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Venerdì, 19 Aprile 2024

Andrea Maggiolo

Giornalista

Bonus psicologo? Macché, accendete la tv o fate un giro alle terme

Quei soldi proprio non si trovano. Il governo non riesce a reperire 50 milioni di euro per finanziare il cosiddetto "bonus psicologo". Un aiuto, minuscolo ma sarebbe un inizio, per tutti coloro che vorrebbero cominciare un percorso terapeutico, per chi vorrebbe affrontare un disagio psicologico di qualsiasi tipo ma non ha le possibilità economiche per andare da uno specialista privatamente. Ricevere assistenza nel pubblico, dove mancano gli psicologi, è una missione ai limiti dell'impossibile in moltissime realtà. Il bonus salute mentale è stato affossato in Senato, dove non è passato un emendamento bipartisan da 50 milioni di euro per la psicoterapia, alla Camera non va oltre gli intenti e siamo fermi alle promesse del ministro Roberto Speranza. "Io personalmente sosterrò con ogni energia tutte le iniziative che vanno nella direzione di una maggiore attenzione per la salute mentale", assicurava settimane fa rispondendo a Montecitorio a un’interrogazione del Pd, ma "il Parlamento può e deve fare la propria parte".  L’emergenza psicologica è l’altra faccia della pandemia. E' cresciuto il disagio in tutte le fasce d'età.

In questi due lunghi anni medici, infermieri e altri operatori sanitari hanno accumulato stress, paura, stanchezza, ansia e in moltissimi si sono rivolti ai servizi di assistenza psicologica messi in piedi dagli ospedali e dalle Asl. Si stima che un quinto di loro abbia avuto almeno un contatto, magari telefonico, con psichiatri e psicologi. In tante regioni, da nord a sud, le aziende sanitarie-ospedaliere hanno attivato dei servizi per i propri dipendenti, in molti casi hanno potenziato quelli che già esistevano. Ma sono migliaia, ad esempio, gli infermieri che hanno mollato tutto e dato le dimissioni.  I costi emotivi e fisici sono alti, dentro e fuori gli ospedali. Paolo Siani, pediatra, deputato del Pd in commissione Affari sociali alla Camera, qualche tempo fa raccontava: "Ho colleghi neuropsichiatri che sono pieni di pazienti, non riescono a seguirli. Mamme in difficoltà che non ce la fanno più, famiglie che vanno nel panico se chiudono le scuole. Bambini ricoverati per tentato suicidio, mai vista una cosa così". L'annunciata riforma della rete di assistenza psicologica è un progetto a lunga scadenza, 3-4 anni. Bisogna sostenere subito le persone in difficoltà. Il bonus è un intervento di emergenza, ma non è evidentemente percepito come tale.

Si assiste invece a un rimpallo di responsabilità tra i ministeri della Salute e dell'Economia. Non c'è stato nulla da fare nella legge di bilancio, a dicembre. Il rischio è che accada lo stesso con il prossimo decreto milleproroghe: un emendamento è pronto, ma lo scoglio sono le risorse, non ancora individuate. Negli ultimi anni bonus e superbonus sono spuntati per ogni cosa, di tutto e di più. Ma per lo psicologo non si trovano mai. 250 milioni di euro sono stati stanziati per il bonus rottamazione tv e il bonus tv-decoder. E' cinque volte tanto quel che servirebbe per dare il là al bonus psicologo. Oltre 50 milioni sono stati trovati senza problemi in autunno per il bonus terme. Siete depressi? Vicini al burnout? Gli attacchi di panico e ansia vi divorano? Accendete la tv e guardate un film dunque, oppure fatevi un bel giro alle terme più vicine. Per quello gli aiuti magari li trovate e li troverete. La strutturale incapacità di garantire l'accesso pubblico alla psicoterapia è un tema più che mai attuale. La pandemia ha influito pesantemente sulla salute mentale delle persone. Secondo alcune ricerche in questi due anni di Covid il 21 per cento dei pazienti ha interrotto il trattamento per problemi economici e il 27,5 per cento delle persone che avevano intenzione di avviare un percorso non l’ha fatto, sempre per motivi di denaro.

Certo, non è solo un problema di soldi. Si spendono senza batter ciglio 150 euro per una visita dall'oculista, ma 50-70-100 euro per andare dallo psicologo sono visti come qualcosa di fuori dal mondo. Un problema fisico, evidente, spinge molti a fare qualcosa subito. L'ansia, il panico, intangibili ma così reali, sono meno evidenti, più dissimulabili. Andare dallo psicologo è un passo che non tutti sentono di poter fare, anche perché in molti casi vorrebbe dire rimettersi totalmente in discussione. Anche per questo un bonus può essere il modo per rompere una prima barriera, per togliere di mezzo ostacoli e alibi. 

Sino ad oggi il servizio sanitario ha risposto a tutte queste problematicità psicologiche solo con i farmaci e con i servizi di secondo livello. Nel servizio sanitario non esistono in tantissime città servizi psicologici di prossimità, vicini ai cittadini, così come prevedono i, mai attuati, Livelli Essenziali di Assistenza e la futura riforma della sanità territoriale prevista dal Pnrr. "La richiesta del bonus per l’assistenza psicologica, sostenuto da centinaia di migliaia di cittadini - ha detto di recente il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari - ha evidenziato la richiesta pressante di ascolto e sostegno che arriva dalla popolazione, alla quale va data una risposta non solo potenziando i servizi specialistici di psichiatria e neuropsichiatria. La risposta efficace va data attivando un servizio di "consultorio psicologico" al quale possono rivolgersi direttamente e senza barriere i cittadini per ascolto, consulenza e sostegno. Oggi, un cittadino che ha bisogno di ascolto e sostegno psicologico può rivolgersi esclusivamente ai servizi di psichiatria, oppure a quelli di neuropsichiatria infantile, a quelli per le dipendenze, servizi che tra l’altro sono sguarniti di psicologi. Ma perché un cittadino, prima di chiedere ascolto e sostegno psicologico deve essere preventivamente ‘etichettato’? E’ evidente che questo frena, disorienta e confonde".

Chiaro, il bonus psicologo non è la soluzione a tutti i problemi. Ma sarebbe un segnale importante. Conta anche quello a volte: aprire un varco, squarciare il velo, far comprendere che l'aiuto di un professionista è a portata di mano e non un miraggio.

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