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Sabato, 20 Aprile 2024
Paese minato

Le bombe delle guerre mondiali uccidono ancora: 3 morti in un anno

Il caso dell'uomo morto nel Vicentino per lo scoppio di un siluro risalente al secondo conflitto mondiale non è isolato. Decine di migliaia gli ordigni bellici inesplosi e ancora nascosti in Italia

L'ultima vittima è stato un giovane di 30 anni: stava aiutando gli operai nei lavori di ristrutturazione della sua casa quando un siluro bangalore, risalente alla Seconda guerra mondiale, gli è esploso in faccia, uccidendolo. Stando all'Associazione nazionale vittime civili di guerra (Anvcg), si tratta della terza persona che in Italia ha perso la vita solo negli ultimi dodici mesi a causa di ordigni inesplosi risalenti agli antecedenti il 1945. Un fenomeno le cui dimensioni non sono del tutto chiare. Ma che dal Dopoguerra in poi non ha smesso di fare vittime, tra chi è rimasto invalido e chi, ancora peggio, è morto.

"Sono trascorsi quasi 80 anni dalla conclusione del secondo conflitto mondiale, ma i residuati bellici continuano a costituire un rischio latente in tutto il territorio nazionale. Ne vengono rinvenuti oltre 60mila ogni anno",  scrive l'Anvcg, ente che in Italia è preposto per legge alla rappresentanza e tutela delle vittime civili di guerra e dei loro congiunti. Nata nel 1943 durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, l'associazione "rappresenta e tutela ancora oggi circa 100.000 tra mutilati, invalidi, ciechi, vedove e orfani per causa di guerra il cui numero, tuttora così elevato, dipende proprio dal fatto che molte migliaia di vittime civili di guerra sono divenute tali anche a distanza di anni dalla fine del conflitto, a causa degli ordigni bellici di cui è stato disseminato il nostro Paese", spiega la stessa Anvcg.

La mappa del potenziale rischio non fa distinzioni tra Nord e Sud, tra terra e mare: "Nel 2021 gli interventi di bonifica terrestre sono stati 2.524, 165.000 ordigni sono stati rinvenuti in mare, per un totale di 50.288 ordigni esplosivi distrutti", dice il presidente dell'Anvcg Michele Vigne, anch'egli vittima di un ordigno bellico del dopoguerra ritrovato nel bellunese. Secondo il Post, in Italia ci sono circa 25mila bombe d’aereo inesplose risalenti al periodo tra il 1940 e il 1945. Si trovano sottoterra, solitamente tra i cinque e gli otto metri di profondità, e sono ciò che resta dei bombardamenti delle forze alleate. Ci sono poi "le munizioni di armi pesanti sepolte dalle truppe naziste in ritirata per non farle cadere in mano nemica". E ancora "mine, granate e bombe a mano inesplose". Nelle zone alpine "si trovano ancora le bombe chimiche caricate con gas asfissianti della Prima guerra mondiale".

Subito dopo la fine della guerra, l'Italia si impegno in un'intensa opera di bonifica, soprattutto delle mine, riuscendo a disinnescarne 2 milioni. Ma col passare del tempo, la programmazione delle attività di ricerca e delle bonifiche ha lasciato sempre più il passo agli interventi occasionali, frutto dei ritrovamenti. Ne sanno qualcosa in Emilia-Romagna, dove l'alluvione ha portato alla luce 6 ordigni bellici inesplosi. 

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