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Giovedì, 28 Marzo 2024
Addio all'edizione notturna

Perché i telegiornali notturni scompariranno

Con 4 voti a favore, 1 contrario e 2 astenuti il consiglio di amministrazione della Rai ha approvato la cancellazione dell'edizione notturna dei telegiornali regionali dopo il polverone alzato da Striscia la notizia

Niente più telegiornali notturni regionali in Rai: la decisione è stata presa dal consiglio di amministrazione dell'emittente pubblica, che ieri ha votato a maggioranza il piano di produzione e trasmissione 2022 della testata giornalistica regionale. Con 4 voti a favore, 1 contrario e 2 astenuti è stata decisa la cancellazione dell'edizione notturna dei telegiornali regionali Rai, dopo il polverone sollevato da Striscia la notizia per i costi sproporzionati rispetto all'offerta. La notizia ha creato un vero e proprio strappo tra l'ad Rai Carlo Fuortes e il sindacato dei giornalisti Rai. Andiamo per ordine.

Come si è arrivati alla cancellazione dei Tgr notturni Rai

In una puntata di metà novembre il tg satirico Striscia la notizia aveva denunciato gli sprechi Rai relativi ai telegiornali regionali notturni, quasi uguali a quelli diffusi nel tardo pomeriggio della stessa giornata. Secondo un'interrogazione parlamentare, infatti, l'edizione notturna dei tg regionali Rai, in ragione degli straordinari notturni pagati ai giornalisti, costerebbe 4 milioni di euro l'anno in più rispetto alle edizioni che vanno di giorno. L'inviato Pinuccio del tg satirico in onda su Canale 5, interessatosi al tema con diversi servizi, ha dimostrato con tanto di esempi che l'edizione della notte del Tgr Rai, che va in onda alle ore 0.10, è praticamente uguale a quella delle 19.30: le notizie ed i servizi sono più o meno gli stessi, però costano ai contribuenti 4 milioni in più l'anno in termini di straordinari notturni pagati ai lavoratori Rai. 

Scoppiata la bufera, l'ad della Rai Carlo Fuortes è dovuto correre ai ripari, annunciando durante un'audizione in commissione di vigilanza Rai la chiusura dei tg regionali della notte a partire dal 9 gennaio "per motivi assolutamente editoriali", "con una presa di visione all'unanimità in consiglio di amministrazione". Immediata la reazione del sindacato dei giornalisti Rai, che ha parlato di tagli indiscriminati, contrari anche molti politici. Il dossier sospensione Tgr notturno è stata portata nuovamente in cda ieri, trovando il favore non solo dell'ad Carlo Fuortes, ma anche della presidente Marinella Soldi, di Igor De Biasio della Lega e di Simona Agnes di Forza Italia. Due i voti contrari, quelli di Francesca Bria del Pd e Alessandro Di Maio del M5s. Un solo contrario, Riccardo Laganà, consigliere indipendente rappresentante dei dipendenti Rai.

Le reazioni alla sospensione Rai dei telegiornali notturni

Il sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai - Unione sindacale giornalisti Rai) parla di decisione unilaterale, lamentando l'assenza di un progetto industriale per l'emittente pubblica. Chiesta l'apertura immediata di un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali. In particolare, nel comunicato dell'esecutivo Usigrai si legge che "il taglio di budget per cancellare la terza edizione della Tgr è stato deciso con una maggioranza risicata del cda: appena 4 voti a favore su 7, decisivo quindi il sì di Fuortes per avere la maggioranza. È questo il risultato di una azione unilaterale dell'amministratore delegato, senza alcun confronto sindacale e senza alcun progetto complessivo". Il sindacato invita poi l'ad ad un ripensamento sui "tagli lineari che poco rispondono alle esigenze dei cittadini e dell'azienda e molto invece alle critiche di alcune parti politiche e di concorrenti privati". 

"La questione del taglio edizione notturna Tgr è stata sottovalutata e gestita male", ha scritto in un post su Facebook Riccardo Laganà, componente del cda Rai, giustificando il suo voto contrario. Secondo Laganà la proposta di cancellazione dei tg regionali notturni doveva passare prima attraverso un confronto con le parti sociali, "non solo per questioni legate al rispetto del contratto collettivo di lavoro, ma anche per sani rapporti con i rispettivi rappresentanti dei lavoratori che devono essere coinvolti nelle scelte e nei progetti aziendali". Denuncio con forza questo "disdicevole atteggiamento", ha tuonato il membro del cda Rai. 

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