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Venerdì, 19 Aprile 2024

Alberto Berlini

Giornalista

Burioni e l'inutile anatema contro la funzionaria che ha condotto la trattativa per i vaccini

Gran parte della battaglia contro il Covid-19 si gioca sui vaccini. E da più parti l'Unione Europea viene additata come responsabile del ritardo con cui le forniture arrivano nei vari Stati dell'Unione. Il confronto più spesso mostra come Stati Uniti (che ieri hanno approvato il vaccino di J&j) e Regno Unito, siano molto più rapidi (e forse scaltri, ndr) nell'approvigionarsi delle dosi necessarie a immunizzare la popolazione e far ripartire così il motore economico. 

Nella forsennata ricerca di un responsabile quale capro espiatorio di un sistema che fa invece acqua da tutte le parti (in Italia ad esempio si è perso tempo a bandire una gara milionaria per padiglioni vaccinali che probabilmente non servivano, ndr) c'è chi si spinge ad additare la funzionaria che ha condotto la trattativa dell'EU per i vaccini quale causa dei ritardi.

Oggi il capro espiatorio è l'italiana Sandra Gallina e a puntare contro di lei i riflettori è niente nientepopodimeno che il virologo dei salotti televisivi Roberto Burioni. L'accademico in forza all'università San Raffaele lo fa citando un articolo di EuropaToday in cui i nostri inviati a Bruxelles lo scorso settembre davano la notizia di come la scelta della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen fosse caduta sull'alta funzionaria italiana, incaricata del delicato ruolo di portare avanti i negoziati con le case farmaceutiche. 

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Il celebre virologo addita Sandra Gallina perché avrebbe scarse conoscenze in temi sanitari, spiegando come la funzionaria potesse fregiarsi solo di una laurea alla scuola per interpreti e avesse avuto per la prima volta a che fare con la sanità nel luglio 2020 occupandosi prima di agricoltura e pesca. Una incompetenza che - secondo Burioni - paghiamo con ritardi nell'approvigionamento dei vaccini. Il non citato riferimento è alla scrittura dei contratti come quello molto contestato con AstraZeneca.

"Personalmente avrei preferito qualcuno con maggiore esperienza in ambito sanitario e farmaceutico, come hanno fatto in UK. A qualcuno piacciono i burocrati, a me no. Questione di gusti. Intanto UK i vaccini li ha e noi no." spiega Burioni. "Non credo che se nel 1940 avessero messo a capo della RAF un interprete sarebbe questo il commento a seguito della vittoria del nazismo in Europa dopo la battaglia di Inghilterra."

Burioni cita anche un passaggio di un intervento all'Europarlamento in cui Gallina avrebbe detto “un buon vaccino deve essere non solo efficace e sicuro, ma anche conveniente". Peccato che l'intervento vada contestualizzato: Gallina infatti stava sostenendo che i prezzi dei vaccini dovessero essere “compresi tra i 5 e i 15 euro per dose per garantire l'accessibilità economica per tutti gli Stati membri”. (Qui il video al minuto 8' https://youtu.be/zjcbRwvUG40

E per Burioni il Cv manca di menzioni sulla sanità che invece avrebbe la parigrado del Regno Unito. Insomma, troppo burocrate e poco scienziata.

Tuttavia l'intervento del celebre virologo è stato da più parti additato come fuorviante anche perché, proprio nel curriculum tanto criticato da Burioni si trovano menzioni di una carriera di tutto rispetto. Come spiega Dario Prestigiacomo per Europatoday Gallina, in quanto a capacità negoziali, sembra adatta al ruolo: "La sua carriera è nata e si è evoluta sempre all'interno della Commissione europea".

Laureata in Interpretazione e lingue moderne all’Università di Trieste, la Gallina ha intrapreso trent’anni fa una carriera fuori dagli schemi ed è oggi considerata una donna forte dell’esecutivo Ue. Entra nel 1988 a Palazzo Berlaymont, l’edificio che ospita l’esecutivo europeo, come interprete. Sandra Gallina vanta infatti un pesante bagaglio linguistico che comprende due lingue materne - italiano e spagnolo - arricchito dalla conoscenza professionale di francese, inglese, portoghese e tedesco. 

