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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La bufala delle ambulanze che girano a vuoto guidate da "attori"

Secondo i complottisti emergenza, ambulanze e malati sono solo una finzione. Il racconto di un soccorritore: "Ci dicono che andiamo in giro a seminare il panico, non capisco come sia possibile"

Paolo ha 23 anni e da quando ne aveva 18 fa il volontario nella pubblica assistenza Croce d’Oro di Sampierdarena, a Genova. Mai nella vita avrebbe pensato di dover essere chiamato "attore" semplicemente per fare il suo lavoro: quello di soccorrere le persone che hanno bisogno di assistenza. Eppure è quello che è accaduto, anzi è quello che sta accadendo. Sui social circolano da giorni foto e video che secondo i negazionisti del Covid smonterebbero l'emergenza sanitaria nei pronto soccorso: tutto falso, tutto costruito ad arte in nome di chissà quale supremo interesse.

Coronavirus, le fake news sugli ospedali vuoti

Su Facebook ad esempio c’è un gruppo pubblico creato pochi giorni fa per raccogliere i video che documentato le presunte  “fakenews dei giornali di stato”. Uno dei filmati che ottenuto maggior successo (ne abbiamo parlato ieri) è quello che girato in una sala d’attesa dell’ospedale Sacco di Milano che dimostrerebbe come emergenza, ambulanze e malati siano solo una finzione. In realtà quella che viene ripresa nel video è una sala d’aspetto dedicata ai parenti dei pazienti, i quali ovviamente dall’inizio della pandemia non possono più accedere all’ospedale.

bufala ospedali vuoti coronavirus-2

Un'altra bufala ricorrente è quella delle ambulanze che girano a vuoto. Secondo i complottisti non trasportano i malati, ma escono a sirene spiegate solo per gettare nel panico la popolazione. Insomma, sarebbero un altro elemento della fiction.

Il racconto del volontario: "Ci chiamano attori, non capisco come sia possibile"

Paolo è uno dei tantissimi volontari che sta fronteggiando la seconda ondata di coronavirus in Liguria, regione in cui i contagi salgono a livello vertiginoso. Ed è uno dei tantissimi volontari che spesso si ritrovano bloccati in coda con l’ambulanza davanti agli ospedali per il massiccio afflusso di persone che arrivano ai pronto soccorso. Sono giornate faticose, piene di tensione, che a 23 anni affronta con grinta e, quando può, con il sorriso. Ma quella bufala non riesce proprio a sopportarla. "Ci chiamano attori, pensano che non siamo soccorritori, che andiamo in giro a seminare panico" racconta il ragazzo a Andrea Barsanti di GenovaToday.  

"Molta gente pensa che sia tutta una finzione e che le foto e i video siano fake o vecchi, non capisco come sia possibile" si sfoga . "Noi ormai viviamo le giornate consapevoli che il 99% delle volte, quando si esce in urgenza, è per un sospetto covid. La gente che non crede che sia davvero così dovrebbe venire a fare un giro con noi, io al Villa Scassi sono di casa e la situazione è peggiore della prima volta in termini di quantità di persone. Così è anche al San Martino e al Galliera".

Certo, non tutti quelli che chiamano l’ambulanza sono pazienti gravi. "Ci sono persone che chiamano per febbre o raffreddore, perché hanno paura, e vogliono andare in ospedale. Devo dire che i sintomi ora sono meno gravi, ma c’è molta più affluenza rispetto a marzo”. Ma l’emergenza non è una finzione. Paolo e i colleghi ogni giorno fanno 20, 30 uscite, e spesso si ritrovano davanti ai pronto soccorso, in coda, sino a notte fonda. "Quando ci dicono che ci inventiamo le cose, davvero ci sentiamo presi in giro". 

ambulanze girano a vuoto-2

La fake news delle ambulanze vuote è stata denunciata anche dalla Croce Rossa di Buccinasco, in Lombardia, che su facebook scrive:

"In questi ultimi giorni abbiamo visto video e notizie su ambulanze che svolgerebbero un lavoro ‘finto’, utilizzando le sirene in maniera inappropriata, per spaventare le persone, poiché il Covid non esiste.

In merito a ciò, non abbiamo niente da dire, perché la realtà che stiamo vivendo, è visibile a tutti.

Sono settimane pesanti, tanto quanto lo sono state a Marzo ed Aprile. Abbiamo sempre lavorato, ma ciò che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni, è difficile da sopportare. Veniamo a contatto con pazienti malati di Covid ogni giorno, vediamo nei loro occhi preoccupazione per se stessi e per i loro cari, stessa preoccupazione che abbiamo noi, perché nonostante le nostre mille precauzioni e l’utilizzo dei presidi di auto-protezione individuale, la paura di ammalarci è tanta.

Il nostro scopo non è fare allarmismo, nè tantomeno descrivere la realtà in maniera distorta, tutto ciò ci tocca nel profondo.

Convinti che possiate capirci, confidiamo in voi e nel vostro rispettare le regole".

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