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Giovedì, 25 Aprile 2024
Come cambiano le fasce di rischio

Colori delle Regioni, come cambieranno i parametri delle fasce di rischio

Se una proposta tecnica definitiva è attesa entro domenica, la bozza di progetto è già stata pubblicata e prevede tre nuove soglie per il cambio colore: si guarderà all'incidenza, con un numero minimo di tamponi, e all'Rt ospedaliero e non più l'Rt sui sintomatici

Le Regioni per l'attribuzione dei colori delle fasce di rischio chiedono di cambiare l'attuale sistema e sostituire l'indice Rt sui sintomatici con l'Rt ospedaliero, un indicatore che nel contesto di una popolazione sempre più vaccinata e quindi protetta dal rischio di malattia grave, fornisce un'indicazione chiara su quella che è la pressione dei servizi sanitari.

Come spiegato da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità, il comitato tecnico scientifico sta discutendo già da qualche settimana del cambio di parametri e nella prossima cabina di regia tra governo e regioni potrebbe arrivare il via libera al nuovo meccanismo che dovrà garantire una estate serena limitando i nuovi focolai che via via si potranno presentare.

La nuova fase della pandemia

Come spiegato dei governatori le Regioni oggi hanno proposto la revisione dei parametri per la classificazione delle aree di rischio, superando di fatto il noto indice Rt, che dovrà invece essere sostituito con un nuovo indice che soppesi l'incidenza di positivi su 100 mila abitanti e l'occupazione dei posti in terapia intensiva e nell'area medica negli ospedali.

Se una proposta tecnica definitiva è attesa entro domenica, la bozza di progetto è già stata pubblicata e prevede tre nuove soglie per il cambio colore in base all'incidenza:

  • 250 casi ogni 100.000 abitanti per la zona rossa, 150 per arancione, 100 per la zona gialla, 49 per la zona bianca

Tuttavia per uniformare i dati dovranno essere stabiliti il numero minimo di tamponi da effettuare, proporzionato ai 4 livelli di rischio legati all'incidenza, che corrispondono ad altrettanti colori:

  • in zona rossa andrebbe effettuato un minimo di 500 tamponi. In arancione, 250. In gialla almeno 150. In bianca almeno 100.

Per la valutazione delle fasce di rischio andrebbero inoltre valutate le criticità degli ospedali, fatto salvo il passaggio automatico in area rossa con una incidenza maggiore ai 250 casi ogni 100mila abitanti: 

  • con un'occupazione maggiore del 30% delle terapie intensive e del 40% dei posti letto in area medica una regione finirebbe automaticamente in area rossa;
  • invece con il 20% dei posti letto occupati in terapia intensiva e il 30% in area medica, nonostante un'alta incidenza, si potrebbe rimanere in area gialla.

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Tra le proposte, anche quella di "superare il meccanismo dei 4 colori" e di sostituirli con 3 livelli di rischio: basso, corrispondente alla zona bianca, medio con la limitazione di alcune attività, e alto dove resterebbe in vigore il coprifuoco. 

Così Draghi si arrabbia con i partiti e rimanda la decisione su coprifuoco e riaperture 

E proprio in merito al coprifuoco da lunedì prossimo, 17 maggio, è attesa una decisione del governo per un estensione delle libertà, spostando l'inizio del coprifuoco alle 23:00, una soluzione di compromesso rispetto alla mezzanotte chiesta dalle Regioni ma osteggiata dai rigoristi della maggioranza di Governo.

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