Perché per i minorenni sarà più facile andare in carcere
Il governo alla fine ha deciso di non abbassare a 12 anni la soglia per la perseguibilità penale, ma ha disposto una serie di misure che renderanno più facile la custodia cautelare o l'arresto in flagranza per gli over 14. Meloni: "Oggi se un ragazzo di 15 anni gira armato con una pistola carica resta libero"
Con il decreto contro la delinquenza giovanile approvato giovedì sera in consiglio dei ministri sarà più facile per un minorenne finire in carcere. Il provvedimento, si legge sul sito di Palazzo Chigi, abbassa infatti da 9 anni a 6 anni la pena massima richiesta "per procedere con il fermo, l'arresto in flagranza e la custodia cautelare dei maggiori di 14 anni per delitti non colposi". Se finora i minorenni erano sottoposti a custodia cautelare in cella solo per reati gravi (che prevedevano, appunto, una pena di 9 anni), quali ad esempio l'omicidio, ora questa possibilità viene prevista anche qualora i reati siano più lievi, come una rapina aggravata.
Non solo. Il decreto prevede che fermo, arresto e custodia cautelare nei confronti del minore possano essere disposti anche per altre ipotesi di reato specifiche: furto aggravato, porto di armi od oggetti atti a offendere, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, resistenza a un pubblico ufficiale, produzione e spaccio di stupefacenti. Un'altra novità è che per la pena massima dei reati per i quali il minorenne può essere portato in caserma o in commissariato scende da cinque a tre anni.
Non cambia l'età per perseguire penalmente i minori
Il governo ha invece abbandonato l'idea di abbassare da 14 a 12 anni l'età per perseguire penalmente i minori. Oggi l'articolo 97 del codice penale prevede che il minorenne che "nel momento in cui ha commesso il fatto, non aveva compiuto i quattordici anni" non possa essere "imputabile". In questi casi dunque il minore non può essere considerato responsabile di un determinato reato e sottoposto a una pena. L'articolo successivo stabilisce invece che nel caso l'età sia compresa tra 14 e 18 anni si possa essere imputabili solo se viene accertata la "capacità di intendere e di volere".
Dell'imputabilità dei minori si è tornati a parlare (anche) dopo il brutale omicidio di Giovanbattista Cutolo, il musicista di 24 anni ucciso a Napoli da un 17enne. Nel passato del presunto killer ci sarebbe anche un'accusa di tentato omicidio, ma il giovane non sarebbe stato imputato proprio per via dell'età. E così il reato (o presunto tale) era rimasto impunito.
Nei giorni scorsi il governo ha valutato seriamente l'idea di abbassare la soglia per la perseguibilità penale, salvo poi ripensarci. "Non si è minimamente intervenuti sulla imputabilità del minore" ha detto in conferenza stampa il ministro della Giustizia Carlo Nordio. "Tutto questo sarebbe stato contrario all'utilità e non è stato fatto". Per la premier Giorgia Meloni nel decreto "non c'è il tema di sbattere in galera bambini 12 anni, c'è il tema che prevediamo l'arresto in flagranza, anche per alcuni reati per i quali non era previsto fino a oggi, dai 14 ai 18 anni: perché oggi se un ragazzo di 15 anni gira armato con una pistola carica non si può arrestarlo. E io francamente penso che questo non sia più affrontabile nell'attuale situazione".