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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Ristrutturare casa perché lo chiede l'Europa, davvero?

Cosa prevede la nuova direttiva "Case green" di cui si parla tanto: come adeguarsi e a quali costi

I "nuovi" bonus del governo Meloni per ristrutturare casa: cosa cambierà

L'Europarlamento ha approvato la direttiva sulle "case green" e le reazioni, soprattutto politiche, hanno portato molti a pensare di dover ristrutturare casa per mettersi in regola con le nuove linee guida. La direttiva europea ha lo scopo di aumentare l'efficienza energetica degli edifici e fa parte di un più ampio progetto di transizione ecologica dell'Unione Europea. Oltre gli allarmismi, di certo non c'è ancora nulla: la direttiva approvata dal Parlamento Ue è infatti solo la versione degli eurodeputati di un'altra proposta fatta dalla Commissione europea. Ora, la palla passa agli Stati membri, che tramite il Consiglio negozieranno la versione finale del testo con la Commissione e il Parlamento. Ma stando così le cose, chi dovrebbe ristrutturare casa in Italia?

Cosa prevede la direttiva dell'Ue sulle case green

I dati di partenza su cui si basano gli orientamenti comunitari sono questi: nell'Unione Europea gli edifici sono responsabili del 40 per cento del consumo finale di energia e del 36 per cento delle emissioni di gas serra. In generale, il 75 per cento degli edifici è da considerare inefficiente sul piano energetico.

La direttiva dell'Unione Europea sulle case green punta a ridurre le emissioni delle abitazioni, migliorando la loro classe energetiche

Dunque, rendere le case più efficienti dal punto di vista energetico è cruciale per raggiungere gli obiettivi di Fit for 55, il programma di decarbonizzazione dell'Ue che punta a ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55 per cento rispetto al 1990, entro il 2030. La "Direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia" è in realtà una revisione di una direttiva esistente che gli organi europei stanno modificando.

L’attacco alle case degli italiani che non c’è: cosa dice davvero la direttiva Ue

Il processo legislativo dell'Ue si è messo in moto: dopo le modifiche della Commissione, il Parlamento europeo ha dato la sua versione: ora il testo dovrà essere portato in "Trilogo", in cui gli Stati membri - tramite il Consiglio - e il Parlamento negozieranno la versione finale con a mediazione della Commissione. 

La versione dell'Europarlamento è stata approvata con 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astensioni. Tra i contrari ci sono i tre partiti della maggioranza del governo Meloni: Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia. Per il Carroccio si tratta addirittura di "un attacco alle case degli italiani", un provvedimento "sbagliato nel merito e nel metodo", una "europatrimoniale nascosta", voluta da una "maggioranza, accecata dall’ideologia green". Il Pd invece, attraverso il capodelegazione, Brando Benifei, lo ha definito un testo "bilanciato". 

Ma cosa prevede la versione della direttiva sulle case green approvata dal Parlamento europeo? Lo scopo è ridurre le emissioni di gas serra e il consumo di energia nel settore edilizio entro il 2030, portando le emissioni a 0 entro il 2050 tramite una serie di misure per il settore residenziale: 

  • Raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030;
  • Raggiungere la classe D entro il 2033;
  • Nella classe G dovrebbe rientrare massimo il 15 per cento degli immobili con la peggiore efficienza energetica.

Direttiva europea case green: il testo integrale approvato dal parlamento Ue (Pdf)

La scala di efficienza energetica andrebbe infatti da A a G, con parametri non ancora previsti ma differenti rispetto alla classificazione italiana. Riguardo gli edifici non residenziali e quelli pubblici, il raggiungimento delle classi dovrà avvenire entro il 2027 (per la classe E) e il 2030 (per la classe D).

In più, tutti i nuovi edifici "per cui sarà tecnicamente ed economicamente possibile" dovranno dotarsi di tecnologie solari entro il 2028, mentre per gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti la data limite è il 2032. Ma quanti e quali edifici dovrebbero essere ristrutturati secondo questa direttiva?

Quanti sono gli edifici da ristrutturare in Italia

Dal 2005 l'Italia ha diminuito le emissioni di gas serra del 28 per cento, mantenendosi al di sotto della media Ue: ora pesa per poco più di un decimo sul totale delle emissioni a livello europeo. In Italia invece gli edifici rappresentano la terza voce per importanza di emissioni di CO2.

Dunque, migliorare l'efficienza energetica degli edifici è cruciale per continuare a ridurre le emissioni. In Italia le case sono classificate secondo una scala di efficienza energetica che va progressivamente da A4 a G: secondo i dati di Enea, circa l'86 per cento degli edifici residenziali si trova nelle classi energetiche D e inferiori. Il 60 per cento circa si trova invece nelle due classi peggiori, F e G.

Chi dovrebbe ristrutturare casa secondo la nuova direttiva Ue sulle case green: gli edifici in classe G ed F

Sulla classificazione degli edifici influisce l'anno di costruzione, visto che le agevolazioni introdotte per migliorare l'efficienza energetica sono state introdotte di recente. Secondo il report del Politecnico di Milano "Smart Building", oltre il 40 del parco edilizio nazionale è fatto da edifici costruiti tra il 1945 e il 1972.

