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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Bullismo, la vittima può picchiare i suoi persecutori? Cosa dice la sentenza

La Cassazione ha accolto il ricorso dei genitori di un adolescente calabrese che era stato condannato a risarcire un bullo a cui aveva fatto saltare un dente con un pugno

Dare un pugno a un bullo può "non essere reato": una sentenza che farà discutere quella emessa dalla Corte di Cassazione col verdetto 22541. A scanso di equivoci va subito tuttavia chiarito che gli ermellini non vogliono in qualche modo legittimare le vittime di bullismo a difendersi da sé, ma sottolineare come l'orientamento dei giudici debba essere "sensibile" verso gli adolescenti vittime di bullismo che hanno reazioni aggressive dopo essere state lasciate sole "dalla scuola e dalle istituzioni" e che non hanno avuto sostegno pubblico e sociale.

Nel merito la Cassazione ha accolto il ricorso dei genitori di un adolescente calabrese che era stato condannato a risarcire un bullo a cui aveva fatto saltare un dente con un pugno.

"La reazione della vittima è da capire - afferma la Cassazione - poiché l’adolescente che era stato vittima di bullismo per molto tempo". Il giudice, in questi casi, non può limitarsi a condannare la violenta reazione con la quale il ragazzo ha rotto denti e labbro al suo persecutore, ma va inserita nel contesto.

"È doveroso – scrivono gli ermellini – che l'ordinamento si dimostri sensibile verso coloro che sono esposti continuamente a condizioni vittimizzanti idonee a provocare e ad amplificare le reazioni".

La sentenza colpevolizza invece le istituzioni e la scuola in particolare, quando non intervengono per arginare il fenomeno e sostenere chi è vittima di bullismo. In tali casi la Cassazione dice che non si può condannare la vittima che dà un pugno al suo bullo se per lui questa rappresentava l’unica via d’uscita per spezzare la situazione.

Il dispositivo ha infatti annullato la condanna inflitta dalla Corte d’Appello di Catanzaro e il processo tornerà in Appello e stavolta i giudici dovranno attenersi ai principi sanciti dalla Cassazione.

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