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Sabato, 20 Aprile 2024
Una nuova emergenza? / Russia

Gas, la Russia chiude il rubinetto

I governi europei si stanno affannando a riempire i depositi sotterranei di gas naturale. E la Germania si prepara al peggio: fra le misure di emergenza lo stop dell'illuminazione degli edifici pubblici e l'allestimento di sale pubbliche per riscaldare chi non potrà pagare le bollette energetiche

Domani 11 luglio la Russia chiuderà il gasdotto Nord Stream 1 - la più grande infrastruttura di importazione di gas dell'Unione Europea e di proprietà della società russa Gazprom - per lavori di manutenzione annuale. Gazprom che ha già ridotto del 60% le consegne di gas all'Europa e alla Germania su Nord Stream 1 interromperà i rifornimenti per 10 giorni. Il ministro tedesco dell'Economia e del Clima, Robert Habeck, non ha fatto mistero di temere che i russi possano utilizzare questa pausa per interrompere definitivamente i rifornimenti alla Germania e all'Europa.

L'interruzione - che dovrebbe essere solo temporanea - ha alimentato il timore che un prolungarsi dell'interruzione delle forniture di gas possa compromettere gli sforzi dei paesi dell'Eurozona per assicurarsi le forniture necessarie in vista del prossimo inverno. La Ue, che riceve circa il 40% del suo gas attraverso i gasdotti russi, sta cercando di ridurre rapidamente la sua dipendenza dagli idrocarburi russi in risposta all'invasione ucraina.

Alcuni come Klaus Mueller, capo del regolatore energetico tedesco, ipotizzano che il Cremlino possa usare l'occasione dei lavori di manutenzione programmata per chiudere definitivamente i rubinetti. Le attività di manutenzione estiva del gasdotto, che passa sotto il Mar Baltico dalla Russia alla Germania, sono previste dall'11 al 21 luglio. Il ministro dell'Economia tedesco, Robert Habeck, non ha nascosto la sua forte preoccupazione parlando di uno "scenario da incubo": "Può anche succedere che non arrivi proprio niente".

Palestre riscaldate per chi non può pagare le bollette

In un clima di crescente tensione per l'esorbitante aumento dei prezzi energetici in arrivo, nel Land della Renania-Palatinato ll'amministrazione locale sta pianificando di allestire spazi collettivi, come palestre, per fare in modo che chi non potrà più pagare il costi del riscaldamento in casa possa comunque riscaldarsi in caso di emergenza. "Ci prepariamo anche a scenari di emergenza per l'autunno e l'inverno", ha detto alla stampa la sindaca di Ludwigshafen Jutta Steinruck (Spd). La stazione centrale di riscaldamento collettivo dovrebbe trovarsi nella Friedrich Ebert Halle, consacrata finora ad attività sportive, concerti e - durante la pandemia - alle vaccinazioni. Ma anche i centri di Neustadt, Frenkenthal e Landau pianificano le cosiddette "isole di calore". Fra le misure di emergenza previste anche lo stop dell'illuminazione degli edifici pubblici e lo spegnimento dei semafori di notte.

In un contesto di preoccupazione c'è però una notizia rincuorante: il governo canadese ha sbloccato la spedizione di una turbina necessaria per il funzionamento del gasdotto Nord Stream 1 dopo che l'invio del macchinario in riparazione presso uno stabilimento Siemens a Montreal era stato inizialmente fermato a causa delle sanzioni occidentali contro la Russia. Lo ha annunciato un tweet il ministro canadese delle Risorse naturali Wilkinson: "I l Canada concederà un permesso, limitato nel tempo e revocabile, per permettere a Siemens Canada di restituire alla Germania le turbine Nord Stream 1 riparate". Ciò aiuterà la capacità europea di accedere all'energia durante la transizione per abbandonare le forniture di gas e petrolio russo, ha sottolineato Wilkinson. Altrimenti l'economia tedesca "dovrà affrontare difficoltà molto significative e i tedeschi potrebbero rischiare di non poter scaldare le case all'arrivo dell'inverno".

Che cosa succede se l'Italia resta senza gas russo

Per sopperire ai 29 miliardi di metri cubi di forniture che arrivavano lo scorso anno dalla Russia il nostro paese guarda ad aumentare le importazioni da Algeria e Qatar via navi gasiere: a Piombino e a Ravenna sono stati individuati i porti per queste imbarcazioni in grado di trasformare il gas liquido in arrivo dall'Africa e dal sudest asiatico. Più complicato affidarsi ai gasdotti che arrivano a Gela dalla Libia dove la situazione politica è estremamente instabile. Un aiuto per l'equivalente di 3,5 miliardi di metri cubi annui arrivera dall'uso delle quattro centrali a carbone già caldeggiato dal presidente Draghi a Febbraio come eventualità solo temporanea vista l'alto tasso di inquinamento che comporterebbe. Con l'aut aut del movimento 5 stelle al governo sulle nuove trivellazioni sembra invece tramontata l'idea di aumentare la produzione nazionale, operazione che ad ogni modo richiederebbe mesi se non anni.

Se nel breve periodo non sono previsti razionamenti dell'uso del gas domestico è la dinamica dei prezzi con il taglio delle forniture ad aprire uno scenario difficilmente prevedibile sul piano del costo dell'energia. 

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