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Sabato, 20 Aprile 2024
La decisione storica

L'Onu riconosce la cannabis come pianta medicinale

Cancellata per un solo voto dalla tabella IV della Convenzione del 1961 sugli stupefacenti

La commissione narcotici delle Nazioni Unite ha ufficialmente riconosciuto le proprietà medicinali della cannabis in un voto espresso a Vienna dagli Stati Membri dell'organo esecutivo per la politica sulle droghe che hanno modificato le quattro tabelle che dal 1961 classificano piante e derivati psicoattivi a seconda della loro pericolosità.

La commissione si è dovuta esprimere su 6 punti, in particolare ha adottato la raccomandazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che aveva chiesto di togliere dalla tabella IV - quella più restrittiva prevista dalla Convenzione sugli stupefacenti del 1961 - in cui sono elencate le sostanze ad alto rischio e senza valore medico come eroina e cocaina, facendo in modo che rimangano nella tabella I in cui sono già presenti.

Altra raccomandazione, invece bocciata come le successive, è che il THC e i suoi isomeri siano completamente rimossi dal trattato sugli stupefacenti del 1971 e aggiunti alla tabella I della convenzione del 1961. Stessa richiesta per il Dronabinol, il THC sintetico. Bocciata anche la rimozione di estratti e tinture dalla tabella tabella I della convenzione del 1961, così come l’indicazione di aggiungere preparazioni con THC alla tabella III. Bocciata anche la raccomandazione dell'OMS di inserire i prodotti che contengono CBD e THC sotto la soglia dello 0,2%, non devono essere inseriti in nessuna tabella.

Il valore terapeutico della cannabis

La cannabis viene quindi tolta dalla tabella 4, quelle delle sostanze ritenute più pericolose in virtù dei suoi impieghi terapeutici. "La decisione di oggi toglie gli ostacoli del controllo internazionale, imposti dal 1961 dalla Convenzione unica sulle sostanze narcotiche, alla produzione della cannabis per fini medico-scientifici" spiega Marco Perduca, che per l'Associazione Luca Coscioni coordina la campagna 'Legalizziamo!'.

cannabis no droga

Dei 53 Stati quasi tutti quelli appartenenti all'Unione Europea - ad eccezione dell'Ungheria - e alle Americhe hanno votato a favore, compresa l'Italia, raggiungendo la maggioranza di un solo voto, a quota 27. Gran parte dei paesi asiatici e africani, invece, si sono opposti. Questo cambiamento faciliterà la ricerca scientifica sulla la cannabis, nota per i benefici nella cura del Morbo di Parkinson, della sclerosi, dell'epilessia, del dolore cronico e del cancro.

"È importante perché oggi la massima autorità sanitaria mondiale è riuscita a convincere la culla della guerra alla droga, che la cannabis non è la “pianta del demonio”, bensì una risorsa terapeutica" commenta Leonardo Fiorentini, segretario nazionale di Forum Droghe. "Allo stesso tempo è evidente che il vento ideologico del proibizionismo soffia ancora forte nel mondo, visto il margine risicato (27 voti a favore contro 25, 1 astenuto) e la successiva bocciatura delle ulteriori raccomandazioni ​".

"Un passaggio politico internazionale rilevantissimo che dovrà portare a sdoganare completamente sul piano internazionale la cannabis terapeutica e a slegare la regolamentazione della cannabis per uso ricreativo da quella di altre sostanze" commenta Benedetto Della Vedova (+Europa). "L’Italia colga l’indicazione dell’Onu e tolga definitivamente le restrizioni proibizioniste e vessatorie che ancora impediscono a migliaia di malati di utilizzare e coltivare a uso terapeutico la cannabis."

Mentre nel Nord America la cannabis legale diventa la norma facendo emergere nell’economia legale (e tassata) in Europa solo il Lussemburgo sta superando il tabù proibizionista. Il 19 novembre la Corte europea di giustizia dell’Ue ha già chiarito che il Cbd, uno dei principi attivi della cannabis, non è da considerarsi come stupefacente. Non avendo effetti psicoattivi non va trattato come il Thc, e può esser commerciato all’interno dell’Unione, se uno Stato membro ne consente produzione e vendita.

L’Italia dal 2007 consente la prescrizione di cannabinoidi terapeutici nello Stabilimento farmaceutico militare di Firenze, ma dopo aver legalizzato la canapa industriale nel 2016 il quadro normativo è rimasto vago, per non dire isterico.

Il 29 ottobre scorso il ministero della Salute ha firmato il decreto che sospende l'efficacia di un precedente decreto emanato il 1 ottobre che inseriva il CBD nella tabella degli stupefacenti. Dopo le proteste il Ministero ha richiesto una rivalutazione dei pareri dell’Istituto superiore di sanità e del Consiglio superiore di sanità.

Con la Lega al governo inoltre si era assistito nell'estate 2019 a un de profundis per i negozi di cannabis light con Matteo Salvini che dopo la sentenza della Cassazione aveva annunciato la volontà di chiuderli imponendo il divieto di vendita di prodotti derivanti dalla canapa. Ma i giudici chiamati in causa dai titolari dei negozi sono di parere diverso: la cannabis light non è drogante e la legge permette la vendita. I tribunali italiani danno dunque ragione a produttori e commercianti di infiorescenze della cosiddetta "erba light", cioè con un contenuto di Thc tra lo 0,2 e lo 0,5%. 

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