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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Oggi nel 2006 moriva l'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

Oltre a essere stato presidente della Repubblica e del Consiglio, Ciampi ha lavorato per quasi 50 anni alla Banca d'Italia

Oggi nel 2006 moriva Carlo Azeglio Ciampi a 95 anni, a seguito dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Ricordato principalmente per essere stato presidente del Consiglio tra il 1993 e il 1994 e dal 1999 al 2006 Presidente della Repubblica, lavorò anche nella Banca d’Italia per 47 anni, di cui 14 da governatore, dal 1979 al 1993.

Carlo Azeglio Ciampi, la vita e la carriera

Carlo Azeglio Ciampi, nato a Livorno il 9 dicembre 1920 è morto in una clinica romana il 16 settembre 2006, a 95 anni. La madre era nata a Pisa e la sua famiglia era originaria di Cuneo. Militò nel Partito d’Azione durante la Resistenza e dopo la guerra, con due lauree (laureato in Lettere alla Scuola Normale di Pisa nel 1941 e poi in Giurisprudenza) e l'abilitazione all'insegnamento, entrò nella Banca d'Italia dove vi rimase per 47 anni, di cui 14 da governatore.

Dal 1993 al 1994 diventò presidente del Consiglio, l'Italia affrontava un momento complicato tra la crisi dei partiti e Tangentopoli. Ciampi guidò un governo di transizione ricevendo l'incarico dal presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. Fu poi ministro del Tesoro per Romano Prodi e Massimo D’Alema, dal 1996 al 1999.

Il 13 maggio del 1999 viene eletto, in prima votazione, decimo presidente della Repubblica Italiana con 707 voti (quasi trenta in più della maggioranza richiesta di due terzi dell'assemblea) su 1.010. Un mandato pieno, un segno di 'unità' che Ciampi terrà sempre presente. Non a caso, nel suo discorso di insediamento, davanti alle Camere riunite, spiega che eleggendolo il Parlamento si è reso interprete della 'pienezza di unità nazionale': "Io - affermò - mi adopererò per far perdurare questa significativa convergenza costituzionale creata. Una convergenza costituzionale che, nella sua specificità, non nega, anzi presuppone il normale, vitale, netto confronto tra maggioranza e opposizione. Il senso dell'unità nazionale ci deve guidare nel compito primario del rafforzamento del nostro sistema politico".

Il suo mandato da Presidente della Repubblica, fino al 5 maggio 2006 con il passaggio di testimone a Giorgio Napolitano, fu caratterizzato da alcuni punti cardine: l'Unità del Paese, recupero fuori dalla retorica dei simboli dell'Italia unita, dal tricolore all'inno di Mameli, difesa a spada tratta della Costituzione e dei suoi principi fondamentali che 'non vanno mai toccati', proiezione dell'Italia in una dimensione europea. 

Il Presidente dell'Italia e il mandato insieme a Berlusconi

Ciampi fu molto presente sul territorio, visitò le province italiane da Nord a Sud come simbolo di unificazione nazionale.

Gli scontri con il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non furono pochi. Ciampi rinviò otto leggi con messaggio al Parlamento, più due decreti legislativi che nel luglio 1999 ha rinviato al governo. Alcuni di questi rinvii come quello della legge Gasparri e della riforma della Giustizia hanno provocato gravi tensioni con il governo Berlusconi. Il 2 dicembre del 2000 Ciampi rinviò alle Camere la legge sul personale sanitario, contestando una norma che reintroduceva il carattere pubblicistico della contrattazione collettiva nel comparto della sanità, prevedendo che gli accordi stipulati fossero resi esecutivi con decreto del presidente della Repubblica.

La compagna di una vita: Franca Pilla

Una vera e propria First Lady. Franca Pilla ebbe un ruolo fondamentale nel settennato di Ciampi: sempre al suo fianco contribuì a rafforzare l'immagine istituzionale del marito. Si sposarono quando lei aveva 26 anni, dal loro lungo matrimonio sono nati due figli (Gabriella e Claudio). Fu lei a consigliare al marito di fare il concorso per accedere alla Banca d'Italia. A differenza delle passate mogli la signora Pilla ha spesso rilasciato dichiarazioni e interventi diventati in alcuni casi motivo di dibattito politico: hanno fatto discutere in particolare le sue esternazioni "tv deficiente", l'elogio dei napoletani ("la gente del Sud è più buona e intelligente"), l'affettuosa raccomandazione a Papa Wojtyla a non "strapazzarsi".

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