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Venerdì, 29 Marzo 2024
La trombosi del seno cavernoso

La morte di Camilla Canepa dopo il vaccino AstraZeneca e l'indagine per omicidio colposo 

La procura si muove dopo il decesso della 18enne per una trombosi del seno cavernoso. I casi segnalati dall'Aifa dopo il siero e il problema individuato nei vettori dell'adenovirus

Camilla Canepa, 18 anni, è morta ieri all’ospedale San Martino di Genova dopo aver partecipato lo scorso 25 maggio a un «open day» vaccinale aperto alle fasce più giovani ricevendo una dose del vaccino AstraZeneca. Il 3 giugno aveva iniziato a manifestare alcuni sintomi di una sospetta trombosi del seno cavernoso, tra cui mal di testa e fotofobia. Dopo il ricovero del 5 giugno, era stata sottoposta a un intervento chirurgico per rimuovere un trombo e per allentare la pressione intracranica derivante dall’emorragia. 

La morte di Camilla Canepa dopo il vaccino AstraZeneca e l'indagine per omicidio colposo 

Mentre i genitori hanno autorizzato la donazione degli organi di Camilla, già da ieri la procura di Genova ha convertito l'indagine conoscitiva su quanto accaduto in un fascicolo per omicidio colposo per ora a carico di ignoti.  Il pubblico ministero Stefano Puppo insieme al procuratore Francesco Pinto disporranno nelle prossime ore l'autopsia che verrà affidata al medico legale Luca Tatjana e all'ematologo Franco Piovella.

I due esperti hanno già eseguito gli esami sugli altri quattro casi di decessi dopo vaccini. Il primo è stato quello della docente Francesca Tuscano di 32 anni e poi di tre anziani, tra i 70 e gli 80, a cui erano stati somministrati Astrazeneca e Pfizer. Le indagini, spiega oggi Il Fatto Quotidiano, ruoteranno su tre punti: l'anamnesi prima del vaccino (Camilla aveva dichiarato di prendere un farmaco ormonale e quello potrebbe essere una concausa della reazione avversa); la valutazione dei primi sintomi dopo la vaccinazione; la tempestività dei soccorsi. 

"Metteremo in atto il protocollo già applicato a un altro decesso post vaccino — spiega al Corriere della Sera il procuratore aggiunto Francesco Pinto —: il fasci- colo sarà aperto per omicidio colposo contro ignoti e si darà corso agli adempimenti necessari, a cominciare da quello autoptico e alla raccolta di tutta la documentazione anche dell’iter vaccinale. Nomineremo il medico legale e l’ematologo che già stanno seguendo gli altri casi". 

Nel frattempo è stato ritirato il lotto di vaccini Vaxzevria somministrato a Camilla Canepa e a una donna di 34 anni che si era presentata al Pronto soccorso con forte mal di testa e che nel frattempo è stata operata per rimuovere trombi addominali e si trova attualmente in rianimazione. La stessa sorte aveva subito un altro lotto di AstraZeneca in Sicilia che è stato successivamente dissequestrato visto che non sono state rilevate problematiche di sorta. 

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Quanti casi di trombosi dopo il vaccino AstraZeneca e chi è a rischio

Repubblica scrive che la Procura ha acquisito anche lo studio dell’Ema, l’agenzia europea dei farmaci, in cui vengono evidenziate le probabilità di sviluppare trombosi in base all’età e ha chiesto ai due ospedali la documentazione relativa all’iter vaccinale. Soprattutto, vuole ricostruire quanto successo tra il primo accesso al pronto soccorso e il secondo ricovero per valutare la possibilità che i medici abbiano sottovalutato i primi sintomi di Camilla. 

Il Quinto Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini COVID-19 pubblicato proprio ieri sul sito dell'Agenzia Italiana del Farmaco spiega che Fino al 26 maggio 2021 sono state inserite 204 segnalazioni di reazioni avverse ai sieri contro il coronavirus Sars-CoV-2 ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal vaccino e dalla dose somministrata. Le segnalazioni riguardano soprattutto il vaccino Pfizer/BioNTech Comirnaty, che è stato il più utilizzato e solo in minor misura il vaccino Vaxzevria (ex­COVID­19 Vaccine AstraZeneca) e il vaccino Moderna, mentre il vaccino COVID­19 Janssen risulta ancora poco utilizzato.

Nel rapporto non è citato il numero di trombosi, a differenza dei precedenti. Si dice solo che la media è quella di una segnalazione ogni 100 mila vaccinati, in linea con gli altri paesi. Le dosi AstraZeneca somministrate sono state 6,7 milioni, quindi si ragiona intorno ai numeri di 67 segnalazioni. I casi veri e propri sono stati meno delle segnalazioni: 45. Nel rapporto che arrivava al 26 aprile i casi erano stati 34 su 4 milioni di dosi (0,85 ogni 100 mila vaccinati).

Il rapporto Aifa pubblicato ieri dice che i casi si sono verificati prevalentemente sotto ai 60 anni. Quello del mese scorso segnalava le categorie a rischio: “La maggior parte di questi eventi (65%) hanno interessato le donne con un’età media di circa 48 anni e solo in un terzo dei casi circa gli uomini con un’età media di circa 52 anni”. Il motivo non è noto, anche se una ricerca ancora in fase di pre-print e firmata da alcuni scienziati tedeschi sostiene di aver trovato la causa dei coaguli di sangue e delle complicanze tromboemboliche. 

Qual è il problema del vaccino AstraZeneca

Rolf Marschalek, professore dell'università Goethe di Francoforte che ha condotto studi sulla rara condizione a partire dallo scorso marzo, ha detto che il problema è correlato ai vettori di adenovirus che entrambi i vaccini usano per fornire le istruzioni genetiche per la proteina spike di Sars-Cov-2 nel corpo. I vaccini a mRNA sviluppati da Pfizer/BioNTech e Moderna ne sono immuni perché non utilizzano questo sistema di somministrazione: per questo non ci sono stati casi di coagulazione del sangue ad essi collegati.

Gli scienziati affermano che il problema risiede nel momento dell'ingresso dell'adenovirus nel nucleo della cellula. Il ciclo di vita dell'adenovirus include "l'infezione" delle cellule e l'ingresso del Dna adenovirale all'interno del nucleo; successivamente avviene la trascrizione genica. E proprio qui sta il problema: il Dna virale, secondo Marschalek e i co-firmatari Eric Kowarz, Lea Krutzke, Jenny Reis, Silvia Bracharz e Stefan Kochanek, una volta all'interno del nucleo cellulare alcune parti della proteina spike si uniscono o si dividono, creando versioni mutanti, che non sono in grado di legarsi alla membrana cellulare dove avviene l'immunizzazione. Le proteine ​​mutanti fluttuanti sono invece secrete dalle cellule nel corpo - secondo la teoria di Marschalek - e innescano così coaguli di sangue in circa una persona su 100mila. 

Ma c'è di più. Il professor Marschalek sostiene che i vaccini possano essere riprogettati per evitare il problema. Anzi, J&J è già in contatto con lui e sta cercando di ottimizzare il siero, mentre non ci sono stati ancora contatti con AstraZeneca. La via d'uscita indicata dalla ricerca è quella di modificare la sequenza della proteina spike per evitare che avvenga la separazione. E quindi annullando la possibilità di effetti collaterali o reazioni avverse.

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