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Martedì, 23 Aprile 2024
La nuova normativa: Cannabis a scopo terapeutico

Assolto Walter De Benedetto: la sentenza sulla cannabis destinata a fare storia

"Quella serra non era reato". Si conclude la battaglia dell'aretino malato di artrite reumatoide che aveva allestito una serra di marijuana per usare la sostanza a scopo terapeutico e lenire i dolori. "Assolto perché il fatto non sussiste"

Il giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Arezzo ha assolto Walter De Benedetto, il disabile di 48 anni malato di artrite reumatoide, accusato di aver coltivato cannabis nel giardino della propria abitazione. Il giudice ha sposato la richiesta del pubblico ministero Laura Taddei che aveva chiesto l'assoluzione. Si tratta della prima sentenza inquadrata nella nuova normativa che disciplina la produzione di cannabis in Italia a scopo terapeutico.  

In pratica non è reato se un malato auto produce cannabis che utilizza a scopo terapeutico. 

La formula utilizzata dal tribunale di Arezzo è "perché il fatto non sussiste". De Benedetto, non presente in tribunale per via delle sue precarie condizioni di salute, era finito a processo per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente dopo un blitz dei carabinieri nella sua abitazione, nel quale scoprirono una serra adibita alla coltivazione di piantine di cannabis. Era ottobre 2019 e i carabinieri sequestrarono l'intera serra e Walter (ed un suo amico che lo aiutava annaffiando le piante), sono finiti a processo.

La sostanza serve a De Benedetto - costretto a letto nella sua abitazione a Ripa di Olmo - per lenire i dolori lancinanti che la sua malattia gli provoca. La quantità fornita dal servizio sanitario (un grammo al giorno) non era sufficiente. Una condizione che vivono molti malati, per questo la battaglia di Walter è diventata la battaglia di tanti.

"Il dolore non aspetta" ha sempre detto Walter. Questa mattina di fronte al tribunale di Arezzo ed in contemporanea in 18 città era stato organizzato un sit-in di protesta che vede in prima linea l'associazione 'Meglio Legale' e l'Associazione Coscioni. Presenti ad Arezzo anche Caterina Licatini del Movimento 5 Stelle, Riccardo Magi di +Europa e il presidente dei Radicali italiani, Igor Boni.

Erriquez della Banda Bardò aveva scritto una canzone su musica dei Matti delle Giuncaie dedicata proprio a Walter.  

La nuova normativa che disciplina la cannabis a scopo terapeutico

"Ce l’abbiamo fatto, anche grazie al supporto di chi da fuori ha seguito la situazione processuale. Walter è stato assolto in quanto è stato dichiarato non colpevole di voler spacciare ciò che invece aveva necessità di consumare per uso terapeutico" hanno detto gli avvocati Lorenzo Simonetti e Claudio Miglio, legali di Walter De Benedetto. 

Questa mattina il 49enne non è riuscito ad essere presente in aula, come invece avrebbe dovuto. I medici hanno consigliato, visto le sue attuali condizioni di salute, di evitare lo spostamento. Avrebbe voluto parlare con il giudice, per raccontare la sua esperienza, sperando di far capire la sua situazione. Per lui lo hanno fatto i legali, che sono riusciti a portare a termine la sua istanza.  

Ma come funziona la legge consente di accedere alla cannabis per alcuni malati? Dal 2007 i prodotti a base di cannabinoidi si possono reperire direttamente dal sistema sanitario nazionale, che se ne approvvigiona in due modi: il primo è attraverso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, che ne produce circa 500 chili all’anno in un regime di monopolio di Stato; il secondo è d’importazione (per la maggior parte dall’Olanda), per cui l’Italia, attraverso il Ministero della Salute, distribuisce i prodotti alle farmacie private e agli ospedali.

Tuttavia soltanto i malati gravi, che rispondano ad una serie di requisiti, possono accedere all’uso della cannabis, ad esempio pazienti affetti da malattie degenerative o malati oncologici. Ma c’è un problema: la domanda di cannabis a scopo terapeutico supera di gran lunga l’offerta. 

"Per questi malati è fondamentale la stabilità terapeutica, avendo non solo lo stesso tipo di farmaco, ma anche la stessa quantità di principio attivo, invece per le norme italiane sempre troppo restrittive, viene messa in costante rischio la loro terapia, negando di fatto loro il fondamentale diritto alla salute" aveva detto a Today.it Riccardo Magi, deputato di +Europa.

"La storia di Walter è l’esempio di come la legge in Italia costringa i tribunali a processare i malati che coltivano il proprio farmaco invece di rivolgersi al mercato nero. Per questo bisogna cambiare la legge".

Il disegno di legge di cui Magi è primo firmatario, sostenuto da una trentina di deputati di M5s, Pd e Leu, modifica l'articolo 73 del Testo unico, andando a depenalizzare completamente la coltivazione personale della cannabis. Da una parte non sarebbe più perseguito penalmente e amministrativamente chi dovesse coltivare marijuana in modo domestico per uso personale. Non sarebbe neppure sequestrabile. Dall’altra, trasformerebbe la modica quantità da attenuante ad articolo autonomo depenalizzato. In pratica chi venisse trovato con pochi grammi di droga durante un controllo, non verrebbe neppure arrestato.

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