Quanto influisce la classe energetica sulle emissioni di Co2 delle caseL'efficienza energetica cambia rispetto all'anno di costruzione, è evidente: un immobile residenziale realizzato negli anni 2016-2021 usa circa il 60 per cento di energia in meno rispetto a immobili realizzati prima del 1945, e circa la metà rispetto a un immobile realizzato tra il 1945 e il 1991. 

Ma di quanti edifici stiamo parlando? Al 2021, gli edifici residenziali in Italia erano 12,4 milioni, mentre poco più di un milione sono da riferirsi al non residenziale. Le case nelle due classi più basse, F e G, sono 7,7 milioni: queste potrebbero dover fare il "salto" di classe energetica passando alla E entro il 2030, almeno secondo la versione non definitiva della direttiva. Tuttavia, non conosciamo ancora i criteri per definire le nuove classi energetiche europee e per questo è difficile fare una previsione. 

Come intervenire in Italia e in quali tempi

Quanto tempo ci vorrebbe per adeguarsi all'ultima versione che abbiamo della direttiva? Secondo l'associazione nazionale costruttori edili (Ance), si tratterebbe di intervenire con riqualificazioni energetiche "importanti" su circa 2 milioni di edifici entro il 2030.

Quanto tempo ci vorrebbe per ristrutturare gli edifici in Italia secondo la direttiva delle case green: le stime

La stima dell'Ance comprende una prima quota di edifici che rappresenterebbe il 15 per cento di quelli con le prestazioni peggiori, come indicato nella direttiva approvata dal Parlamento Ue: sarebbero circa 230mila edifici pubblici e non residenziali e 1,8 milioni di case private. 

Di conseguenza, questo significa che ogni anno, e fino al 2033, dovranno essere ultimati oltre 215mila interventi su singoli edifici, di cui 180mila solo per le case dei privati. L'Ance stima il costo in circa 40 miliardi di euro per gli edifici residenziali e 19 miliardi per gli altri edifici, anche se non è esplicitata la metodologia per il calcolo. 

Per comprendere la dimensione degli interventi da fare bisogna pensare che c'è voluto un anno e mezzo per eseguire circa 385mila interventi con il Superbonus. Ipotizzando questi ritmi, per l'Ance ci vorrebbero 630 anni per intervenire sul 15 per cento degli edifici indicato dalla direttiva sulle case green.

Quali sono i costi per adeguare le case alla direttiva green

Tra le prime preoccupazioni espresse dalle associazioni di categoria sulla direttiva case green ci sono i costi che servirebbero ad adeguare gli immobili, per di più mentre il governo Meloni sta ridimensionando il Superbonus, la misura più imponente approvata in Italia per la riqualificazione energetica degli edifici ormai però insostenibile per i conti pubblici.

Quanto ci costano i bonus edilizi

Nella direttiva approvata dall'Europarlamento i deputati hanno sottolineato che i piani nazionali di ristrutturazione prevedano "regimi di sostegno per facilitare l'accesso alle sovvenzioni e ai finanziamenti".

Case da ristrutturare, l'Ue contro la stampa italiana: "Non dice la verità"

"Gli Stati membri dovranno allestire punti di informazione e programmi di ristrutturazione neutri dal punto di vista dei costi - si legge sulla nota del Parlamento Ue -. I regimi finanziari dovranno prevedere un premio cospicuo per le cosiddette ristrutturazioni profonde, in particolare nel caso degli edifici con le prestazioni peggiori, e sovvenzioni e sussidi mirati destinati alle famiglie vulnerabili".

In più, sono previste anche delle deroghe per cui la nuova normativa non si applicherebbe a: 

  • Monumenti;
  • Edifici protetti in virtù del loro particolare valore architettonico o storico;
  • Edifici tecnici;
  • Quelli utilizzati temporaneamente;
  • Chiese e luoghi di culto.

Case green, chi non dovrà ristrutturare casa secondo la nuova direttiva dell'Unione EuropeaInoltre, gli Stati membri potranno estendere le esenzioni anche a "edifici dell'edilizia sociale pubblica in cui le ristrutturazioni comporterebbero aumenti degli affitti non compensati da maggiori risparmi sulle bollette energetiche".

"Per ristrutturare casa dovremo spendere 600 euro al metro quadro"

Nonostante la direttiva non sia definitiva e non si conoscano ancora i criteri per le nuove classi energetiche, sono circolate stime parecchio pessimiste: l'Ance ha calcolato costi per circa 222mila euro riguardo gli edifici privati mentre un rapporto elaborato da Silvi Costruzioni Edili parla di una spesa di 600 euro al metro quadro per ristrutturare casa. Per avere un'idea più chiara della situazione però, e per giudicarla, serve aspettare la versione definitiva della direttiva, che ancora non abbiamo.

L’attacco alle case degli italiani che non c’è: cosa dice davvero la direttiva Ue sulle ristrutturazioni edilizie

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