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Dopo oltre dieci anni di lavoro d’interpretazione, passa alle mansioni amministrative come funzionaria del dipartimento Tasse e unione doganale della Commissione. Nel 2001 si apre quindi una lunga parentesi professionale presso la potente Dg Trade, il dicastero commerciale dell’esecutivo comunitario. Nell’ultimo ventennio la Gallina ha assistito e, ha partecipato come protagonista, alla trasformazione delle economie europee dalla dimensione nazionale a quella globale. La voce ‘export’ diventa infatti irrinunciabile per tutte le aziende, dalle piccole e medie imprese ai grandi gruppi, e la Commissione si attiva per stringere alleanze commerciali in tutto il mondo.

Sandra Gallina entra nel gruppo dei “top negotiator” dell’Unione europea, incaricata di stringere accordi economici con i Paesi partner, ma si occupa anche di sviluppo sostenibile nel settore agroalimentare e ittico. Dal 2018 al 2020 ricopre l’incarico di vice-direttrice dell’intera Dg Trade. Negli anni caldi della trattativa coi Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay), la funzionaria italiana viene spesso invitata a parlare durante eventi, audizioni e occasioni di ogni tipo alle quali prende parte il selezionato pubblico bruxellese fatto di eurodeputati, giornalisti, funzionari e lobbisti. 

Insomma. Questa volta ci pare proprio che il celebre virologo sia scivolato sulla infida buccia di banana del populismo che in patria trova larga platea nel gioco dello sparare sul burocrate di turno. Peccato. 

La situazione dei vaccini e i ritardi in Italia

L'approvigionamento dei vaccini è però un problema: a Napoli ci sono troppe poche dosi e fino al 3 marzo sono sospese le vaccinazioni per gli anziani per garantire la somministrazione dei richiami. Proprio oggi sono in corso al Parlamento Europeo le audizioni delle aziende produttrici del vaccino. Se Stéphane Bancel, Ceo di Moderna, ha confermato che il loro prodotto protegga contro la variante inglese e offra una buona protezione anche dalla sudafricana, ha spiegato come sarà difficile trovare in breve tempo una collaborazione con altre aziende per aumentare la capacità produttiva: "Non è facile fare partnership con altri su una tecnologia come l'RNA messaggero, nessuna grande azienda in Europa o altrove nel mondo ha prodotto vaccini di questo tipo in grande scala fino a oggi, non ci sono le attrezzature, la formazione e la capacità produttiva".

Il Ceo di AstraZeneca Pascal Soriot ha invece puntualizzato che i ritardi di distribuzione rispetto a quanto siglato negli accordi sono da attribuire ad un problema molto semplice. "Non c'è magazzino, nel senso che le dosi vengono spedite non appena confezionate, quindi ogni volta che si verificano problemi di produzione si sentono subito. In alcuni siti produttivi nell'Ue, aggiunge Soriot, si sono verificati problemi di "rendimento", essenzialmente dovuto alle variazioni nella produzione dei bioreattori che forniscono il semilavorato da cui vengono ottenute le dosi di vaccino".

Quanto agli accordi privilegiati con il Regno Unito Soriot ha spiegato che l'Università di Oxford aveva iniziato a sviluppare il vaccino anti-Covid nel gennaio 2020, già in gennaio-febbraio il governo britannico ha finanziato lo sviluppo del vaccino e ha investito con capitale per finanziare i siti produttivi sia nel Regno Unito che in Olanda. Quando abbiamo siglato il contratto con l'Università di Oxford, i patti siglati con il governo britannico sono passati a noi".

"La stragrande maggioranza (non tutto, ndr) di quanto viene prodotto nell'Ue è diretto alla fornitura dell'Ue. "Il nostro sito di produzione olandese era originariamente previsto per il Regno Unito, ma ora approvvigiona l'Ue, e poi la catena di rifornimento del Regno Unito è fatta per 65 milioni di abitanti, anche se prendiamo tutta la fornitura d'Oltremanica e la spediamo in Europa cambierebbe poco per oltre 400 milioni di abitanti".

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