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Giovedì, 25 Aprile 2024
Intelligenza artificiale

ChatGpt è di nuovo disponibile in Italia

L'azienda sviluppatrice OpenAi ha concluso un accordo con il Garante della privacy

"Welcome back, Italy!" si legge provando ad accedere a ChatGpt dall'Italia. Il servizio di intelligenza artificiale sviluppato da OpenAi è tornato operativo dopo lo stop imposto dal Garante della privacy. L'azienda che opera il chatbot ha raggiunto un accordo con l'Autorità accettando di adempiere alle richieste di rispetto della normativa europea sulla protezione dei dati personali. Andiamo per ordine.

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Dopo un mese di stop gli utenti italiani potranno tornare a utilizzare ChatGpt, il servizio di intelligenza artificiale sviluppato da OpenAi, società con sede negli Stati Uniti. Dopo il blocco imposto dal Garante della privacy perché il software non garantiva la protezione dei dati personali è stato raggiunto un accordo. "Siamo entusiasti di accoglierli di nuovo e rimaniamo impegnati a proteggere la loro privacy. Abbiamo incontrato o chiarito le questioni sollevate dal Garante", spiega un portavoce dell'azienda in una comunicazione ufficiale.

"Abbiamo affrontato o chiarito le questioni sollevate dal Garante tra cui le nuove informazioni sul Centro assistenza e su come raccogliamo e utilizziamo i dati; maggiore visibilità della nostra Informativa sulla privacy sulla homepage di OpenAI e sulla pagina di accesso di ChatGpt. Maggiore visibilità del nostro modulo di disattivazione dei contenuti degli utenti negli articoli del Centro assistenza e nell'Informativa sulla privacy".

Il portavoce sottolinea poi che la società "continua a offrire il servizio di risposta alle email e alle richieste di privacy via e-mail, nonché un nuovo modulo per gli utenti dell'Ue per esercitare il loro diritto di opporsi al nostro utilizzo dei dati personali per alimentare i nostri modelli. E uno strumento per verificare l'età degli utenti in Italia al momento della registrazione. Apprezziamo la collaborazione del Garante e attendiamo con impazienza di proseguire le discussioni in corso".

I motivi del blocco di ChatGpt

La vulnerabilità di ChatGpt è emersa lo scorso 20 marzo quando, a causa di un problema tecnico, è stata mostrata non solo la cronologia delle domande degli utenti, con i loro dati, ma anche parte dei dettagli sui metodi di pagamento usati per l'abbonamento a ChatGpt Plus, che offre funzionalità extra.

Il Garante italiano aveva avanzato richieste ben precise, come la presenza in ChatGpt di strumenti utili per permettere agli interessati, anche non utenti, di chiedere la rettifica dei dati personali che li riguardano o la cancellazione degli stessi. Chiesto anche il diritto di opposizione rispetto al trattamento dei dati personali utilizzati per l'esercizio degli algoritmi, per gli utenti e i non utenti.

Garante esprime soddisfazione per le misure intraprese

Soddisfatto il Garante della privacy. L'Autorità "riconosce i passi in avanti compiuti per coniugare il progresso tecnologico con il rispetto dei diritti delle persone e auspica che la società prosegua lungo questo percorso di adeguamento alla normativa europea sulla protezione dati".

In particolare, il Garante auspica che OpenAi "nelle prossime settimane ottemperi alle ulteriori richieste impartitele con lo stesso provvedimento dell'11 aprile con particolare riferimento all'implementazione di un sistema di verifica dell'età e alla pianificazione e realizzazione di una campagna di comunicazione finalizzata a informare tutti gli italiani di quanto accaduto e possibilità di opporsi all'utilizzo dei propri dati personali ai fini dell'addestramento degli algoritmi".

L'Autorità proseguirà nell'attività istruttoria avviata nei confronti di OpenAi e nel lavoro che porterà avanti la apposita task force costituita in seno al Comitato che riunisce le Autorità per la privacy dell'Unione europea.

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