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Sabato, 20 Aprile 2024
L'inchiesta

Sconti pena: il sistema degli ex terroristi neri che tira fuori dal carcere i detenuti "amici"

Nel carcere romano di Rebibbia l’associazione Gruppo idee fondata dall’ex terrorista nero Luigi Ciavardini organizza corsi ed eventi sportivi. Una fonte ci racconta le ombre del sistema con cui vengono scelti i detenuti da far uscire. E intanto un socio del figlio dell'ex Nar è stato nominato vice-garante dei detenuti della Regione Lazio

La gestione dei detenuti è un affare delicato. L’ordinamento penitenziario italiano ha costruito negli anni percorsi per il reinserimento di chi sta scontando una pena, anche per reati gravi. Partecipare ad iniziative di formazione per i reclusi vuol dire dimostrare la volontà di lasciarsi alle spalle il passato; gli attestati di frequenza entrano nei loro fascicoli e nella valutazione dei magistrati di sorveglianza, per accedere a diversi benefici. Fino alla semi libertà, che è la porta di uscita anticipata dal carcere. L’inchiesta esclusiva del Team Dossier di RomaToday descrive le ombre proiettate su questo sistema. 

Al centro del racconto c’è un’associazione, il Gruppo idee, fondata nel 2009 dall’ex Nar Luigi Ciavardini. Mai dissociato, autore dell’omicidio dell’agente di polizia Evangelista, del magistrato Mario Amato e della strage di Bologna, ha creato quasi quindici anni fa una sorta di piccola holding. Insieme alla moglie Germana De Angelis - già militante negli anni ’70 di Terza Posizione - gestiscono di fatto le attività di una serie di associazioni e cooperative sociali che si occupano di detenuti. Con una anomalia, raccontata da una volontaria: spesso sceglierebbero loro chi può partecipare ad un corso, ad un laboratorio di teatro o di cucito. Il team inchieste di RomaToday è entrato nella sede del Gruppo idee, filmando il colloquio con Ciavardini e De Angelis. 

“Siamo stati noi a far uscire da Terni Gilberto Cavallini”, rivendica la moglie dell’ex Nar, riferendosi ad uno dei principali esponenti dell’eversione nera, condannato in primo grado anche lui per la strage di Bologna. Ciavardini, poi, non ha nessuna remora nel disprezzare la giustizia e il lavoro dei magistrati: “Il processo sulla strage è un bancomat, ci guadagna l’associazione delle vittime che prende finanziamenti”. Il Gruppo idee ha solidi rapporti con il consiglio regionale del Lazio: un loro uomo, Manuel Cartella, socio in affari del figlio di Ciavardini, è stato eletto vice garante regionale dei detenuti.

Perché alcune associazioni hanno accesso diretto allo sconto pena grazie ai corsi in cui vengono scelti ad hoc i detenuti partecipanti e altre no? Perché la direzione del carcere di Rebibbia non controlla queste partecipazioni? E, soprattutto, perché la maggior parte dei detenuti selezionati per i corsi sono legati tutti dallo stesso filo rosso di una storia politica che affonda le sue radici negli anni bui e di piombo del nostro Paese? Decisamente, in questa gestione la legge NON è uguale per tutti.

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