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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Redazione

Come sopravvivere al Natale con i parenti

È il secondo Natale in tempo di pandemia. Le festività "negate" dell'anno scorso hanno lasciato il posto a feste più libere anche se sempre con l'ombra incombente del coronavirus e ora della nuova variante Omicron. Tutti felici insomma di ritrovare i parenti e riprendere le tradizioni di famiglia, da incastrare possibilmente con il puzzle di consigli degli esperti per un Natale sicuro. Nella speranza che pranzi e cene siano il più sereni e gioiosi possibili, può capitare però che le feste rappresentino per alcuni un momento critico. Come sopravvivere infatti alla vicinanza forzata e prolungata con il parentado? Quali discorsi evitare per non trasformare il desco natalizio in un campo di battaglia? Cosa arrivare a fine serata senza dover togliere il saluto dal giorno dopo a qualcuno?

La tavola delle feste è il momento meno adatto per ritirare fuori quella volta in cui il fratello del cugino della zia della sorella della nonna ci ha fatto uno sgarbo e pretendere soddisfazione. Frecciatine e allusioni rendono sicuramente il clima meno piacevole. Anche le domande intime dovrebbero essere bandite. Chiedere con insistenza di figli, matrimoni, fidanzati, titoli di studio o avanzamenti di carriera non è una buona idea. Ma quindi non si può dire niente? Non si può neanche punzecchiare qualcuno a Natale e farsi una risata? È vero che si sta in famiglia, ma non per questo bisognerebbe dimenticare l'educazione. "Le buone maniere salveranno il mondo", dice sempre Elisa Motterle, esperta di bon ton e galateo contemporaneo, che su questo ha scritto un libro, ha un blog, tiene dei corsi ed è molto attiva sui social. Sul suo profilo Instagram si trovano molto consigli utili, non solo su come apparecchiare la tavola e fare i regali, ma anche su come disinnescare in partenza questo tipo di situazioni e gestire una conversazione socievole per evitare di doversi ritrovare a camminare sulle uova dall'antipasto all'ultimo pezzo di torrone rimasto sbriciolato sul tavolo. 

Il pranzo di Natale non è neanche il momento più adatto per fare i tribuni. Gli argomenti tabù sono sempre gli stessi: politica e religione (e per qualcuno anche il calcio). Viviamo in un mondo sempre più polarizzato e ci sono temi che più di altri dividono. Fermo restando il diritto di pensarla come si vuole, provare a convertire lo zio sovranista al culto di Bruxelles (e viceversa) potrebbe non essere una buona idea mentre c'è la lasagna fumante in tavola e i parenti a fare da pubblico. Difficile immaginare che la triade coronavirus-green pass-vaccino resti fuori dalla porta, visto il momento e l'importanza che questi hanno nella nostra vita quotidiana. Il rischio di finire in una discussione lunga ed estenuante che potrebbe concludersi con un imbarazzato silenzio oppure la terza Guerra Mondiale è ovviamente dietro l'angolo. Tuttavia, se il discorso dovesse uscire, potrebbe aiutare parlarne con cognizione di causa ed evitare di alimentare fake news sui temi caldi di questi giorni, dai vaccinati che possono o meno contagiare fino a quando finirà la pandemia.

Resta inteso che in certe situazioni la miglior difesa è la fuga. Il consiglio è sempre lo stesso: meglio mordersi la lingua e cercare di non lasciarsi trascinare in una discussione che potrebbe rivelarsi poco gradevole e ricordarsi che il Natale dovrebbe essere un momento di gioia e serenità, soprattutto dopo i momenti difficili che abbiamo vissuto in questo ultimo periodo. Al di là delle battute, a Natale la cosa migliore da fare è cercare di godere il più possibile della gioia dello stare insieme in un’atmosfera serena, lasciando fuori dalla porta tensioni e ansie. Se poi il Grinch dovesse prendere il sopravvento, ci si può sempre ricordare che è vero che il Natale quando arriva arriva, ma purtroppo o per fortuna arriva solo una volta l'anno.

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