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Giovedì, 25 Aprile 2024
Numeri (poco) reali

"I contagi in Italia sono ancora sottostimati"

Ne è convinto il microbiologo Andrea Crisanti, che fa il confronto con l'Inghilterra: "Noi abbiamo la metà dei casi con molti meno tamponi. Il nostro non è un dato reale, soprattutto se confrontato con quello dei decessi"

I numeri sui contagi da Covid 19 in Italia sono corretti? Un tema oggetto di discussione fin dai primi mesi della pandemia, con i dati da sempre messi in discussione soprattutto per la difficoltà di individuare i pazienti asintomatici e la difficoltà nel conteggiare i malati che restano a casa. Un dibattito che torna d'attualità proprio adesso che la curva epidemiologica sembra in fase discendente e il nostro Paese si prepara alla ripartenza. 

Crisanti: "In Italia dati sui contagi sottostimati"

A riportare i dubbi sui numeri dei contagi è stato Andrea Crisanti, microbiologo dell`Università di Padova, ospite della trasmissione `Buongiorno` su SkyTg24, che ha fatto un confronto tra la nostra situazione e quella della Gran Bretagna: "L`Inghilterra fa 1.000.000 di tamponi al giorno ed ha circa 5-6 mila casi, in leggero aumento, mentre noi ne abbiamo la metà e facciamo molti meno tamponi. Sicuramente il nostro non è un dato reale, soprattutto confrontato con il numero dei decessi. Loro ne hanno 4,5 al giorno e noi solo da pochi giorni siamo scesi sotto i 100".

"C'è sicuramente ancora una sottostima della trasmissione virale in Italia, questo non toglie che sia in diminuzione. La situazione - ha aggiunto Crisanti - è decisamente migliorata ma a mio avviso non riflette la situazione attuale in maniera corretta. Dal 26 aprile ad oggi ci sono stati 7mila decessi che non si giustificano con il numero di casi registrati, in questi mesi avremmo dovuto avere 100mila contagiati che non abbiamo".

"La variante indiana risponde bene ai vaccini"

Crisanti ha poi parlato degli altri ceppi del coronavirus attualmente più preoccupanti: "La variante indiana" di Sars-CoV-2 "ha una maggiore trasmissibilità di quella inglese. E ogni variante con maggiore trasmissibilità aumenta la percentuale di vaccinati necessaria per raggiungere l'immunità di gregge. Ma ci sono ancora pochi dati su una sua maggiore aggressività. La notizia buona è che gli anticorpi che sono stimolati dai vaccini attuali sono sufficienti per neutralizzarla, mentre quella brasiliana e quella sudafricana sono neutralizzate meno, però è anche vero che chi si infetta non sviluppa una malattia gravissima". 

"A luglio addio mascherine all'aperto"

"Quando avremo raggiunto un maggior numero di vaccinati" contro Covid-19, "sarà possibile levarsi le mascherine all'aperto. Per quanto riguarda i luoghi chiusi, dovremo ancora evitare situazioni che favoriscono il contagio perché le mascherine hanno un impatto fondamentale sull'Rt. Sottovalutare il loro beneficio potrebbe essere pericoloso". "Verso luglio, all'aperto, una volta raggiunta un'elevata percentuale di vaccinati, potremo levare le mascherine - ha sottolineato - Le leveremo completamente verso ottobre-novembre, se di dimostrerà che la vaccinazione dura per lo meno un anno. Questo elemento e l'emersione di varianti sono le cose che limiteranno da ottobre in poi la nostra qualità della vita".

"Il virus non è scomparso - conclude il microbiologo - Quello che sta succedendo è che c'è un elevato numero di vaccinati, circa 25 milioni, e probabilmente 14 milioni di guariti e questo fa una massa notevole che blocca la diffusione del virus. Determinati comportamenti in questa situazione sono più sicuri di 2 o 3 mesi fa".

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