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Venerdì, 29 Marzo 2024
Animali speciali

No, non sappiamo ancora se i cani possono davvero fiutare e riconoscere il Covid

Ci sono studi su piccoli campioni, esperimenti incoraggianti: ma no, non abbiamo certezze. Vale però la pena approfondire il discorso perché Cloe, meticcia sarda, sembra essere capace di segnalare la presenza di un positivo tra gli anziani con percentuali altissime

Un esperimento molto interessante, non il primo sull'argomento. Cloe, meticcia sarda, è un cane speciale: è in grado (forse) di individuare le persone positive al coronavirus. Fiuta il potenziale infetto e inizia mugolare solo se rileva l'eventuale contagio. Siamo ampiamente nel campo delle ipotesi, ma il suo istruttore, Roberto Zampieri, 60 anni, responsabile del progetto, parla di risultati "sorprendenti".

Il cane che fiuta i positivi al coronavirus

L'abilità di Cloe è stata testata alla Casa di riposo per anziani San Giorgio di Cagliari. "Su 44 persone - spiega proprio Zampieri ai giornali locali - i quattro casi positivi e i quaranta negativi segnalati dal cane Cloe hanno avuto poi il riscontro delle analisi. Stiamo lavorando da marzo in questa direzione. Ma mai avevamo avuto la possibilità di effettuare un test con un campione così ampio. Questo è stato possibile grazie al supporto della struttura diretta da Gianni Masala. Un esperimento che ci dice che siamo nella direzione giusta. Tutto si è svolto alla presenza del personale medico".

"Finalmente siamo arrivati alla fase di test in presenza di personale medico, dirigenti di struttura e altre figure le quali hanno potuto verificare i risultati - scrive Zampieri su Facebook - E' stato dimostrato che con una metodologia di preparazione semplice ma seria, un sistema di check altrettanto semplice ma immediato, il cane può segnalare la presenza di un positivo al Covid 19 con risultati anche del 100% . Siamo arrivati? no assolutamente! si faranno ancora test su test e se i risultati fossero confermati daremo alla " scienza " qualcosa su cui lavorare; e se dovessimo fallire i prossimi test? Nessun problema, non abbiamo chiesto soldi a nessuno, tutto l'occorrente lo abbiamo acquistato con le nostre risorse, per cui potremmo tranquillamente dire: ci abbiamo provato!!!".  

Sono stati mesi di addestramento e la soddisfazione è davvero tanta. Il progetto ha preso il via già dalla fine di marzo 2020 in seno a Progetto Serena Onlus (associazione ideata e creata nel 2013 da Roberto Zampieri e sua moglie, che prepara i cani allerta diabete) e finalmente venerdì 12 e sabato 13 febbraio, sono iniziati in Sardegna i primi test sulle persone.  Per i diabetici gli amici a 4 zampe rilevano da tempo le variazioni glicemiche del proprietario. Progetto Serena Onlus è un'associazione senza fini di lucro, si tratta quindi di un progetto totalmente autofinanziato, con finalità di solidarietà sociale, che ha richiesto mesi di lavoro. L’obiettivo dello studio è quello di arrivare ad utilizzare il classico tampone rinofaringeo su meno soggetti possibili, non solo nell’ottica di un risparmio in termini economici per la Sanità, ma soprattutto in termini di impatto psicologico nelle categorie fragili, come i bambini e gli anziani.

“I risultati dei test preliminari finora sono eccellenti”, dice a VistaNet la dottoressa Francesca Soggiu. “Su 46 persone presentate al cane nei due giorni di test, 4 sono state segnalate come positive, ma soprattutto 40 soggetti sono stati riconosciuti come negativi e tutte le segnalazioni sono state verificate con esiti di laboratorio”.

I cani possono riconoscere le malattie dall'odore?

Non è la prima volta che se ne parla. Secondo varie ricerche i cani possono rilevare Sars-CoV-2 con una precisione sorprendente, anche prima che si manifestino i sintomi dell’infezione Covid-19.

Nel mondo i cani sono già addestrati a rilevare gli odori di alcuni tumori, la malaria e il Parkinson, come ricorda l'ente benefico inglese Medical Detection Dogs. Secondo la London School of Hygiene & Tropical Medicine, i cani potrebbero fornire un metodo di individuazione rapido e non invasivo, arrivando a valutare ciascuno fino a 250 persone all’ora, ed essere utilizzati ad esempio negli aeroporti, come i cani antidroga.  “Il nostro lavoro ha dimostrato in precedenza che la malaria ha un odore caratteristico e con Medical Detection Dogs abbiamo addestrato con successo i cani a rilevare la malattia. Questo, combinato con la consapevolezza che le malattie respiratorie possono cambiare l’odore del corpo, ci fa sperare che i cani possano rilevare anche il Covid-19”, ha detto il professor John Logan, che guida il progetto ed è direttore del Centro per il controllo delle malattie. “In caso di successo, questo approccio potrebbe rivoluzionare il modo in cui diagnostichiamo il virus, portando a un rapido screening di un elevato numero di persone, il che potrebbe avere un impatto profondo e contribuire a riportare la nostra vita a una sorta di normalità”.

Servono ovviamente maggiori certezze, la scienza le pretende.  In tutto il mondo, i cani vengono addestrati a rilevare l'odore delle infezioni da COVID-19. Gli addestratori di cani affermano risultati straordinari: in alcuni casi, affermano che i cani possono rilevare il virus con una precisione quasi perfetta. Gli scienziati coinvolti negli sforzi suggeriscono che i cani potrebbero aiutare a controllare la pandemia perché possono controllare centinaia di persone all'ora in luoghi trafficati come aeroporti o stadi sportivi e sono più economici da eseguire rispetto ai metodi di test convenzionali.

No, non sappiamo se i cani fiutano davvero il coronavirus

Mancano però studi pubblicati e revisionati su riviste scientifiche, il campione di questi esperimenti è evidentemente limitato, e la comunità scientifica non può fare affidamento su numeri così ristretti. I cani sono già stati utilizzati negli aeroporti di Helsinki, Santiago del Cile e Dubai, oltre che per controllare i fan alle partite di basket dei Miami Heat negli Stati Uniti. Di recente una clinica veterinaria tedesca ha spiegato di avere cani addestrati in grado di rilevare il COVID-19 con una precisione del 94%, anche se le persone sono asintomatiche.  L’autorevole rivista “Nature” cita uno studio (l’unico finora che ha ricevuto l’autorizzazione ad essere pubblicato) che ha visto otto cani addestrati annusare i campioni prelevati dalle vie respiratorie di sette persone in ospedale con Covid-19 e sette persone sane riuscendo ad identificare l’83% dei casi positivi e il 93% dei negativi.

Insomma, ci sono studi su piccoli campioni, esperimenti incoraggianti: ma no, non sappiamo se i cani fiutano davvero il coronavirus. Sono ancora necessari processi di revisione tra pari e studi su larga scala. Vale però la pena approfondire il discorso e seguire tutti gli aggiornamenti. Perché i cani sono esseri speciali e in grado di sorprendere in continuazione: su quello, pochi dubbi.

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