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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Le colline del prosecco diventano patrimonio Unesco: "Un successo per l'Italia"

Il ministro Moavero Milanesi: "Decisione dovuta alla loro bellezza paesaggistica, culturale, agricola unica e al gran lavoro promozionale di squadra del sistema Paese"

Le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene (in provincia di Treviso) sono state dichiarate Patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco. Lo annuncia su Twitter il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, spiegando che la decisione è dovuta "alla loro bellezza paesaggistica, culturale, agricola unica e al gran lavoro promozionale di squadra del sistema Paese".

Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono Patrimonio Unesco

La proclamazione è avvenuta oggi a Baku (in Azerbaijan), in occasione della 43° sessione del Comitato del Patrimonio mondiale Unesco, con delibera unanime dei 21 Stati membri del Comitato, a conferma dell'alta qualità della candidatura italiana. Il risultato prova anche, si legge in una nota, la posizione di primissimo piano che l'Italia riveste in seno all'Unesco e l'ottimo gioco di squadra del sistema-Paese che ha visto coinvolti, insieme con la Farnesina, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e del Turismo, la Regione Veneto e il Comitato promotore della candidatura.

"Le splendide Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono da oggi il 55mo sito italiano iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'Unesco. Con la decisone dell'apposito Comitato di selezione Unesco, si riconosce il valore universale di un paesaggio culturale e agricolo unico, scaturito da una straordinaria, sapiente interazione tra un'attività produttiva di eccellenza e la natura di un territorio affascinante", conferma il ministro Moavero.


"Un altro obiettivo centrato". Il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, commenta così la "buona notizia". "Ancora una volta il nostro Paese, con 55 siti in lista, dimostra di avere eccellenze uniche al mondo e si conferma tra le nazioni con il maggior numero di luoghi e attività inserite nel patrimonio Unesco", dice Bonisoli. "C’è di che esserne fieri ma è anche una grande responsabilità perché bisogna mantenere alti gli standard", sottolinea. "Questo governo sta lavorando - spiega - non soltanto per confermare annualmente la presenza dei nostri luoghi e delle nostre attività culturali nella World Heritage list ma per far sì che le tantissime altre unicità del nostro Paese possano presto entrarne a far parte".

L’aumento record del 21% delle vendite in valore nel 2019 sui mercati esteri, dove il Prosecco è il vino Made in Italy maggiormente esportato, spinge il riconoscimento da parte dell’Unesco alle bollicine italiane più popolari. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Un risultato atteso che - commenta Prandini - riconosce l’importanza di un territorio dallo straordinario valore storico, culturale e paesaggistico in grado di esprimere una produzione che ha saputo conquistare apprezzamenti su scala mondiale”. Delle 464 milioni di bottiglie Doc vendute lo scorso anno, prodotte su oltre 24mila ettari di vigneti tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, circa 2 su 3 sono state vendute all’estero dove la Gran Bretagna - continua la Coldiretti - è di gran lunga il Paese che ne consuma di più".

L'Italia ha il maggior numero di siti patrimonio Unesco

L’iscrizione delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene rafforza il primato dell’Italia che vanta il maggior numero di siti riconosciuti a livello mondiale, ma il Belpaese può contare anche - conclude la Coldiretti - su molti “tesori” iscritti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco come l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010), l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014), l’arte dei pizzaiuoli napoletani (2017), la Falconeria, iniziativa cui l’Italia partecipa assieme ad altri 17 Paesi, e dal novembre 2018 l’Arte dei muretti a secco.

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