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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Regione Campania: dieci giorni prima del lockdown

Per arrestare la marcia del virus De Luca ha già attuato le limitazioni alternative ma non si può escludere che serva chiudere tutto per un paio di settimane

Dieci giorni. È il tempo che si sono dati il governo, i presidenti di regione e i tecnici per evitare un lockdown "morbido" ma che "provocherebbe rivolte armate", come ha detto oggi l'esperto dell'Oms Ranieri Guerra, con misure estreme come il coprifuoco alle 21. E la regione più a rischio da questo punto di vista è la Campania. 

Regione Campania: dieci giorni per evitare il lockdown

Secondo il Comitato Tecnico Scientifico se entro dieci giorni l'indice di contagio Rt non dovesse calare bisognerà considerare l'ipotesi di chiudere le zone urbane dove l'incidenza dei casi è maggiore. Ma, spiega oggi Il Mattino, questo vorrebbe dire chiudere l'intera Campania visto che isolare una città come Napoli è impossibile dal punto di vista logistico.

L'alternativa sarebbe quella di potenziare il contact tracing delle Asl per riportare sotto controllo la diffusione del virus come in estate. Ma sembra impossibile riuscire a farlo oggi che il tracciamento dei contatti pare saltato in tutta Italia. E allora l'obiettivo più raggiungibile è quello di fermare tutto, visto che la crescita dell'epidemia in Campania è diventata esponenziale: 

In Campania si è passati dal cinque per cento di inizio ottobre al 18 per cento. Ciò significa che l’incidenza dei positivi, in sole tre settimane, è più che triplicata. «Dobbiamo dunque ritenere che 18 persone su 100, in Campania, sono positive al virus - avverte Antonio Salvatore responsabile del dipartimento Salute di Anci (Associazione Comuni italiani) - e se consideriamo che il 93 per cento è asintomatico abbiamo che il restante sette per cento potrebbe avere bisogno di accedere al ricovero (6,4 per cento) o, addirittura, alla terapia intensiva (0,6 per cento )».

Al crescere dei positivi, è cresciuto anche il numero degli ospedalizzati: in Campania sono 1.037 i malati ricoverati per Covid in ospedale su 1.100 posti disponibili e 94 i pazienti in terapia intensiva su 227 posti con oltre 20 mila persone in isolamento domiciliare.

In questa ottica il pericolo più grosso è Napoli, dove sono stati registrati più della metà del totale dei positivi della Campania. Il giorno prima su 1.760 nuovi positivi al coronavirus a Napoli e nel suo hinterland se ne sono contati ben 1.406 casi di cui 409 nel capoluogo e il resto in provincia concentrati soprattutto nelle aree densamente popolate come la zona rossa di Arzano seguita da Casoria, Giugliano, Caivano, Pozzuoli, Afragola, Acerra, a fronte invece di pochissimi casi sul litorale di Bacoli e nelle Isole di Ischia e Procida. Distribuzione analoga nell’area nord della città con cluster a Castellammare, Nola, Torre del Greco.

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