che varia tra alcune decine e un centinaio. Si ritiene che il resto delle armi nucleari statunitensi in Europa sia dislocato in altri 4 paesi Nato: Belgio, Germania, Paesi Bassi e Turchia. In più, Francia e Regno Unito possiedono armi nucleari di loro proprietà, ma non paragonabili in numero a quelle degli Stati Uniti, ma soprattutto della Russia. 

Dove possono colpire le armi nucleari russe e quante sono: 3 scenari

La Russia ha diverse armi nucleari, in numero nettamente maggiore rispetto alla Nato. Questi sistemi includono anche testate nucleari a "basso rendimento" definite anche "tattiche", come missili da crociera lanciati da aria, mare e terra. La Russia ora dispone di un significativo arsenale di sistemi missilistici progettati per raggiungere il territorio di tutta la Nato da terra, mare o aria.

Ma che cos'è una bomba atomica tattica e qual è la differenza con un'atomica strategica? Anche se non esiste una distinzione convenzionale tra armi nucleari "tattiche" e "strategiche", le prime hanno un potenziale distruttivo ridotto e rappresentano un uso più "limitato" delle armi nucleari. La distinzione riguarda soprattutto lo scopo con cui vengono utilizzate: le armi nucleari tattiche sono testate meno potenti, utilizzabili non per ottenere la massima distruzione, ma per raggiungere obiettivi tattici su una scala più ridotta.

Dove sono le armi nucleari in Italia e in Europa, della Nato e degli Stati Uniti

L'arsenale russo di testate nucleari non strategiche viene stimato tra 1500 e 2000, rispetto alle circa 150-200 statunitensi immagazzinate negli stati alleati Nato in Europa. Secondo alcuni analisti ci sono tre tipologie di attacco nucleare russo, più o meno possibili: 

  • Un “colpo dimostrativo”, senza causare vittime, che avrebbe come unico scopo intimorire Ucraina e alleati. Potrebbe tradursi in un test nucleare, da effettuare sottoterra o in superficie, o in prossimità del territorio ucraino, persino: far esplodere ordigno nucleare sul mar Nero, oppure sopra il territorio ucraino, ad esempio;
  • Colpire un obiettivo in Ucraina. Gli analisti parlano soprattutto di obiettivi militari, come per esempio piste d’aviazione, depositi di artiglieria e mezzi pesanti, oppure obiettivi isolati ma di valore simbolico, come l’isola dei Serpenti nel mar Nero;
  • Un attacco nucleare contro un paese della Nato, per esempio contro i centri logistici in Polonia e in altri paesi dell’Est Europa da cui partono le armi che gli alleati Nato inviano all'Ucraina. Questa opzione è la più remota ed estrema, perché provocherebbe la reazione immediata delle forze Nato.

I siti sensibili in Italia

In caso di attacco nucleare russo quali sarebbero i siti a rischio in Italia, in quanto alleato Nato? Intanto, bisogna precisare che l'ipotesi di un attacco nucleare russo è decisamente remota, soprattutto nel nostro paese. Tuttavia, dovendo prospettare questo scenario ci sarebbero alcuni luoghi più a rischio di altri. 

In primo luogo le basi Nato, soprattutto quelle di Aviano e Ghedi che ospitano armi nucleari, sarebbero degli obiettivi sensibili perché in grado di rispondere a un eventuale attacco con la stessa intensità. Oltre le basi, anche il comando Nato di Napoli sarebbe di certo un sito esposto in caso di attacco: qui infatti ha sede uno dei due comandi europei, oltre al Quartier generale delle forze navali statunitensi nel Mediterraneo. 

In attacchi simili una delle finalità potrebbe essere quella di neutralizzare la "testa" del nemico: in questo senso, un altro obiettivo sensibile sul territorio italiano potrebbe essere il Comando operativo di vertice interforze (COVI) italiano, che ha sede a Roma, nel quartiere di Centocelle: si tratta di un organismo alle dirette dipendenze del capo di stato maggiore della difesa che esercita la pianificazione, il coordinamento e la direzione delle operazioni militari delle forze armate italiane, soprattutto in relazione alle attività Nato. 

Altri obiettivi potrebbero essere infrastrutture strategiche, come le strutture di comunicazione, porti o aeroporti: l'esercito russo ha già effettuato alcune esercitazioni con attacchi simulati di missili capaci di trasportare testate nucleari nell'enclave occidentale di Kaliningrad, tra Polonia e Lituania. In una di queste, nel maggio scorso, la simulazione ha riguardato attacchi singoli e multipli contro obiettivi come aeroporti e posti di comando di un finto nemico. 

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