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Giovedì, 25 Aprile 2024
I motivi

ChatGpt bloccata dal garante della privacy

Il garante per la protezione dei dati personali ha disposto, con effetto immediato, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma

Stop a ChatGpt, il modello di chatbot basato sull'intelligenza artificiale, finché non rispetterà la disciplina sulla privacy. Il garante per la protezione dei dati personali ha infatti disposto, con effetto immediato, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma. L'autorità ha inoltre aperto un'istruttoria. Il 20 marzo scorso ChatGpt, il più noto tra i software di intelligenza artificiale relazionale in grado di simulare ed elaborare le conversazioni umane, aveva subìto una perdita di dati ("data breach") riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni relative al pagamento degli abbonati al servizio a pagamento.

I motivi del blocco di ChatGpt

Nel provvedimento, il garante per la privacy ha rilevato la mancanza di un'informativa rivolta agli utenti e a tutti gli interessati, i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l'assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di "addestrare" gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma. Come testimoniato dalle verifiche effettuate, le informazioni fornite da ChatGpt non sempre corrispondono al dato reale, determinando quindi un trattamento di dati personali inesatto.

Da ultimo, nonostante il servizio sia rivolto ai maggiori di 13 anni, l'autorità ha evidenziato come "l'assenza di qualsivoglia filtro per la verifica dell'età degli utenti esponga i minori a risposte assolutamente non idonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza".

Cosa succede adesso? OpenAI, che non ha una sede nell'Ue ma che ha designato un rappresentante nello spazio economico europeo, deve comunicare entro venti giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo.

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