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Martedì, 23 Aprile 2024
Facciamo chiarezza

Addio alle caldaie a gas: una pompa di calore in ogni casa. Ma è davvero così?

Stop alla vendita da settembre 2029. L'Italia e altri paesi si oppongono, mentre è in programma una (ri)discussione sul tema in Europa. Cosa potrebbe cambiare, e con quali conseguenze

Addio alle caldaie autonome a gas, incluse quelle alimentate con gas rinnovabili, da settembre 2029 e in tutta l'Unione europea. O forse no, non proprio o non ancora, perché non è detta l'ultima parola. Come stanno davvero le cose? Tutto ruota intorno al regolamento "813/2013/Ue", altrimenti detto "Ecodesign", la cui bozza di revisione è ora in discussione in Commissione europea. Senza addentrarci troppo nei tecnicismi, si tratta di una direttiva europea che mira ad implementare l'efficienza e il risparmio energetici e dà istruzioni sui requisiti per la progettazione ecocompatibile degli apparecchi per il riscaldamento d'ambiente. L'obiettivo dell'esecutivo Ue è di arrivare all'abbandono delle caldaie a gas attraverso l'introduzione di "limiti di progettazione ecocompatibile più rigorosi per i sistemi di riscaldamento, che implicano il 2029 come data finale per l'immissione sul mercato di caldaie a combustibili fossili autonome".

Le caldaie a gas vietate dal 2029: cosa potrebbe cambiare?

La bozza del testo - che ha già registrato la netta opposizione dell'Italia e di quasi tutti i paesi dell'est europeo, oltre ovviamente alle imprese che operano nel settore del gas naturale e di produzione di apparecchi e componenti per impianti termici -, sarà ridiscussa il prossimo lunedì 12 giugno dalla Commissione europea, in un incontro con i soggetti che stanno partecipando alla fase di consultazione pubblica delle bozze dei regolamenti Ecodesign. Rispetto ai mesi scorsi, ora si intravedono margini per una trattativa: ci sono alcune possibili eccezioni allo studio, e lo stop alla vendita di caldaie a gas dal 2029 sembra essere un po' meno certo, o meno netto. Bruxelles rivedrà la sua posizione? Se ne riparlerà il 12 giugno, appunto. Ma andiamo con ordine.

Se il testo in questione non dovesse essere modificato, a partire dal 2029, secondo quanto prevede la bozza, dovranno essere eliminate dal mercato tutte le caldaie a gas esistenti in Europa. Inoltre, la nuova norma comporterebbe standard tecnico-produttivi molto stringenti che di fatto escluderebbero la vendita delle caldaie a gas, comprese quelle alimentate con gas rinnovabili. Verrebbe introdotto un limite minimo di efficienza stagionale, da rispettare a partire da settembre 2029. Tra le ipotesi emerse, c'è infatti quella di fissare una soglia minima di efficienza al 115% per le caldaie: si tratta di un limite molto ambizioso con le tecnologie ad oggi presenti, che in termini pratici porterebbe all'esclusione di alcune tecnologie che sfruttano anche biogas o idrogeno. A conti fatti, con questi provvedimenti rimarrebbero sul mercato soltanto le pompe di calore elettriche e gli apparecchi ibridi con pompa di calore più caldaia a gas.

Il 12 giugno, i soggetti coinvolti e contrari alla norma chiederanno alla Commissione europea di introdurre soglie meno rigide per le caldaie, capaci di includere alternative green altrettanto sostenibili, ma meno limitative per l'industria produttiva. Una delle proposte è per esempio quella di consentire il ricorso ad apparecchi ibridi. In sostanza, Bruxelles dovrà valutare l'eventuale esistenza di situazioni particolari in cui non c'è un'alternativa tecnica alle caldaie a gas: si potrebbero valutare casi specifici in cui la nuova legge potrebbe contemplare eccezioni alla soglia di efficienza del 115%. La discussione è quindi ancora aperta, anche a causa della ferma opposizione da parte di alcuni paesi, tra cui l'Italia, ma anche di chi opera nel settore del gas e degli impianti di riscaldamento.

Quanto ci costerebbe l'addio alle caldaie a gas

Al coro dei contrari si aggiunge anche il Codacons. Secondo l'associazione, l'addio alle caldaie a gas rappresenta una misura insostenibile per le famiglie. Ma oltre ad essere una stangata sul fronte della spesa, per l'associazione dei consumatori la norma potrebbe non dare nemmeno troppi vantaggi sul piano ambientale. Se il provvedimento dovesse diventare realtà, le famiglie che dal 2029 dovranno sostituire la vecchia caldaia a gas dovranno obbligatoriamente acquistare una pompa di calore, con un costo "per l'acquisto e l'installazione che varia tra i 6mila e i 16mila euro a seconda dell'impianto scelto - sostiene il Codacons -, una spesa proibitiva sia per i costi in costante crescita di tali impianti, sia per la manodopera sempre più costosa".

Non è solo una questione di spesa, però. Per l'associazione non tutte le abitazioni possono dotarsi di pompe di calore e il rendimento energetico in alcune case potrebbe essere sotto gli standard previsti: c'è bisogno di spazio per mettere l'unità esterna e non tutte le case hanno aree all'aperto dove poterla collocare. Inoltre, se la casa non è ristrutturata - quindi non gode di isolamento e coibentazione ottimale - e ha termosifoni tradizionali al posto dei moderni impianti a pavimento, la resa scende e di parecchio, vanificando gli effetti positivi sull'ambiente. Se l'Unione europea vorrà imporre l'addio alle caldaie a gas, "dovrà prevendere non solo eccezioni per quelle case che non sono in condizione di installare pompe di calore, ma anche incentivi e bonus per aiutare le famiglie ad affrontare la spesa legata alla sostituzione dei vecchi impianti", è l'appello dell'associazione.

Soglia di efficienza e deroghe

Sta di fatto che l'argomento è oggetto di dibattito anche tra i tecnici: su questi limiti di fattibilità esistono pareri discordanti. Le questioni più dibattute, comunque, riguardano anche le misure più ingombranti di alcuni apparecchi e il fatto che, in qualche caso, gli impianti dotati di termosifoni non funzionerebbero in modo altrettanto efficiente con tecnologie diverse dalle caldaie. La soluzione potrebbe essere quella di lasciare il requisito generale del 115% come soglia minima di efficienza per le caldaie, indicando alcune situazioni limitate nelle quali è possibile non considerarlo. Ma questo non piace ai produttori di caldaie, che invece vorrebbero una deroga più ampia, con limiti di efficienza effettivamente raggiungibili, per tutti gli apparecchi in grado di funzionare con miscele di gas rinnovabili.

I prossimi giorni serviranno a capire quale impostazione sarà effettivamente considerata sostenibile per Bruxelles. I tempi delle decisioni saranno stretti, perché la Commissione nelle scorse settimane ha già annunciato la volontà di chiudere la revisione del regolamento Ecodesign entro il primo trimestre del 2024. L'obiettivo è arrivare quanto prima ad un accordo per far votare il testo al Consiglio e al Parlamento europeo entro l'autunno.

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