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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Cartomante si rivolge alla Cgil: "Lavoravo per 7 cent al minuto, non ho truffato nessuno"

Alessandra ha raccontato al sindacato la sua storia di solitudine e sfruttamento in un call center: "Dovevi fare in modo che la telefonata durasse il più possibile". Oggi i suoi datori di lavoro le devono duemila euro, ma sono spariti. Le carte? "Solo un pretesto, la gente ha bisogno di parlare con qualcuno"

Anche le cartomanti hanno i loro diritti. Compreso quello di rivolgersi al sindacato per denunciare eventuali torti subiti sul lavoro. E' il caso di Alessandra (nome di fantasia) che dopo aver lavorato per oltre un anno come cartomante in un call center di Taranto ha raccontato alla Slc Cgil la sua storia di solitudine e di sfruttamento. Intanto: come si inizia a lavorare come cartomante? Per Alessandra tutto è cominciato a dicembre 2016 quando ha trovato un annuncio su internet e ha inviato la sua candidatura.

"Sono stata contattata telefonicamente - ha raccontato - e mi è stato spiegato che avrei guadagnato 7 centesimi per ogni minuto di conversazione. Non mi è stato neppure chiesto che tipo di conoscenza avessi della cartomanzia. Inizialmente lavoravo sei ore al giorno, poi siccome i clienti chiedevano di parlare con me ho iniziato a lavorare anche otto ore al giorno. Si lavorava sei giorni alla settimana e ogni mese dovevo garantire due domeniche".

"Per ottenere lo stipendio era un'odissea"

Un vero e proprio impiegato full time, ma non nella retribuzione. "Per ottenere il pagamento mensile - ha spiegato la telefonista - era un'odissea ogni volta: dopo i primi mesi in cui ricevevo una ricarica postepay mediamente di quasi 400 euro, il referente con cui mi interfacciavo ha cominciato ad accampare scuse per spiegare le mensilità che saltavano. A volte sosteneva che i committenti non avevano pagato, altre volte che c'erano controversie giudiziarie". Per farla breve il compenso non le arrivava tutti i mesi. 

"Non sono una truffatrice, mi devono duemila euro"

A giugno scorso Alessandra ha deciso di lasciare tutto: "Oggi avanzo sei mensilità per un ammontare di quasi duemila euro, i miei referenti sono scomparsi: non rispondono più né al cellulare né alle mail". Per far valere i suoi diritti Alessandra si è rivolta al sindacato: "io voglio solo i miei soldi: ho svolto il mio lavoro con onestà. Alla cartomanzia si può credere oppure no, ma io non sono una truffatrice: ho sempre fatto il mio dovere con lealtà. Anche quando dovevo comunicare qualcosa di negativo, l'ho sempre fatto con tatto perché so che dall'altra parte del telefono c'è gente che sta cercando un aiuto".

Nessun compenso per le chiamate brevi

Ma non è tutto. alla Cgil Alessandra ha raccontato ad esempio che i 7 centesimi al minuto le venivano corrisposti solo se la chiamata superava i due minuti. 

"Era incredibile se la telefonata durava 1 minuto e 59 secondi non mi veniva riconosciuto il pagamento e quindi dovevi fare in modo che le telefonate durassero il più possibile".

"La gente aveva bisogno di parlare"

La donna ha riferito che chiamavano persone di età compresa tra i 35 e 60 anni e nelle carte cercavano risposte sul futuro. Secondo Alessandra le carte "erano un pretesto  la gente aveva bisogno di parlare. Lo capivo. Alcuni richiamavano e facevano le stesse domande nello stesso modo: forse non si accorgevano di aver già parlato con me oppure facevano finta". Un bisogno che però costava caro a chi chiamava.

"Chiedevano di lavoro, salute, ma soprattutto dell'amore. C'erano alcuni che volevano sapere cosa pensava il loro partner, se una relazione fosse realmente finita, se il partner avesse o meno altre storie".

Il sindacato: basta alla giungla dei nuovi schiavisti

Per Andrea Lumino, segretario generale della Slc Cgil di Taranto, è una storia doppiamente triste: "Questa vicenda - ha spiegato - ancora una volta racconta come c'è chi si arricchisce sui bisogni della gente: sui bisogni di chi chiama cercando risposte e sui bisogni di chi pur di sopravvivere accetta un trattamento da 7 centesimi al minuto. Come Slc Cgil abbiamo un doppio compito: tutelare questa donna che ha fatto onestamente il suo lavoro e porre un freno a questa giungla che favorisce i 'nuovi schiavisti'". 

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