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Venerdì, 29 Marzo 2024
ECONOMIA

Pochi bimbi e tanti emigranti: i numeri impietosi del declino italiano

Il nostro è il Paese europeo in cui nascono meno bambini e in tanti continuano a scappare all'estero. Nel 2070 saremo 6,5 milioni in meno

Il calo demografico in Italia non si arresta. È un problema di cui si parla molto poco, ma che come vedremo a breve può avere ripercussioni molto pesanti dal punto di vista economico (e non solo). Secondo gli ultimi dati dell’Istat, complessivamente nel 2017 la popolazione è diminuita di 105.472 unità rispetto all’anno precedente. Il calo complessivo è stato causato dalla flessione della popolazione di cittadinanza italiana (202.884 residenti in meno), mentre la popolazione straniera aumenta di 97.412 unità.

Al 31 dicembre 2017 l’Italia contava 60.483.973 persone, di cui più di 5 milioni di cittadinanza straniera, pari all’8,5% dei residenti a livello nazionale (10,7% al Centro-nord, 4,2% nel Mezzogiorno).

Un popolo di emigranti

Secondo un’analisi di Coldiretti (basata ancora su dati Istat) oltre mezzo milione di italiani hanno lasciato il Belpaese negli ultimi cinque anni cancellandosi dalle rispettive anagrafi di residenza. Il calo della popolazione, dunque, non è dovuto solo alla riduzione delle nascite ma anche alla crescita progressiva dell’emigrazione all’estero tra gli italiani. I numeri registrati dall’anagrafe sono peraltro la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più ampio che, sottolinea la Coldiretti, riguarda moltissimi giovani.

Perché i giovani lasciano l’Italia

Il 34% degli under 35 anni in Italia si dice disposto a cambiare nazione per trovare un impiego e un 22% è convinto che il proprio futuro sarà all’estero, anche se una ridotta minoranza (14%) ha già avuto esperienze lavorative in un’altra nazione secondo un sondaggio Coldiretti/Ixè.

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Natalità, Italia in fondo alla classifica

Sul fronte delle nascite non va molto meglio: come ha raccontato di recente EuropaToday, l’Italia è il Paese in cui nascono meno bambini. Nel 2017 (dati Eurostat) il numero di nascite si è fermato a poco più di 458mila, con un tasso rispetto al resto della popolazione del 7,6 per mille. Dato che ci colloca in fondo alla classifica dell'Unione europea. Rispetto all'anno precedente, la popolazione è diminuita dell'1,7 per cento, mentre nel resto dell'Unione si assiste a una crescita demografica, anche in paesi come Germania, Francia e Spagna.

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Avremo un solo lavoratore per ogni pensionato

Il problema del calo delle nascite investe prima di tutto la previdenza. Il presidente dell’Inps Tito Boeri ha ricordato di recente che in un sistema pensionistico a ripartizione, i contributi di chi lavora servono ogni anno a pagare le pensioni di chi si è ritirato dalla vita attiva. "Oggi abbiamo circa due pensionati per ogni tre lavoratori – ha affermato – questo rapporto è destinato a salire nei prossimi anni". Secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale, a legislazione invariata a partire dal 2045 "l’Italia avrà infatti addirittura un solo lavoratore per ogni pensionato".

L'allarme della Corte dei Conti

Il problema del calo demografico è stato analizzato anche dalla Corte dei Conti.  "Nei prossimi anni, il bilancio pubblico sarà fortemente condizionato dall’invecchiamento della popolazione e dalle modifiche della struttura demografica", si legge in un report pubblicato di recente. Questo "potrebbe avere effetti sulla spesa per la protezione sociale (previdenza, assistenza e sanità) più acuti di quanto finora atteso".

Analizzando il Documento di Economia e Finanza del 2018, la Corte afferma ad esempio che il rapporto spesa per pensioni/Pil aumenterà tra i 2 e i 2,5 punti percentuali intorno al 2040, mentre "l’effetto sul rapporto debito pubblico/Pil risulterebbe marcato: un aumento di circa 30 punti nel 2070".

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"Le ragioni alla base del peggioramento - scrive l'organo di controllo - sono da ascrivere alla minore crescita del Pil nel lungo periodo, a sua volta dovuta a fattori demografici e di produttività". I numeri forniti dai giudici contabili cono impietosi: da qui al 2070 ci sarà un calo demografico di 6,5 milioni di abitanti. Un problema enorme di fronte al quale la politica sembra avere le armi spuntate. 

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